Uber non può operare in Italia, è illegale

La legge italiana va cambiata e il monopolio dei taxi deve finire

In commento alla prima decisione giudiziaria di Milano che ha accolto il ricorso delle associazioni di categoria dei taxi, sospendendo il servizio UberPop (confermata poi il 9 luglio dal Tribunale), il vicedirettore del “Fatto Quotidiano”, Stefano Feltri, scrive che se “a Milano i tassisti hanno vinto una battaglia, sono destinati però a perdere la guerra”. In “Uber, la guerra che i taxi hanno già perso”, il blog di Stefano Feltri, (“Il Fatto Quotidiano”, 4 giugno 2015), il vicedirettore scrive che i giudici possono anche avere applicato la legge, tuttavia una legge superata dagli eventi e sbagliata, perché concepita per tutelare eccessivamente una categoria, quella dei tassisti, che in Italia opera di fatto come un monopolio, applicando tariffe eccessive che hanno sempre reso il taxi un mezzo riservato alle classi ricche e senza i requisiti del vero servizio pubblico. Una legge, quella italiana sul “trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea”, risalente al 1992, quando ancora non esistevano né internet né le app e che, secondo Feltri, ha garantito per quasi 25 anni ai tassisti di “approfittare parecchio della loro condizione protetta”. Feltri commenta inoltre il parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti in materia: “Dicono esattamente questo: i tassisti stanno abusando da anni della condizione di semi-monopolio che hanno in cambio della qualifica di “servizio pubblico”. E sull’analisi dell’Autorità sulle componenti e l’aumento in Italia delle tariffe: “Riguardo alle dinamiche tariffarie, per le città campione, negli ultimi anni si sono registrati aumenti di norma superiori a quello dell’inflazione. Ad esempio, tra il 2006 ed il 2014, a fronte di un aumento medio dei prezzi del 15% (dati Istat), a Roma le tariffe sono aumentate del 37%, a Firenze del 29% e a Milano del 23%. …. i prezzi sono saliti quasi il doppio dell’inflazione, quando in un sistema di concorrenza perfetta, la differenza dovrebbe essere zero. Ma i tassisti, finora, hanno potuto fare quello che volevano, spennando i clienti senza offrire alcun miglioramento nella qualità dei servizi (eufemismo)”.

Dello stesso parere Fabrizio Ravelli, giornalista di “Repubblica”, che sul blog "20 righe" presente sulla stessa testata, con Tassisti senza concorrenza del 18 febbraio 2014, chiede al Comune di Milano di scongiurare l’ennesimo sciopero minacciato dai tassisti, proprio prima di “Moda Donna” e giudica ingiuste e prepotenti le proteste della categoria contro l’apertura al nuovo servizio di Uber. “… i tassisti pretendono, con la minaccia di paralizzare la città, che l’amministrazione pubblica li metta al riparo dalla concorrenza. Abbiamo a Milano un servizio taxi scadente e carissimo, e per di più male organizzato: i taxi o sono introvabili, oppure stazionano a centinaia nei posteggi. Quasi impossibile pagarli con la carta di credito. Modesti i tentativi della categoria di venire incontro alla clientela. Ma è così facile chiedere al Comune di essere protetti”.

Uber è illegale e non può operare in Italia

E’ nel 2014 che in Italia iniziano le prime tensioni tra gli autisti, il management della neo arrivata Uber e le categorie dei tassisti che, soprattutto a Milano e Torino, sollecitano gli amministratori locali ad intervenire, minacciando ed attuando scioperi e cortei di protesta, sotto i Palazzi delle istituzioni locali.

Secondo i tassisti e le associazioni che li rappresentano, in Italia basterebbe applicare la legge vigente per non avere dubbi sulla illegittimità di Uber sul mercato, soprattutto riguardo al servizio di UberPop.

A livello politico, Maurizio Lupi, ministro dei Trasporti del governo Letta e del governo Renzi (fino alle dimissioni del 20 marzo 2015) e Roberto Maroni, governatore della Regione Lombardia, in più occasioni prendono le parti dei tassisti nella vicenda Uber, affermando che la legge nazionale esistente in materia impedisce l'esercizio abusivo della professione di trasporto di persone.

“Nessuna battaglia contro la tecnologia e l’innovazione, ma il servizio pubblico non in linea può essere effettuato solo da taxi o da servizio di noleggio con conducente (NCC) e chiunque altro lo svolge, lo fa al di fuori della legge: è la linea dettata dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi che ha cercato di mettere fine a una lotta che sta rendendo difficile da alcuni giorni la mobilità a Milano, incontrando un’ampia rappresentanza dei tassisti in Prefettura assieme al governatore lombardo Roberto Maroni e al sindaco milanese Giuliano Pisapia”. Così riporta “La Stampa” il 21 maggio 2014, su notizia ANSA, nell’articolo Lupi e Maroni all’attacco di Uber: "Tolleranza zero contro gli abusivi”, dopo il vertice a Milano di prefetti e sindaci col ministro dei Trasporti, per decidere la posizione da tenere nello scontro in atto tra autisti Uber e tassisti.

“la legge è chiarissima e non si presta a nessuna interpretazione” (Ibidem).

“La normativa vigente non consente l’uso dell’app Uberpop” (Uber vs taxi, Maroni: “La normativa vigente non consente l’uso dell’app”, “Il Fatto Quotidiano”, 21 maggio 2014); “chiunque proponga questo servizio, compie un esercizio abusivo della professione e ne risponde fino in fondo” (I tassisti non demordono in Italia del caso si occuperà il governo, “Economia&Finanza – Repubblica”, 2 giugno 2014) sono le dichiarazioni rilasciate in successive occasioni, dall’ex ministro dei Trasporti Lupi e dal governatore della Regione Lombardia, Maroni.

Tra il 2014 e il 2015, soprattutto a Milano e Torino, si sollecitano i Comuni ad applicare la legge contro Uber ed effettuare controlli attraverso i vigili urbani, per fermare gli autisti che operano in modo abusivo. A Torino è soprattutto il sindaco Piero Fassino che cerca di evitare gli scioperi della categoria, dichiarando che un’ordinanza ad hoc contro Uber sarebbe inutile, essendo già chiara la legge. “Accompagnato dagli Assessori ai Vigili, Giuliana Tedesco, e al Commercio, Mimmo Mangone, Fassino ha spiegato che l’ordinanza è inutile ‘perché c’è già la legge del ’92 che regola il trasporto pubblico dei cittadini e nei confronti della quale Uber è da considerarsi illegale. Così illegale che abbiamo già sequestrato 5 auto e altre ne sequestreremo se altri driver di Uber verranno sorpresi dai vigili”. Così il Sindaco di Torino, su Fassino s’arrende, taxi in sciopero, da “La Stampa.it” del 10 febbraio, a firma di Beppe Minello. A Torino la polemica col Comune riguardo lo sbarco di Uber si accende anche perché, secondo alcuni, il servizio non doveva essere permesso, già in base ad una mozione del Consiglio comunale della Giunta torinese del 2013, che si impegnava a perseguire i nuovi servizi di noleggio auto con conducente, che prendessero le chiamate, circolando in città, come fanno i taxi.