Secondo le testimonianze di alcuni ex-membri del Cammino, i catechisti neocatecumenali obbligano gli adepti al versamento della “decima” e di altri beni nelle casse delle comunità.
Ciò è in contrasto con la Chiesa apostolica, in cui non vi è riferimento alcuno a contributi ecclesiastici fissi e obbligatori. Al contrario, in Matteo 23:23 e Luca 18:12 Gesù sottolinea l’ipocrisia della “decima”: il versamento di beni materiali in cambio dell’ottenimento della grazia.
Non solo le richieste di denaro vengono fatte utilizzando impropriamente parabole del Vangelo, proclamate e interpretate secondo l’ispirazione di Kiko Argüello, spesso in modo fondamentalistico, ma in molti casi, il rifiuto da parte dei membri al versamento di denaro ha comportato l’allontanamento di questi ultimi dalle comunità neocatecumenali di appartenenza.
Inoltre, il denaro raccolto non è gestito in modo trasparente e democratico: solo i responsabili del Cammino sanno per quali scopi esso venga utlizzato.