Nr. 291
Pubblicato il 11/07/2024

I molti conflitti in atto porteranno alla Terza guerra mondiale

FAVOREVOLE O CONTRARIO?

Tanto in Italia quanto a livello internazionale, sempre più spesso si parla della possibilità di una Terza guerra mondiale, in relazione alla constatazione, largamente condivisa, di un crescente numero di conflitti e di un’incrementale e maggiore conflittualità, caratterizzanti e permeanti il contesto geopolitico globale dopo la conclusione della Guerra fredda. Una quota via via in aumento di attori e leader politici sembra poi invocare lo spettro di un conflitto su larga scala, se non addirittura dell’utilizzo della bomba atomica, e la guerra pare ormai essere ritenuta un mero strumento politico legittimo, per il perseguimento di obiettivi strategici e tattici.
Analogamente a quanto prescritto dalla Costituzione italiana, la Carta delle Nazioni Unite ripudia la guerra come mezzo per la risoluzione delle controversie internazionali, ancorché sia ammessa, in quanto consuetudine del Diritto internazionale, il ricorso alla legittima difesa. Nondimeno, la causa fondamentale di ogni guerra è l’anarchia internazionale degli Stati sovrani, dettata dall’assenza di un vero governo globale. I fattori di stabilità e instabilità globale sono pertanto molteplici, dalla diplomazia all’interdipendenza economica tra le nazioni, dalle alleanze internazionali alla presenza e proliferazione di armi nucleari.


IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:

01 - Il mondo è teatro di un elevato numero di conflitti tra loro interconnessi, tale per cui si può affermare che è in corso una Terza guerra mondiale a pezzi

Stiamo vivendo una Terza guerra mondiale a pezzi, che vede opporsi, da una parte, il “nuovo Asse” formato da Cina, Russia e Iran e, dall’altra, gli Stati Uniti con i suoi alleati.

Un conflitto globale è tale se a combatterlo sono le principali potenze geopolitiche. Stati Uniti, Cina e Russia non hanno intenzione di muoversi guerra l’una contro l’altra.

02 - Le armi nucleari prevengono la possibilità di un conflitto mondiale nell’ambito della MAD, la strategia militare della cosiddetta mutua distruzione assicurata

Con le armi atomiche, nessuno Stato ha interesse a innescare la Terza guerra mondiale. Il principale obiettivo di ogni paese è la propria sopravvivenza.

L’equilibrio del terrore è in realtà una tregua armata, poiché non elimina la prospettiva di un conflitto mondiale, ma di una guerra nucleare.

03 - L’interdipendenza tra gli Stati, specie in ambito economico, ha reso sostanzialmente impossibile lo scoppio della Terza guerra mondiale

La globalizzazione dei mercati e l'interconnessione tra gli Stati hanno reso la guerra sconveniente per tutti.

Connettività e interdipendenza hanno acuito le occasioni di conflittualità tra gli Stati, in un contesto in cui esistono più armi nella disponibilità delle nazioni.

 
01

Il mondo è teatro di un elevato numero di conflitti tra loro interconnessi, tale per cui si può affermare che è in corso una Terza guerra mondiale a pezzi

FAVOREVOLE

Oggi nel mondo è in corso una Terza guerra mondiale a pezzi: un crescente numero di conflitti tra loro interconnessi caratterizza e permea infatti l’attuale scacchiere internazionale. Nel 2024 il 10% dell’umanità, una persona su dieci, risulta coinvolta in un conflitto armato, e le incendiarie situazioni in Ucraina e Gaza sono solo epifenomeni di un quadro globale di crescente conflittualità, ingestibile dall’istituzione che avrebbe dovuto assolvere a tale compito, l’Onu. Nell’odierno scenario mondiale, permeato da una moltitudine di conflitti tra loro interconnessi, inoltre, la guerra è sempre più vista come la continuazione della politica con altri mezzi, tanto che va profilandosi una situazione di assoluta provvisorietà tra guerra e pace.
La Terza guerra mondiale a pezzi vede opposti, da una parte, il “nuovo Asse”, un’alleanza formata da Cina, Russia e Iran, e, dall’altra, gli Stati Uniti con i suoi alleati. Dopo anni di dominio unipolare di Washington, oggi l’America, e più in generale l’Occidente, sono apertamente sfidati da Cina, Russia e Iran, che condividono l’obiettivo di modificare radicalmente l’attuale sistema internazionale e i valori su cui si fonda.

CONTRARIO

Ancorché nel mondo non siano poche le tensioni, le principali crisi in corso, Ucraina e Gaza, sono circoscritte e regionali. Se è vero che Prima e Seconda guerra mondiale sono scoppiate a partire da conflitti locali, l’attuale quadro geopolitico è differente e una guerra mondiale non è all’orizzonte.
Infatti, un conflitto globale è tale solo se a combatterlo sono le principali potenze geopolitiche. E oggi Stati Uniti, Cina e Russia, al netto delle tensioni, non hanno intenzione di muoversi guerra l’una contro l’altra. Gli States sono intenti a conservare l’assetto internazionale che hanno costruito, avendo per altro rinunciato al ruolo di “sceriffo globale”. La Cina non è impegnata direttamente in nessun conflitto e non è interessata a destabilizzare il sistema globale, ma anzi ha interesse a intrattenere buoni rapporti diffusi per proseguire nella propria crescita economica. La Russia non ha dimostrato di essere un attore geopolitico temerario e imprevedibile e non sta cercando uno scontro aperto con l’Occidente.
Più che un clima da Terza guerra mondiale, oggi tra le due vere grandi potenze mondiali, Stati Uniti e Cina, vi è una situazione da Seconda guerra fredda.

 
02

Le armi nucleari prevengono la possibilità di un conflitto mondiale nell’ambito della MAD, la strategia militare della cosiddetta mutua distruzione assicurata

FAVOREVOLE

L’equilibrio del terrore su cui sembra fondarsi l’odierna pace tra le principali potenze mondiali è in realtà una tregua armata. La mutua distruzione assicurata è una teoria paradossale, sia perché si fonda sull’idea che l’arma nucleare sia l’unico strumento mai creato nella storia dell’umanità per non essere utilizzato, sia alla luce del fatto che elimina la prospettiva non di un conflitto mondiale, ma della guerra nucleare. Al netto della disputabilità dell’idea che sia l’unica variabile che ha impedito lo scoppio della Terza guerra mondiale, l’equilibrio del terrore è particolarmente inefficace nel garantire una pace stabile e duratura, sia per la continua necessità per gli Stati di una corsa agli armamenti, sia perché il perfezionamento delle armi atomiche acuisce tanto il rischio che la potenziale magnitudo di uno scontro nucleare. In questo contesto, già di per sé precario, la guerra in Ucraina, e i continui richiami all’utilizzo dell’arma atomica, strategica ma anche tattica, ha avvicinato il mondo alla prospettiva di una Terza guerra mondiale come mai prima d’ora.

CONTRARIO

Secondo una visione realista delle Relazioni internazionali, gli Stati sono i principali attori del sistema internazionale e hanno come principale obiettivo la propria sopravvivenza. In questo contesto, l’arma nucleare si è rivelata un eccellente catalizzatore per evitare lo scoppio della Terza guerra mondiale, in relazione a quello che è stato definito l’equilibrio del terrore, dettato dalla strategia militare nota come MAD, “mutua distruzione assicurata”. In particolare, la principale ragione per cui alla Seconda guerra mondiale non è seguito un terzo conflitto globale è stata la prospettiva di un conflitto atomico, che, per definizione, può essere combattuto ma non vinto. Nessuno Stato, quindi, ha un reale interesse a far precipitare il mondo nella Terza guerra mondiale, allorché il principale obiettivo di ogni paese è la propria sopravvivenza. Da questo punto di vista, è addirittura possibile affermare che l’arma atomica sia in realtà un’arma di pace, nonché il principale strumento che ha consentito, anche durante la Guerra fredda, di evitare lo scoppio della Terza guerra mondiale.

 
03

L’interdipendenza tra gli Stati, specie in ambito economico, ha reso sostanzialmente impossibile lo scoppio della Terza guerra mondiale

FAVOREVOLE

L’interdipendenza, specie in ambito economico, è fonte di instabilità e reciproca vulnerabilità tra gli Stati. Anche perché, in parallelo alla crescente interconnessione globale, non è emersa un’organizzazione o un istituto veramente in grado di provvedere alla comune gestione degli affari internazionali. Inoltre, ancorché oggi sia sostanzialmente condivisa un’unica visione del mercato, sempre più si assiste alla gemmazione di populismi, nazionalismi e velleità espansionistiche e di potenza. Tant’è che, connettività e interdipendenza hanno acuito le occasioni di conflittualità tra gli Stati, in un contesto in cui esistono sempre più armi nella disponibilità delle nazioni per poter muovere guerra l’una contro l’altra. È possibile trasformare in strumento bellico quegli stessi legami che interconnettono un paese all’altro. Ciò ha portato a una radicale trasformazione del concetto stesso di guerra, ma anche a più morte e sofferenza rispetto ai conflitti tradizionali. Per altro, l’odierna modalità bellica è ancora più pericolosa rispetto alla minaccia nucleare, dacché è di più difficile controllo: la Terza guerra mondiale è quindi sempre più probabile e difficilmente prevenibile.

CONTRARIO

La globalizzazione degli scambi ha interconnesso come mai i paesi di tutto il globo, nell’ambito di un mercato unico a livello mondiale, ma anche in relazione alla creazione di legami economici, oltre che politici, diplomatici, industriali e finanziari. Già nell’Ottocento i teorici del pensiero liberale, in particolare Benjamin Constant, teorizzarono che lo “spirito del commercio” avrebbe preso il posto dello “spirito del dominio”, portando a una nuova era dell’umanità nella quale, grazie allo sviluppo delle società industriali, la violenza non sarebbe stata più cruciale per lo sviluppo economico e civile. Oggi, nel contesto di un’economia globalizzata a livello mondiale, la ragnatela di relazioni che connette le nazioni è troppo fitta e solida per permettere lo scoppio d’un conflitto mondiale. La globalizzazione dei mercati e la crescente interconnessione tra gli Stati hanno elevato i costi della guerra fino a renderla sostanzialmente sconveniente, tanto economicamente che per la risoluzione delle controverse internazionali. Condannati alla convivenza, al netto di alcune conflittualità locali, la Terza guerra mondiale è uno scenario nei fatti alquanto inverosimile.

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