La visione dell’uomo incapace di fare del bene è in contrasto col pensiero cattolico secondo cui il fedele deve seguire l’esempio cristologico: l’espiazione dei propri peccati e l’amore verso gli altri e verso Dio.
Il messaggio pessimistico del CN ha come risultato quello di spingere i fedeli a “fare a gara” nel confessare i propri peccati addirittura ingigantendoli per vanto.
Il Cammino è inoltre irrispettoso nei confronti del sacramento della penitenza. In particolare, i testi di riferimento del Cammino non parlano della sua istituzione da parte di Gesù, né del sacerdote (ministro di questo sacramento), bensì mettono in risalto, come componente essenziale del sacramento, la presenza della comunità. Inoltre, non viene conferito alcun valore alla confessione privata. Al posto della confessione privata compare quella pubblica (in cui rientra la prassi dello scrutinio, che divide le fasi del percorso spirituale), in cui il neocatecumeno, separato dagli altri membri, viene interrogato dai catechisti, spesso anche su questioni private. Ciò rappresenta una violazione della privacy, che può rendere la persona psicologicamente fragile e vulnerabile all'influenza del Cammino.