Cooperazione Internazionale allo sviluppo

I limiti della cooperazione allo sviluppo non consentono il raggiungimento degli obiettivi di abbattimento dei livelli di povertà

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PRO\VERSI

Le politiche di attuazione della cooperazione allo sviluppo hanno suscitato molti giudizi pessimistici sull’efficacia degli aiuti umanitari. Tale pessimismo è dovuto all’incoerenza degli aiuti e alle risorse limitate che in termini di investimenti e capitale umano hanno reso gli aiuti controproducenti.
Come sostiene Marco Zupi (direttore scientifico del Centro Studi di Politica Internazionale di Roma) nel testo I limiti della cooperazione internazionale (“Atlante geopolitico Treccani”, 2012), i progetti di aiuto allo sviluppo sono eccessivamente ampi e ambiziosi e non riescono a coprire con efficacia gli obiettivi prefissati dalle politiche di cooperazione.
La frammentazione degli interventi e la mancanza di un adeguato sistema di valutazione dei risultati determina l’inefficienza delle politiche di sviluppo. Diversi autori sostengono che l’aumento degli aiuti aggravi gli stessi problemi per cui sono stati creati, generando un circolo vizioso che non risolve i problemi della povertà. Si ritiene, inoltre, che la cooperazione decentrata sia rallentata dalla burocrazia, sia priva di efficaci sistemi di progettazione e caratterizzata da notevoli sprechi di energie e risorse.


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