Referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari
FAVOREVOLE O CONTRARIO?
L’11 luglio 2019 viene approvato in Senato il disegno di legge costituzionale A.S. 214-515-805-B "Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari", che prevede il passaggio dagli attuali 630 a 400 deputati e dagli attuali 315 a 200 senatori, riaprendo di fatto il dibattito attorno a una questione già affrontata durante le passate legislature. L’8 ottobre 2019 il parlamento, con larghissima maggioranza, approva in via definitiva il disegno di legge, ma già dal giorno successivo inizia la raccolta firma da parte di parlamentari per portare i cittadini a esprimersi in merito, attraverso un referendum confermativo senza quorum, come previsto dall'articolo 138 della Costituzione.
Inizialmente previsto per il 29 marzo 2020, il referendum è stato poi posticipato a causa dell’emergenza COVID al 20 e 21 settembre 2020, in concomitanza con le elezioni amministrative e regionali.
In molti sostengono che una riduzione di parlamentari e senatori garantirebbe un Parlamento più snello ed efficace, oltre a un notevole risparmio per le casse dello Stato. Al contrario, secondo il parere di altri, la riforma avrebbe il solo effetto di aumentare la distanza tra rappresentanti e cittadini. Il risparmio, inoltre, sarebbe minimo in confronto a una così drastica azione limitativa sulla rappresentanza democratica nel nostro Paese.
IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:
Referendum confermativo, ultimo baluardo a tutela della democrazia parlamentare
Contro la riforma che prevede la riduzione dei parlamentari, che sarà oggetto del referendum confermativo, si sono schierati gli esponenti di +Europa e una parte di quelli di Forza Italia. Anche l’economista Carlo Cottarelli ha espresso le proprie perplessità in merito, alla luce degli esigui risparmi previsti e calcolati. Stessa posizione è stata assunta da Alessandra Algostino, docente di Diritto Costituzionale presso l’Università di Torino.
Favorevoli alla riforma le forze di governo del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico, ma anche diversi partiti d’opposizione, tra cui Fratelli D’Italia. Gianluca Perilli, capogruppo al Senato del M5S, afferma che i risparmi previsti sono molto maggiori di quelli presentati dagli oppositori della riforma. Anche Luigi Zanda, senatore del Partito Democratico, si è detto favorevole alla riduzione dei parlamentari, che ritiene però debba essere reso coerente con tutto il resto dell’ordinamento. Favorevoli anche gli esponenti di FdI, tra cui la leader, Giorgia Meloni, e il deputato Fabio Rampelli.
Il taglio dei parlamentari garantirà un Parlamento più snello, efficace e al servizio del cittadino, oltre a un notevole risparmio per le casse dello Stato
La semplice riduzione dei parlamentari non incide sul problema di fondo del meccanismo istituzionale italiano, ovvero il bicameralismo “ripetitivo” delle Camere. È una riforma che altera le soglie di sbarramento: formalmente restano al tre, ma sostanzialmente passano, a seconda delle regioni, al 10-20%, in quanto per eleggere meno parlamentari in collegi più grandi serviranno più voti.
L’effetto del taglio è allentare sempre di più i legami umani della rappresentanza politica e favorire la selezione dall’alto dei candidati, trasferendo il diritto e la responsabilità di eleggere i parlamentari dai cittadini agli apparati politici.
Inoltre, con la riforma si arriverebbe a un senatore ogni 150mila elettori in Italia e uno ogni 705mila all’estero (alla Camera le proporzioni sono le stesse), una condizione inaccettabile. Altra stortura è che al Senato solo il partito più grande avrebbe rappresentanti, come nelle dittature.
Il risparmio sarebbe inoltre bassissimo: 57 milioni di euro all’anno, pari allo 0,007% della spesa pubblica, ovvero una somma irrisoria, se paragonata al bilancio dello Stato.
Il taglio di 345 poltrone proposto nel disegno di legge costituzionale A.S. 214-515-805-B va a contrastare l’immagine avvilente e anacronistica di un Parlamento che ignora le nuove esigenze dei cittadini e che mantiene i propri interessi in una sorta di auto-conservazione che sa di immobilismo. Il disegno, infatti, renderà la nostra democrazia più snella ed efficiente e comporterà inoltre un risparmio per gli italiani di mezzo miliardo di euro a ogni legislatura (ovvero 345 stipendi da 14 mila euro al mese). Dunque, una proposta che, una volta in vigore, comporterà anche una maggiore efficienza e, potenzialmente, maggiore prestigio dei due rami del Parlamento e un ruolo rafforzato di quest’ultimo. Non c’è dubbio infatti che un Parlamento più snello sia un Parlamento nel quale si decide prima e nel quale sia possibile anche riscoprire maggiormente le competenze.
Il disegno, inoltre, permetterebbe di adeguare l’Italia agli altri Paesi europei, dal momento che attualmente l’Italia ha il numero più alto di parlamentari d’Europa e maggiore persino rispetto agli USA; da ciò ne consegue un numero spropositato di leggi, spesso inutili.
La riduzione del numero dei parlamentari nei dibattiti della Palestra di Botta e Risposta
Quando si discute è bene essere seri, ma non seriosi. Si può sempre aggiungere un sorriso, perché strappare un sorriso è strappare un pezzo di consenso. Si può ricorrere ad un'immagine, perché l'analogia è una stella cometa che non solo illumina, ma orienta. Ecco quindi, nello spirito giocosamente leggero delle dispute d'un tempo, alcuni interventi contrari alla Riduzione del numero dei parlamentari da Palestra di Botta e Risposta.
Il progetto “Palestra di Botta e Risposta” nasce nel 2006 e si propone di integrare il curriculum scolastico degli istituti superiori con la formazione al dibattito e l’organizzazione di tornei di dibattito regolamentato. A questi tornei, dopo una formazione propedeutica, parteciperanno, confrontandosi su questioni controverse, squadre di diversi istituti. Dal 2011 Palestra di Botta e Risposta propone progetti di dibattito anche per Istituti di Istruzione Secondaria di Primo Grado e dibattiti in inglese.
Quando si discute è bene essere seri, ma non seriosi. Si può sempre aggiungere un sorriso, perché strappare un sorriso è strappare un pezzo di consenso. Si può ricorrere a un'immagine, perché l'analogia è una stella cometa che non solo illumina, ma orienta. Ecco quindi, nello spirito giocosamente leggero delle dispute d'un tempo, alcuni interventi favorevoli alla Riduzione del numero dei parlamentari da Palestra di Botta e Risposta.
Il progetto “Palestra di Botta e Risposta” nasce nel 2006 e si propone di integrare il curriculum scolastico degli istituti superiori con la formazione al dibattito e l’organizzazione di tornei di dibattito regolamentato. A questi tornei, dopo una formazione propedeutica, partecipano, confrontandosi su questioni controverse, squadre di diversi istituti. Dal 2011 Palestra di Botta e Risposta propone progetti di dibattito anche per Istituti di Istruzione Secondaria di Primo Grado e dibattiti in lingua inglese.