Bisogna superare il sistema di Dublino: bisogna identificare direttamente in mare i richiedenti asilo e distribuirli in tutta l'Europa

È necessario superare il regolamento di Dublino su rifugiati e richiedenti asilo

Nel corso di una conferenza stampa congiunta con il commissario dell'Unione Europea per gli Affari Interni, l'Immigrazione e la Cittadinanza, il ministro degli Interni Angelino Alfano ha affermato, a fine aprile 2016, di stare mettendo a punto “una proposta da presentare all'Unione europea per l'uso delle navi per l'identificazione dei migranti, per poter prendere impronte digitali e dati anagrafici in mare durante i soccorsi” (Migranti. Alfano: “con UE attivare hotspot in mare”. Avramopoulos: “tesi interessante”, “rainews.it”, 27 aprile 2016).

“Così non avremo un posto fisso a terra creando degli hotspot sul mare", ha spiegato il ministro, chiarendo qual è l'intento della proposta: scavalcare il sistema di Dublino, che lega inscindibilmente l'erogazione della protezione internazionale al paese di primo ingresso sul suolo europeo da parte del migrante.

Venendo avanzata direttamente in mare, la richiesta di asilo sarebbe diretta all'Unione Europea nel suo complesso, e non al singolo Stato, che vedrebbe così sgravato significativamente delle responsabilità di accoglienza.

A questo sistema di identificazione in mare non può non fare da corollario un sistema automatico di redistribuzione dei rifugiati all'interno dei paesi dell'Unione.

Il disagio nei confronti di un sistema che grava completamente sulle spalle dei singoli Stati è stato espresso più volte da parte italiana nel biennio 2014-2015 e rimane una rivendicazione comune ai partiti di governo, come appunto Nuovo Centro-Destra del ministro Alfano, quanto a quelli di opposizione: ad esempio secondo Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale) è necessario “intervenire in sede Ue per cambiare il regolamento Dublino 3 sui richiedenti asilo, che oggi scarica interamente questo problema sulle spalle delle Nazioni di frontiera” (Immigrazione: tre le proposte di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, “francozaffini.it”, consultato il 9 maggio 2016)

Da parte europea le reazioni sono sempre state tiepide, come testimonia l'adozione di un sistema di rimpatri esclusivamente su base volontaria.

Ora le cose sembrano cambiare: secondo il commissario dell'Unione Europea per le Migrazioni, gli Affari Interni e la Cittadinanza Avramopoulos, "gli Stati devono capire che se vogliono evitaremovimenti secondari irregolari e fuori controllo, il ricollocamento è l'unica soluzione” (Migranti: Avramopoulos, su ricollocamenti possibili azioni legali, “Ansa.it”, 3 maggio 2016).

"Se tutti i Paesi della Ue partecipassero alla distribuzione dei rifugiati non ci sarebbe alcun problema", nota del resto il presidente del Parlamento Europeo, Martin Schultz (Spd, Partito Socialdemocratico tedesco), “ma se partecipano solo sei o sette Paesi - come l'Italia, la Grecia, la Germania - allora per quei Paesi si pone un problema" (Migranti, Vienna: nessun sostegno muro al Brennero. Pieno sostegno al piano Renzi, “Rainews.it”, 7 maggio 2016).

Per il commissario Avramopoulos è chiaro che “dobbiamo evitare che il sistema di asilo italiano vada sotto sforzo”, e per fare questo, assicura – la Commissione offre il suo sostegno finanziario e tecnico" (Migranti: Avramopoulos...cit.).

E questo appoggio sembra arrivare proprio dalla Commissione Europea, il cui vicepresidente, Frans Timmerman, se pure non menziona il dettaglio tecnico degli hotspot marittimi proposti da Alfano, afferma la necessità del superamento del meccanismo di assegnazione previsto dagli accordi di Dublino: "la nostra idea è di proporre un meccanismo per cui, se un Paese è travolto dall'afflusso di rifugiati, scatta una solidarietà automatica e i richiedenti asilo sono ridistribuiti in tutta la Ue in base a quote predefinite" (Andrea Bonanni, Timmermans: "O si accoglie o si paga. Così la Commissione vuole il nuovo asilo nei Paesi d'Europa", “La Repubblica”, 4 maggio 2016).

Un meccanismo di redistribuzione non sarà svantaggioso per i paesi con un welfare più attraente: l'obiettivo è una divisione equa degli oneri in sede europea

Il commissario dell'Unione Europea per le Migrazioni, gli Affari Interni e la Cittadinanza, Dimitris Avramopoulos, ha rassicurato i paesi membri che “anche mentre pianifichiamo la riforma di Dublino, resta comunque il principio che non si può scegliere il Paese in cui si fa la domanda di asilo”.

Una questione che interessa particolarmente quei paesi del Nord Europa che, come Germania, Svezia e Danimarca, hanno un sistema di welfare decisamente più accogliente e funzionante di quello italiano, greco o spagnolo, e sono dunque meta di movimenti secondari irregolari: una volta obbligati a fare richiesta d'asilo in uno di questi paesi, molti migranti, prima ancora di attendere il diniego o un verdetto potenzialmente positivo, “espatriano” verso la Francia o l'Austria, dirigendosi verso Nord.

Questo ha provocato la reazione infastidita di molti di questi paesi, che richiamano l'Italia alle proprie responsabilità dettate dagli accordi di Dublino e temono che un sistema di ricollocamento calibrato sul principio per cui chi ha un sistema di welfare più avanzato e solido possa “fare di più” rispetto a paesi in difficoltà economiche (prima fra tutte, la Grecia) finirebbe per danneggiare pesantemente le proprie economie nazionali.

“Quello che vogliamo cambiare è ottenere una più equa e più automatica redistribuzione dei rifugiati, e anche dissuadere la gente dallo spostarsi da un Paese ad un altro”, ha dunque precisato Avramopoulos, che assicura: "per ora, gli accordi di Dublino restano validi”

(Andrea Bonanni, Dimitris Avramopoulos: "L'Italia deve prepararsi, arrivi in aumento, accelerate i rimpatri, la Ue pronta ad aiutarvi", “La Repubblica”, 27 aprile 2016).

L'identificazione in mare potrebbe favorire rimpatri illegali

Avanza delle perplessità riguardo alla proposta dell'identificazione in mare tramite l'istituzione di hotspot galleggianti Christopher Hein, già funzionario dell'UNHCR, l'alto commissariato europeo per i Rifugiati,

Il Consigliere strategico del CIR (Consiglio Italiano Rifugiati) ventila la possibilità che l'intento del governo italiano sia quello di sbarazzarsi dei migranti prima ancora che tocchino il suolo italiano, tagliando alla radice il problema del sovraccarico del sistema di accoglienza del nostro paese e dei nostri rapporti con Stati confinanti, come l'Austria: “se ci si limiterà all’identificazione dei migranti, non ci trovo nulla di scandaloso” ha precisato Hein.

“Non vorrei” – è la preoccupazione del commissario del CIR – “che questo progetto di hotspot sul mare contemplasse direttamente misure d’espulsione dalle navi al largo", andando a configurarsi come un progetto che porti definitivamente il Mediterraneo ad essere muro fra le terre, e non più mare (Migranti, Alfano: "In arrivo hotspot anche galleggianti, così non fuggirà nessuno", “La Repubblica”, 18 maggio 2016).