La Russia di Putin interviene militarmente in Siria per combattere contro l'Isis

Nuove armi per combattere l’Isis

Descrivendo i nuovi armamenti della Federazione Russa per combattere l’Isis, Putin afferma che i missili in dotazione all'arsenale russo rappresentano uno strumento moderno ed altamente efficiente che può essere armato sia con testate convenzionali sia con testate nucleari.
Stando a quanto dichiarato dall’articolo intitolato Guerra all’Isis, Putin: “Speriamo di non dover usare il nucleare” su “Panorama.it” in data 9 dicembre 2015, Mosca ha fornito analisi strategiche sull’impiego di questi armamenti in Siria. Il presidente Putin ha dichiarato: “Tutto deve essere analizzato, compreso quel che accade sul campo di battaglia e il modo in cui le armi colpiscono”.
Secondo il ministro della Difesa Šojgu le armi impiegate contro l’Isis avrebbero già distrutto martedì 8 dicembre 2015 un importante deposito di munizioni, una fabbrica di mine e infrastrutture petrolifere.
Il ministro ha inoltre menzionato la distruzione di due centri di comando dell’organizzazione terrorista nella provincia di Raqqa facendo notare che “il missile da crociera Calibre è tornato a dimostrare la sua efficacia sulle lunghe distanze”.
Il presidente russo Vladimir Putin si è augurato che i missili impiegati per i raid di inizio dicembre 2015 contro la città siriana di Raqqa non debbano mai essere armati con testate nucleari: “Decisamente niente di tutto ciò è necessario per combatterei i terroristi. E speriamo che non sia mai necessari”. 

 

Gli attacchi russi in Siria mirano alle strutture dell’Isis

L’articolo intitolato Guerra all’Isis, la Russia intensifica gli attacchi pubblicato su “Wired.it” in data 9 dicembre 2015 afferma che i raid russi compiuti in Siria sono stati diretti contro gli obiettivi strategici dello Stato Islamico.
L’intervento di Mosca in Siria, continua l’articolo, sembra essere approdato ad una fase più intensa in base a quanto rivelato dall’incontro tra Putin e il Ministro russo della Difesa Sergej Šojgu il quale si è espresso estremamente soddisfatto in merito all’impiego delle nuove armi dell’arsenale della Federazione Russa.
L’articolo riferisce che “la lotta contro il Daesh prosegue serrata ma è anche un vero e proprio campo di prova per analizzare cosa funziona di più per abbattere il nemico”.
L’escalation del conflitto è stata definita “in linea con le istruzioni presidenziali" ed è incominciata con tre giorni di pesanti attacchi a inizio dicembre 2015.
I primi obiettivi delle armi strategiche russe sono stati le strutture terroristiche del gruppo Isis nella città siriana di Raqqa. Grazie alle azioni di intelligence di Mosca nel mirino degli attacchi vi sono stati i depositi di munizioni ma anche impianti di produzione e soprattutto le infrastrutture petrolifere, in tutte le fasi della catena di creazione.
A dimostrare l’effettivo interesse della Federazione Russa nel combattere lo Stato Islamico in Siria sono stati i bombardamenti dei pozzi dell’Isis, stando a quanto riferito dall’esercito russo.
Per condurre gli attacchi la Russia ha intensificato ogni tipologia di raccolta di informazioni in Medio Oriente, inclusa la ricognizione satellitare.
La notizia è stata riportata da un articolo intitolato Siria, caccia russi bombardano i pozzi petroliferi dell’Isis. Raid USA contro le autobotti su “IlSole24Ore” in data 18 novembre 2015. L'articolo conclude affermando che l’aviazione militare russa ha dato la caccia alle autocisterne usate dall’Isis per trasportare il petrolio dalla Siria in Iraq, distruggendo una delle fonti principali di finanziamento del Califfato. Finora l’aviazione russa è riuscita a distruggere 1.500 autocisterne.  

 

Mosca propone una coalizione contro l’Isis

L’intensificazione dell’intervento russo in Siria è dovuta alla “rappresaglia di Mosca” per la bomba che, come hanno riconosciuto i servizi segreti di sicurezza dell’FSB, è stata la causa dell’esplosione dell’airbus A321 precipitato il 31 ottobre 2015 con 224 persone a bordo e rivendicata dall’Isis come atto terroristico.
I servizi segreti russi hanno annunciato una ricompensa di 50 milioni di dollari per chiunque fornisca informazioni per aiutare a rintracciare i terroristi dell’attentato.
La notizia è stata riportata dall’articolo di Antonella Scott intitolato Russia, raddoppiati raid contor l’Isis. Alleanza Putin-Hollande. Mosca chiede coalizione come contro Hitler su “ilSole24Ore.com” in data 17 novembre 2015.
Le priorità russe in Siria sono cambiate proprio a seguito della vicenda dell’attentato terroristico del 31 ottobre. Mosca ha alzato il tiro della campagna aerea contro il bastione dello Stato Islamico a Raqqa e altri obiettivi dell’Isis ad Aleppo e Idlib.
I dettagli degli attacchi in Siria sono stati divulgati dal ministro della Difesa russo il quale ha riferito che i raid condotti da Mosca sul territorio siriano si sono raddoppiati.
Il Capo di Stato Maggiore russo Valerij Gerasimov ha dichiarato che le truppe del governo di Damasco hanno lanciato un'offensiva su Palmira, l’antica città tra Raqqa e Damasco finita in mano ai jihadisti.
La Russia aveva comunicato per tempo al centro di coordinamento della coalizione guidata dagli Stati Uniti in Quatar che avrebbe lanciato sulle città siriane controllate dall’Isis i missili dalle proprie navi sul mediterraneo dimostrando le proprie intenzioni di smantellare ad ogni costo lo Stato Islamico.
Parlando al telefono con il presidente francese Hollande, riferisce l'articolo, Putin ha “suggellato la nuova alleanza”. Per coordinare le attività di agenzie militari e servizi di sicurezza contro l’Isis, il presidente russo ha dato ordine alla marina di lavorare in coordinamento con le forze francesi. La Duma ha inviato i parlamentari nei paesi europei, dell’America settentrionale del Medio Oriente e di altre regioni del mondo di fare tutto quanto in loro potere per costituire una coalizione internazionale per la lotta al terrorismo. Secondo le parole dei deputati russi, la nuova coalizione deve combattere il terrorismo “oltre le divergenze: come avvenne contro Hitler”. 

 

Parigi e Mosca contro il Califfato

L'intesa contro il terrorismo islamico tra Mosca e Parigi ha consentito al presidente Putin di stringere la prima alleanza con un paese occidentale nella lotta all’ISIS, auspicando una “larga coalizione comune“ sotto l’egida dell’Onu.
La notizia è stata riferita dall’ articolo intitolato Isis, Putin a Hollande: “Francia e Russia insieme contro il terrorismo” pubblicata sul sito internet “ilmessaggero.it” in data 26 novembre 2015.
Dopo l’isolamento per la crisi ucraina, la Russia è tornata sulla scena occidentale con una nuova strategia per combattere il terrorismo.
I rapporti tra Francia e Russia si sono rafforzati a seguito della decisione di agire insieme sul fronte siriano. Mosca e Parigi hanno realizzato uno scambio di informazioni e concentrazione dei raid sui territori dell’Isis. I due paesi si trovano accumunati dal lutto dei due attentati più recenti e clamorosi rivendicati dal Califfato, quello di Parigi del 13 novembre 2015 e l'esplosione in volo dell'aereo di linea russo nell’area della penisola del Sinai il 31 ottobre 2015.
A seguito di questi eventi il presidente Putin ha dichiarato che la Federazione Russa è pronta per cooperare con la Francia: “Noi siamo pronti per questo lavoro comune, lo consideriamo assolutamente necessario e in questo senso le nostre posizioni coincidono”.
Dall’altra parte, il presidente della Repubblica francese, François Hollande, ha riferito la disponibilità del proprio paese a cooperare con Mosca per cercare di sconfiggere il terrorismo islamico: “Ora è arrivato il momento di assumersi la responsabilità di quanto sta accadendo”. […] “Il nostro nemico è Daesh, lo Stato Islamico, ha territori, un esercito e risorse, quindi dobbiamo creare una larga coalizione per colpire questi territori”.
A seguito di un summit al Cremlino svolto tra i due presidenti, Hollande ha in conclusione riferito: “Sono venuto qui a Mosca per vedere come possiamo agire insieme e coordinarci in modo da poter attaccare questo gruppo terroristico, ma anche per raggiungere una soluzione politica per la pace”.
Le istruzioni del presidente francese in merito alle azioni da compiere in Siria in coordinamento con la Russia sono state precise: “Abbiamo concordato di colpire solo i terroristi e l’Isis e non le forze che stanno combattendo il terrorismo. Ci scambieremo informazioni su chi colpire e chi no”.

La Turchia accusa Putin di non voler combattere realmente l’Isis

Secondo l’articolo intitolato “Putin, sei ridicolo". La Turchia provoca: altra accusa infamante pubblicato da “Liberoquotidiano.it” in data 14 dicembre 2015, le azioni militari di Putin in Siria non hanno l’intento annunciato di “piegare i tagliagole islamici” ma, al contrario, puntano a difendere esclusivamente il regime di Assad.
In questo contesto la Turchia ha puntato il dito contro Vladimir Putin, senza risparmiare le accuse più dure.
Il ministro degli Esteri della Repubblica di Turchia Mevlüt Çavuşoğlu si è infatti espresso nel seguente modo in merito alla questione dell’intervento militare di Mosca in Siria: "Purtroppo la Russia non è in Siria per lottare contro i terroristi. I numeri parlano da sè: l'8% delle operazioni aeree russe è contro l'Isis, mentre il 92% è contro i turcomanni e le opposizioni di Assad".
Le relazioni tra Federazione Russa e Repubblica di Turchia hanno subìto una brutta piega a partire dalle accuse che i due paesi si sono rivolti in merito alla delicata vicenda dell’abbattimento del jet russo del 24 novembre a seguito di uno sconfinamento in territorio turco.
Il ministro turco ha ribadito le posizioni del proprio governo nei confronti della Federazione Russa: "Voglio precisare che non è stato l'unico sconfinamento, i russi erano già stati avvertiti diverse volte e noi non saremmo mai voluti arrivare a questo. Nonostante la ragione sia dalla nostra parte, abbiamo continuato a perseguire la via del dialogo e questo nonostante Mosca abbia fatto accuse poco gradevoli nei confronti del nostro presidente e della sua famiglia. La Russia si è messa in una posizione ridicola e non le ha creduto nessuno".

 

Putin sfrutta la guerra all’Isis per sperimentare nuovi armamenti

Secondo l’articolo intitolato Siria: la Russia sta sperimentando nuove armi approfittando della guerra all’Isis pubblicato da “Ultimaedizione.eu” in data 14 dicembre 2015 si ritiene che Mosca abbia in serbo nuovi armamenti da sperimentare nel territorio siriano grazie al suo intervento nella guerra all’Isis.
I nuovi armamenti in dotazione alla Federazione Russa sono considerati le “armi più sofisticate messe in mostra nello scacchiere siriano” nelle settimane di intensificazione del conflitto e riguardano in particolare il missile da crociera Kalibr NK e il cacciabombardiere Sukhoi Su-34 Fukkback.
Secondo l’articolo, questi nuovi armamenti sembrano aver colpito molto i governi e la stampa europea. Si tratta di vettori in grado di lanciare anche testate atomiche ad una distanza che va dai 1.000 ai 1.500 chilometri.
Informatori specialisti israeliani hanno riferito più precisamente che i missili riguardano ogive in grado di colpire quasi tutti i paesi dell’Europa continentale anche se lanciati solo dalle basi della Flotta russa del Mar Nero o da quella del Baltico di Kaliningrad, mentre il jet Sukhoi Su-34 Fukkback pare essere stato impiegato per la prima volta in combattimenti reali proprio sui cieli siriani.
La situazione dimostra che Mosca sta davvero tentando di dispiegare le proprie forze belliche sul territorio della Siria in difesa del regime di Assad senza invece concentrarsi sull’abbattimento degli obiettivi strategici dell’Isis.

 

L’intervento russo in Siria rischia di favorire l’Isis

L’obiettivo reale dell’intensificazione degli attacchi russi in Siria è colpire gli interessi turchi nella regione. Questa affermazione è stata riportata da un articolo di Daniele Chicca intitolato Siria, Russia aumenta raid, rischia di favorire l’ISIS e pubblicato l’8 dicembre 2015 su “Wallstreetitalia.com”.
La tensione tra Mosca e Ankara è aumentata notevolmente a seguito dell’abbattimento del jet russo del 24 novembre al confine tra Siria e Turchia.
Il confronto diretto di Mosca con Ankara nel territorio siriano, continua l’articolo, è molto rischioso e potrebbe trasformare la guerra per procura in corso da anni a Damasco in un confronto frontale tra Vladimir Putin e le forze della Nato, di cui la Turchia fa parte.
Contro il governo di Erdogan Mosca ha scelto prima la rappresaglia economica e poi quella militare. Si è registrata un’escalation delle tensioni tra le molteplici forze in campo in Siria, dopo che la Russia ha raddoppiato i propri sforzi militari e aumentato il numero di raid aerei nel paese.
Stando a quanto riferisce Daniele Chicca, gli attacchi fanno parte di un piano russo ben preciso: “sin dalle prime operazioni della campagna militare in Siria l’obiettivo del Cremlino è stato quello di indebolire l’influenza turca nella regione. La Siria resta l’ultimo vero alleato rimasto alla Russia in Medioriente e la situazione critica con la Turchia sembra essere una scusa per raddoppiare gli sforzi militari”.
L’obiettivo di Putin, prosegue l’articolo, rimane quello di eliminare del tutto l’influenza turca in Siria e in particolare nella parte settentrionale del paese. I Russi continuano ad andare avanti senza esitazione per raggiungere questo scopo.
Mosca ha preso le difese del governo di Assad, mentre la Turchia, al pari di Qatar e Arabia Saudita, è a favore dei ribelli, che si dividono principalmente in Isis, Fronte al Nusra (al-Qaida), curdi e l’Esercito Siriano Libero (gruppo di disertori ormai in disfacimento).
Con l’intervento in Siria l’intento di Mosca rimane quello di “aiutare il governo a riprendersi Aleppo", secondo quanto riferito da un funzionario dell’Onu.
Gli aerei russi hanno aumentato i bombardamenti, in particolare nella regione di Bayirbucak, nell’area nordoccidentale del paese. La zona intorno alla città di Azaz è strategicamente importante e i russi hanno colpito sia ribelli appoggiati dai turchi sia civili, nonché una serie di convogli carichi di aiuti inviati dalla Turchia.

 

I bombardamenti russi in Siria non favoriscono la lotta al Califfato

Le accuse rivolte al presidente russo in merito all’intensificazione dell’intervento russo in Siria sono state lanciate anche dal Segretario di Stato americano John Kerry.
L’articolo intitolato Siria, Kerry accusa la Russia di bombardare opposizione e non Isis, pubblicato in data 15 dicembre 2015 su “Lapresse.it” riferisce che nel corso di una riunione con Vladimir Putin a Mosca il Segretario di Stato Kerry ha accusato la Federazione Russa di bombardare l’opposizione moderata siriana: “Abbiamo parlato della nostra preoccupazione per il fatto che alcuni bombardamenti da parte della Russia in Siria sono diretti contro l’opposizione moderata e non contro lo Stato Islamico”.
Kerry ha inoltre insistito, stando a quanto riportato dall’articolo, sul fatto che il presidente siriano Assad non possa rimanere ancora per molto il leader in Siria: “Assad non deve mantenere la possibilità di essere leader della Siria in futuro”.
Gli Stati Uniti nel contesto della lotta al terrorismo islamico non guardano di buon occhio l’alleanza tra il regime siriano e il governo di Vladimir Putin e si augurano che per poter sconfiggere con una coalizione internazionale lo Stato Islamico Mosca prenda una volta per tutte le distanze da Assad.