Il nucleare non conviene ed è dannoso per la salute e per l'ambiente: intervista ad Angelo Baracca

Il prof. Angelo Baracca, docente in pensione di Fisica Teorica dell’Università di Firenze, autore di numerose pubblicazioni sul nucleare, esperto da tempo impegnato sul tema dell’impiego sia militare che civile del nucleare, intervistato dalla Redazione Pro\Versi il 16 luglio 2016, sfata alcuni luoghi comuni sulla convenienza di un ritorno al nucleare e, anzi, sostiene con forza la necessità di abbandonarlo definitivamente.

L ’energia nucleare contribuisce significativamente alla riduzione delle emissioni di gas serra e di CO2. Favorevole o contrario?

Angelo Baracca: "Contrario. La storia che l'energia nucleare è priva di emissioni di CO2 è una fandonia, che è stata sfatata da vent'anni con ragionamenti quantitativi da Storm Van Leeuwen. Il reattore non emette gas serra, ma tutto il resto del ciclo nucleare (la testa: estrazione e lavorazione dell'uranio, preparazione del combustibile, e la coda: gestione dei residui nucleari e decommissioning) non ne è esente, cosa addirittura evidente. Vero è che nello stadio attuale di sviluppo, o meglio stasi, dell'energia nucleare le emissioni complessive sono inferiori rispetto ad altre fonti di energia, ma come Van Leeuwen ben dimostra, se potessero svilupparsi massicci programmi nucleari lo sfruttamento di minerali più poveri di uranio porterebbe ad un aumento delle emissioni complessive (anche questo piuttosto intuitivo). Tutta la coda del ciclo nucleare rimane da gestire e risolvere, ci aspetta il decommissioning di centinaia di centrali nucleari".

L’energia nucleare non comporta seri rischi per la salute. Favorevole o contrario?

Angelo Baracca: "Contrario. A parte gli incidenti nucleari gravi, dimostratisi assai più frequenti di quanto si voleva pensare, vi sono ormai prove evidenti che anche durante l'esercizio normale le centrali nucleari rilasciano emissioni radioattive. Le indagini epidemiologiche effettuate dimostrano nelle popolazioni che vivono nelle zone prossime alle centrali nucleari un aumento vari tipi di malattie, tra le quali tumori. So bene che i fautori dell'energia nucleare negano tutto questo, ma ormai negano l'evidenza. Tra l'altro, il quadro interpretativo degli effetti sanitari si sta rivelando sempre più superato, nel nuovo contesto dell'epigenetica si sono dimostrati effetti indiretti che sulla base della genetica tradizionale sarebbero esclusi".

Le centrali nucleari non sono sicure. Favorevole o contrario?

Angelo Baracca: "Favorevole. Negli anni Settanta il rapporto Rasmussen prevedeva una probabilità trascurabile del verificarsi di incidenti nucleari, ma venne presto contraddetto dall'incidente di Harrisburg del 1979. Nei successivi 35-40 anni si sono verificati ben 5 incidenti nucleari gravissimi, tenendo conto che a Fukushima si è verificato il meltdown in 3 reattori più un incidente molto grave ad una piscina di disattivazione del combustibile esaurito, che non era mai stato previsto. Una frequenza statistica della probabilità di un incidente grave ogni 7-8 anni. Le conseguenze di un incidente grave perdurano almeno per decenni. A Chernobil dopo 30 anni rimangono vastissime zone ufficialmente inabitabili. A Fukushima dopo 5 anni si continuano a raffreddare i reattori e a riversare acqua radioattiva nel mare. Oggi, in assenza del rilancio del nucleare, si prolunga l'attività dei reattori funzionanti aumentando le probabilità di incidenti".

Il nucleare è economico e competitivo. Favorevole o contrario?

Angelo Baracca: "Contrario. Il contributo dell'energia nucleare è in diminuzione a livello mondiale. L'agognato rilancio del nucleare non c'è, a dispetto di tutti gli sforzi e le sovvenzioni statali. I reattori costruiti o in via di costruzione sono quasi tutti in Asia. La spiegazione elementare è che l'energia nucleare non è competitiva, mentre i costi delle rinnovabili sono in picchiata. I tempi di costruzione delle centrali si allungano, i costi lievitano, grandi capitali devono essere immobilizzati per tempi lunghi e non prevedibili. I reattori francesi EPR in Finlandia e a Flammanville, Francia, sono in costruzione da più di 10 anni, non si sa se e quando finiranno, e costi sono pressoché raddoppiati. Il progetto britannico di Hinkley Point per due reattori francesi EPR, che prevede un costo dell'energia elettrica prodotta garantito per 25 anni doppio del prezzo attuale, si trascina già da anni, e il costo previsto è già lievitato da 29 a 35 miliardi di Sterline prima ancora di partire, 20 miliardi di euro a reattore!".

Le scorie radioattive rappresentano un serio problema. Favorevole o contrario?

Angelo Baracca: "Favorevole. Basta considerare come il nostro paese non riesce dopo 30 anni a risolvere il problema del deposito nazionale per l'esigua quantità di residui nucleari derivata dall'esercizio limitato nel tempo di pochi reattori, continuando a tenerli in una ventina di depositi definiti provvisori, le cui condizioni continuano a deteriorarsi, e il cui numero moltiplica i rischi di incidenti. Dopo 60 anni dal decollo dell'energia nucleare nessun paese ha ancora realizzato un deposito nazionale definitivo per i residui radioattivi. Decine di migliaia di tonnellate di combustibile esaurito si accumulano pericolosamente in piscine. Ormai solo la Francia esegue il ritrattamento, producendo, altre a scorie radioattive pericolosissime, ulteriore plutonio, materiale di interesse militare, che non esiste in natura".