L'immigrazione incontrollata porterà all'islamizzazione dell'Europa e al suo crollo

I “buonisti” delle “porte aperte” sono complici del progetto di cancellazione delle culture nazionali europee

Il vicepresidente del Senato ed esponente di punta della Lega Nord, Roberto Calderoli, affida il suo pensiero ad un post su Facebook, ripreso poi dal sito del Partito: (Lega, Calderoli: "La Boldrini critica chi pone limiti all'invasione, della quale sono complici i buonisti come lei", “leganord.org”, 2 maggio 2016).

Il vicepresidente del Senato definisce “l'assurdo disegno” di integrazione europea “follia, incoscienza, scientifica volontà di cancellare la nostra società, la nostra cultura e le nostre tradizioni sostituendole con quelle dei cosiddetti ‘migranti’!”, che sfocia in un vero e proprio progetto di “invasione” della quale i “buonisti” della sinistra europea (in Italia rappresentata dal governo Renzi e dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, già portavoce dell'UNHCR, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani) è complice attiva.

E la “battaglia per la cultura” rimane uno dei cavalli di battaglia della destra in tutta Europa. Riguardo l'accordo con la Turchia, che pure permetterà il ricollocamento al di fuori dei confini dell'Unione dei rifugiati siriani bloccati in Grecia, Heinz-Christian Strache, leader del Partito della Libertà (Hpö), si dice fermamente contrario per motivi identitari: uno degli slogan che lo hanno reso famoso è “Vienna non sarà Istanbul”, perché, spiega, “La Turchia non è Europa […] né geograficamente, né culturalmente, né storicamente”.

Per questo motivo, “non può essere che politici europei prendano decisioni sopra le teste dei cittadini” che ci porterebbero alla formazione di una “Unione Euro-asiatica”.

La stragrande maggioranza della popolazione austriaca (l'85%, secondo quando riportato dallo stesso Strache) sarebbe contraria all'ingresso della Turchia in Europa, e dunque l'Hpö si opporrà alla firma del trattato e di qualunque altro accordo che ne velocizzi il processo di ingresso (Tonia Mastrobuoni, Austria, Strache: "Vogliamo un Tirolo di nuovo unito. Renzi e Merkel sono scafisti di Stato", “la Repubblica”, 5 maggio 2016).

L'immigrazione non ha cause, è uno strumento del proselitismo islamico

Gyula Márfi, arcivescovo di Veszprém, una delle principali autorità ecclesiastiche dell'Ungheria, ha affermato, secondo quanto riportato da Robert Favazzoli su “Il Giornale”, che “la migrazione prevalentemente non abbia cause, ma scopi specifici" (L'arcivescovo ungherese: "L'immigrazione porta all'islamizzazione dell'Europa", 28 aprile 2016).

Di quale scopo si tratti, è presto detto: “lo scopo è quello di occupare l’Europa, dove momentaneamente tutti credono ciò che vogliono, ma generalmente nessuno crede niente. Questo è un terreno ideale da conquistare per l’islam”.

È per questo che "chi parla solo di cause mente o si sbaglia. La sovrappopolazione, la povertà o la guerra hanno solo un ruolo di secondo o di terzo grado nella migrazione”.

L'Islam promuove un'idea di Stato e di società che è incompatibile con la democrazia di tipo europeo

Secondo il leader del Partito della Libertà (Fpö) Heinz-Christian Strache, “l'Islam non è solo politica, è un sistema sociale, di diritto, inderogabile”.

È quest'ultima caratteristica in particolare a renderla “Inconciliabile, con noi” europei.

“Noi ci battiamo contro l'islamizzazione dell'Europa" ha dunque messo ben in chiaro in un'intervista rilasciata a Tonia Mastrobuoni per il quotidiano “la Repubblica” (Austria, Strache: "Vogliamo un Tirolo di nuovo unito. Renzi e Merkel sono scafisti di Stato", 5 maggio 2016).

Non è necessaria nessuna “supplenza” europea, l'Italia può gestire da sola il problema della sicurezza

Il ministro degli Interni Angelino Alfano (NCD, Nuovo Centro-Destra), ha rivendicato con forza il suo operato e l'indisponibilità a una collaborazione con l'autorità giudiziaria austriaca che si configuri come una “supplenza” da parte dell'Austria nei confronti dell'Italia.

"Abbiamo detto no” - ha specificato – “al controllo da parte della polizia austriaca sui treni in territorio italiano", non ce n'è necessità, l'Italia può attuare da sé il controllo sul proprio territorio.

Certo, ha riconosciuto alcune carenze nel sistema, e ha assicurato di aver “chiesto più poliziotti, carabinieri, finanzieri e anche militari per un rafforzamento del controllo dei flussi e degli itinerari stradali e ferroviari che portano al Brennero"

(Brennero, Alfano vede il ministro austriaco: "Evitata crisi e chiusura". Allarme Bruxelles, “Ansa.it”, 28 aprile 2016), ma l'azione del governo quanto a controllo delle migrazioni illegali, rivendica Alfano, è autonoma e funzionante.

A sostegno di quanto dichiarato dal ministro Alfano, interviene Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione Europea: “Il paragone tra il Brennero e la rotta balcanica non è basato sui fatti, è basato sulle emozioni” ha dichiarato in un'intervista rilasciata ad Andrea Bonanni per “La Repubblica”, (Timmermans: "O si accoglie o si paga. Così la Commissione vuole il nuovo asilo nei Paesi d'Europa", 4 maggio 2016).

“Non vedo elementi”, ha aggiunto, “che possano giustificare la chiusura del confine tra Austria e Italia”; Italia e Grecia non possono essere comparate, ha concluso: “è chiaro. L'Italia ha strutture forti e le autorità controllano la situazione”.

Il vicepresidente della Commissione non esclude comunque che, in caso di necessità – se l'Italia dovesse essere travolta dall'annunciato flusso di migranti estivo – la Commissione potrebbe intervenire con non meglio specificati provvedimenti ad hoc in sostegno del paese.

Le autorità italiane hanno alta competenza in materia di contrasto al traffico di esseri umani

Che l'Italia sia un paese non competente dal punto di vista del contrasto all'immigrazione illegale sembra essere un luogo comune smentito dai principali attori che si occupano di management di frontiera.

Rob Wainwright, direttore di Europol, l'Agenzia europea per il controllo della criminalità, ha riconosciuto, nel corso di un'audizione di fronte al comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen e di vigilanza in materia di immigrazione “le alte competenze delle autorità italiane nel settore dello scambio delle informazioni relative al contrabbando di migranti", felicitandosi per "l'eccellente livello di cooperazione e collaborazione” instauratosi tra l'autorità giudiziaria italiana e i membri di Europol (Terrorismo, Europol: possibile nuovo attacco in Europa ma nessuna minaccia specifica all'Italia, “La Repubblica”, 4 maggio 2016).

Le autorità italiane non hanno applicato le regole di Dublino perché non sono state messe nelle condizioni di farlo

“Negli ultimi anni gli italiani si sono fatti carico della nobile impresa di soccorrere decine di migliaia di profughi dal rischio di naufragio. E nel farlo hanno salvato anche la dignità dell’Europa. Lo hanno fatto in un periodo in cui questa stessa Europa preferiva guardare dall’altra parte e ignorare le tragedie nel Mediterraneo come se fossero una faccenda meramente italiana” scriveva su “Internazionale” Olivier Meier, corrispondente italiano per “Suddetusche Zeitung”; “i loro appelli alla solidarietà, alla condivisione e alla giusta ripartizione del carico” – proseguiva – “si sono persi nel vuoto. Sono rimbalzati contro gli egoismi nazionali” (Il muro al Brennero è il simbolo di una sconfitta europea, “Internazionale”, 29 aprile 2016).

A riconoscere questa situazione di fatto non è solo il mondo del giornalismo “di sinistra”, ma gli stessi vertici delle istituzioni europee: il vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans ha ricostruito la vicenda con una semplicità e una lucidità mancate per lungo tempo in sede europea: "Perché siamo arrivati a questa crisi? Perché per anni non abbiamo ascoltato la Grecia e l'Italia quando chiedevano solidarietà agli altri europei. Questa situazione è andata avanti per molti anni. E alla fine l'Italia e la Grecia hanno detto: ok non ci aiutate e allora dobbiamo fare da soli. E hanno cominciato a non applicare le regole di Dublino” (Andrea Bonanni, Timmermans: "O si accoglie o si paga. Così la Commissione vuole il nuovo asilo nei Paesi d'Europa", “La Repubblica”, 4 maggio 2016).

La conclusione è chiara: l'Italia, lasciata da sola a fronteggiare la crisi migratoria, l'enorme afflusso di migranti sulle proprie coste e il peso dell'accoglienza di un numero elevato di richiedenti asilo, ha pensato bene di aggirare le norme europee e ha “chiuso un occhio” sulla registrazione dei migranti al primo ingresso, o sugli spostamenti secondari di paese membro in paese membro; Meiler ipotizza qualche complicità in più, strizzando nello stesso tempo l'occhio al pubblico di lingua tedesca, arrabbiato per le mancanze dell'Italia in tema di rigidità dei controlli alle frontiere, che hanno condotto alla chiusura della frontiera del Brennero da parte austriaca, e richiamando i cittadini europei alle proprie responsabilità: “naturalmente è vero che spesso gli italiani hanno violato le norme della convenzione di Dublino: hanno fatto passare tanti migranti con un cenno del capo, senza registrarli. Ad alcuni, probabilmente, hanno perfino messo in mano un biglietto di treno per il nord. Ma chi può rimproverarglielo?” (Il muro al Brennero..., cit.).

L'Italia ha già fatto molto, e questo deve essere riconosciuto dall'Europa con fondi ad hoc

Non solo l'Italia non deve sentirsi in difetto per la gestione delle frontiere e del flusso di migranti in Europa: secondo la presidente di Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale, Giorgia Meloni, è necessario che l'Europa riconosca all'Italia una posizione di specifica esposizione (legata alla sua collocazione geografica) e di particolare impegno a livello finanziario e logistico.

Per la leader di FdI, l'Italia deve pretendere dall'UE l'inclusione, nell'accordo sulla redistribuzione dei migranti, la “clausola della Nazione più esposta” (Immigrazione: tre le proposte di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, “francozaffini.it”, consultato il 9 maggio 2016).