Misure antitrust contro le Big Tech
FAVOREVOLE O CONTRARIO?
Le Big Tech sono le grandi aziende che influenzano il mercato della tecnologia. Esse realizzano un vero e proprio sistema ed esercitano un’influenza sotto ogni punto di vista, che si esplica spesso in accordi per distogliere la concorrenza e abusare delle proprie posizioni in ambito economico.
Dagli Stati Uniti all’Europa, fino ad arrivare all’Italia, sono diverse le misure adottate dall’antitrust per cercare di sanzionare prima e contenere poi tale fenomeno, ma non sempre i risultati sono stati quelli sperati. Tali misure mirano a salvaguardare l’interesse e il benessere collettivo ma spesso sono troppo blande e ancorate a un passato spazzato via ormai dalle nuove tecnologie, tanto da risultare obsolete.
IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:
Il Digital Markets Act e il Digital Service Act affrontano molte criticità che riguardano l’utente delle grandi piattaforme tecnologiche.
Il peso economico e sociale delle Big Tech rende inevitabile un’influenza significativa dal punto di vista politico. Esistono alternative all’applicazione delle misure antitrust.
Le misure antitrust finora predisposte sono del tutto insufficienti per contrastare il fenomeno della distorsione della concorrenza .
Esistono numerose sentenze che hanno fatto la storia dell’Antitrust e costretto le big tech a rivedere il proprio operato.
Le aziende che acquisiscono una posizione di predominio nel pieno rispetto delle leggi portano sicuramente vantaggi sociali ed economici agli utenti.
Le principali aziende del Tech usano prezzi predatori in modo da mettere fuori gioco i concorrenti, oppure offrono servizi gratuiti, salvo poi raccogliere una gran quantità di dati degli utenti.
Le misure antitrust tutelano il consumatore e gli equilibri di mercato
Al fine di garantire l’utente finale e contenere e ridurre lo strapotere delle Big tech sul mercato digitale, si assiste a una sempre più massiccia legislazione antitrust supportata da diverse pronunce. Il Digital Markets Act e il Digital Service Act affrontano molte criticità che riguardano l’utente delle grandi piattaforme tecnologiche.
Il focus delle misure antitrust non deve necessariamente concentrarsi sul consumatore finale, poiché spesso le stesse big tech si appellano proprio ai vantaggi per il consumatore per sostenere le loro politiche monopolistiche. Il peso economico e sociale delle Big Tech rende inevitabile un’influenza significativa dal punto di vista politico. Esistono alternative all’applicazione delle misure antitrust.
I disagi arrecati dall’applicazione delle misure antitrust sono inferiori rispetto ai profitti delle Big Tech
Apple, Amazon, Google, Facebook e Microsoft risentono di questa campagna legislativa e mediatica e provano in tutti i modi ad opporsi influenzando politica e opinione pubblica. Esistono ormai numerose sentenze che hanno fatto la storia dell’Antitrust e costretto le big tech a rivedere il proprio operato.
Sono sempre più salate le multe comminate alle realtà Big Tech ma rapportate al loro patrimonio rischiano di essere come un ago in un pagliaio. I colossi non sembrano per nulla spaventati da questa politica repressiva.
Le misure antitrust finora predisposte sono del tutto insufficienti per contrastare il fenomeno della distorsione della concorrenza e i tribunali non si espongono quasi mai contro i colossi del Big Tech.
Monopolio non ha necessariamente un’accezione negativa
Le situazioni di monopolio rappresentano un abuso inaccettabile e sono pericolose per l’intera società e per gli utenti.
L’eliminazione di alcuni concorrenti o la limitazione di altri non conduce automaticamente al libero mercato. Il monopolio di un privato non è di per sé dannoso perché inizialmente può essere frutto solo ed esclusivamente di ambizione e duro lavoro.