Pierre Dukan sfrutta l’attività commerciale legata alla sua dieta e mette in secondo piano la salute dei pazienti

Dukan e la radiazione volontaria dall’albo

A proposito della sua radiazione dall’albo dell’Ordine dei Medici, in un’intervista pubblicata su “La Repubblica” il 5 giugno 2012, Dukan risponde alle accuse: “Sono stato io a chiedere di essere tolto dall'albo. Nel gennaio 2007, quando ho deciso di cominciare la mia battaglia contro il sovrappeso nel mondo, ho deciso di andare in pensione. Otto mesi fa, ho anche cessato completamente le consultazioni. L’Ordine dei medici è un organismo corporativo che non riconosce la libertà d’espressione. La verità è che sono gelosi. L’ultimo pretesto per attaccarmi è stato il libro nel quale propongo centoventi misure per lottare contro l'obesità”. E a proposito del suo successo commerciale: “In Francia le persone che hanno successo non piacciono. Una delle azioni dell’Ordine dei medici contro di me viene dalla denuncia di uno psichiatra secondo il quale le diete provocano un trauma psicologico perché vietano i cioccolatini. La mia battaglia è osteggiata dalla filiera degli snacks e dalle aziende che producono farmaci che curano i disturbi provocati dai cattivi alimenti. Per fortuna, questi giganti dell’economia si sono rivelati dei pachidermi, muovendosi troppo tardi. Tante persone mi sostengono e sono pronte a difendermi” (Anais Ginori, Parla Dukan, il re delle proteine “Ma non chiamatemi stregone”, “La Repubblica”, 5 giugno 2012).

 

Secci: Dukan, persuasivo ma efficace

Per il professor Enrico Maria Secci, psicologo e psicoterapeuta, supervisore e docente straordinario di Tecniche di Psicoterapia Strategica presso la Scuola di Psicoterapia Strategica Integrata SCUPSIS di Roma, più che di strategia di marketing, la dieta possiede un’abilità persuasiva di massa. Nell’articolo Dieta Dukan?, del 2 settembre 2012, pubblicato sul proprio blog, scrive: “Forse tra i principali motivi del successo di Dukan c’è l’abilità persuasiva con cui il metodo è stato costruito e divulgato. Ci sono strategie di comunicazione e di marketing capaci di elevare alla massima potenza il grado di suggestione individuale e collettivo, e Dukan le ha utilizzate tutte. La suggestione affascinante del dimagrimento per sempre propagato dall’industria Dukan fa, purtroppo direi, quello che i medici più seri e coscienziosi non riescono sempre a fare: motivare i propri pazienti, fornire un piano alimentare chiaro, specifico e proiettato nel tempo, lavorare sul livello psicologico prima di tutto. È proprio attraverso strategie motivazionali di massa che Dukan ha spinto milioni di persone a seguire con rigore e vigore questa dieta e non altre. Magari le altre sono più sane e funzionano meglio, ma vengono proposte in modo altrettanto efficace?”.

Dukan e il “business della medicina”

Nel maggio del 2012, in seguito all’enorme successo economico maturato grazie alla dieta di sua invenzione (milioni di libri venduti, un sito a pagamento di coaching, una linea commerciale di prodotti e derivati), Pierre Dukan viene radiato dall’Ordine dei Medici. Tra le accuse, la violazione dell’articolo 19 del Codice etico che recita l’incompatibilità tra svolgimento della professione medica e fini commerciali (con ciò si intende che la cura del paziente deve essere prioritaria rispetto al business e che l’attività professionale non deve essere pubblicizzata come un’attività commerciale; il provvedimento venne inserito proprio per contrastare il crescente fenomeno del “business della medicina” che ha preso piede soprattutto nell’ambito della dietologia).
Secondo i dati riportati nell’articolo Dukan radiato dall’Ordine dei medici. “Non ha rispettato il codice etico”, pubblicato il 16 maggio 2012 su “Il Fatto quotidiano”, il giro d’affari Dukan è rappresentato da: 10 milioni di libri venduti (800mila solo in Italia), un sito a pagamento di coaching e una linea commerciale di prodotti e derivati.
La maggior parte dei pareri critici nei confronti della dieta Dukan tende ad inserire quest’ultima tra le “diet industries”, ovvero in quel mercato che riguarda la produzione di prodotti, strumenti, strategie, programmi e qualsiasi altro mezzo impiegato per la perdita di peso indipendentemente dal rapporto costo/beneficio per il consumatore, e che ha il solo obiettivo di guadagnare sfruttando il bisogno reale o immaginario delle persone che devono perdere peso. Nell’inchiesta Diete e disturbi alimentari business miliardario, comparsa su “La Repubblica” il 13 dicembre 2013, vengono citati alcuni dati della Trasparency Market Research, società americana di ricerche di mercato. Secondo il rapporto, negli Stati Uniti le entrate annuali per la promozione delle diete e dei prodotti dietetici nel 2012 è stata di circa 60 miliardi di dollari. In tutto il mondo il mercato delle diete è valutato intorno ai 200 miliardi (stimati 216 miliardi entro il 2014). Il dato segna una crescita annua dell’11% rispetto alla rilevazione del 2011. “Se gli USA sono leader, […] l’Europa segue a ruota. Il mercato più promettente però appare quello asiatico: lì le persone stanno virando decisamente verso uno stile di vita occidentalizzato che presto genererà le stesse esigenze di tipo estetico e sanitario. Tutto questo rivela un enorme potenziale di sviluppo per le aziende attive nel settore della perdita di peso”.
Cause dirette dell’espansione di questo mercato, secondo lo studio, sono lo stile di vita occidentale, che induce alla sedentarietà, e l’industria alimentare, che propone cibi a basso costo, ipercalorici, reperibili ovunque e in qualsiasi momento e che favoriscono l’assunzione di calorie in eccesso. E a favorire l’industria delle diete contribuisce anche la recente crisi economica: proprio durante la recessione, un numero crescente di persone si è rivolto a cibi di poco prezzo e scarsa qualità (ad esempio le catene di fast food), e sono cresciute le vendite dei comfort food (il cibo del buon umore, tipicamente dolce), “in questo modo hanno accumulato peso in quantità superiore rispetto ai precedenti periodi e si presume che, per perderlo, impiegheranno più tempo che in passato”.

Secondo il rapporto Estate: Coldiretti, prima prova costume per 16,9 mln italiani a dieta, pubblicato il 9 giugno 2013 da Coldiretti e Censis, gli italiani che seguono una dieta sono circa 16,9 milioni (di cui 7,7 milioni dichiarano di farlo regolarmente). Altro dato: un calo, rispetto al triennio precedente, di cittadini in sovrappeso di mezzo punto percentuale (oltre 250mila persone). Secondo lo studio, la crisi ha tagliato gli acquisti in quantità di olio di oliva (-8 per cento), vino (-7 per cento), carne bovina (-6 per cento) e di maiale (-5 per cento) ma anche del pesce (-5 per cento), frutta (-4 per cento), verdura (-2 per cento) e per prima volta interessa anche gli ortaggi e le insalate pronte per l’uso, la cosiddetta quarta gamma, che, sottolinea la Coldiretti, “fa segnare un calo nei volumi di acquisto record del 5 per cento, nel primo trimestre del 2013 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un duro colpo per la dieta mediterranea che ha consentito agli italiani […] di conquistare fino ad ora il record della longevità con una vita media di 79,4 anni per gli uomini e di 84,5 per le donne, tra le più elevate al mondo. Se infatti […] è scontro tra le diverse proposte dei dietologi per mettersi in forma (tisanoreica , dissociata , del sondino e Dukan), sono invece unanimemente riconosciuti i benefici della dieta mediterranea”.

I motivi del successo

Sul particolare successo della Dukan si esprime il professor Jean-Michel Cohen, noto nutrizionista francese. Come riportato nel testo di Hervé Pouchol, Dieta Dukan Pro & Contro, (Il punto d’incontro edizioni, 2012), Cohen afferma: “Per quanto riguarda il metodo, non ha alcunché di rivoluzionario o di stupefacente, esiste fin dagli anni Settanta ed è stato abbandonato attorno al 1985 perché produceva cattivi risultati. Dukan non ha inventato niente, prima di lui c'era Atkins. In quanto al successo, negli anni Ottanta Montignac ne ha vissuto altrettanto, se non di più. C’è sempre qualcuno che fa furore con la dieta ma poi, un bel giorno, viene messo sotto accusa. Oggi la differenza nel metodo Dukan la fa il marketing; Dukan è riuscito nell’impresa di ottenere un’enorme presenza mediatica con una promessa classica, trita e ritrita: ‘Dimagrirete parecchio e in fretta mangiando a volontà!’. Tutto questo però è soltanto un abile raggiro. Montignac tesseva le lodi della pasta integrale, Dukan estrae dal cilindro il prodotto magico, la crusca d'avena, con in aggiunta i prodotti dimagranti quali il Devorcal. La dieta Dukan non ha nulla di geniale, ricalca le orme di quelle che l’hanno preceduta, ma il suo promotore è riuscito a influenzare i media (della stampa e audiovisivi) affinché parlassero di lui in maniera politicamente corretta. L’esempio è risultato lampante nel corso della trasmissione ‘Capital’ su M6: è bastato un ospite inviato alla produzione dal team Dukan ed ecco che, come per magia, l’inchiesta rivela soltanto la parte positiva del metodo di Pierre Dukan! […] Abbiamo conosciuto la moda Dukan; tuttavia, come accade con tutte le diete dissociate, la gente riacquisterà i chili perduti e forse anche di più. Il vento gira a suo favore, ecco perché oggigiorno Dukan si rivolge all’estero. Le cifre parlano da sole: nel giro di quindici giorni, in seguito al rapporto ANSES, le vendite dei suoi libri presso l’editore Flammarion sono calate in maniera notevole! La stampa ha attribuito a Dukan una reputazione da guru ed è vero che il suo modo di comunicare con gli adepti offre il fianco a tali attacchi. Un medico deve rimanere medico; non è né un uomo d’affari né un guru. In quanto al rapporto ANSES, i loro esperti erano mossi dall’intenzione di fare a pezzi Dukan, perché nutrivano timori sugli effetti negativi della sua dieta. Purtroppo, hanno prodotto un miscuglio poco felice e il rapporto ha esercitato sulla popolazione più paura che altro. Credendosi l’uomo che voleva far dimagrire il pianeta, Dukan si è attribuito una dimensione universale. Ma nel nostro lavoro come in altri i re sono sempre destinati a essere detronizzati... Esiste una grossa differenza tra un nutrizionista e un ‘dietivendolo’. Dai suoi colleghi Dukan incassa le critiche maggiori, perché il successo genera parecchia invidia; occorre pertanto distinguere le critiche obiettive da quelle suscitate dalla frustrazione e dall’amarezza”.