Uscita dell'Italia dall'Euro

Sebbene potrebbe rianimare l'economia, l'uscita dall'euro non cancellerebbe, d'incanto, le inadeguatezze degli apparati produttivi

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PRO\VERSI

Se l'imponderabilità di decisioni politiche imprevedibili e gli opposti furori ideologici (il catastrofismo dei pro-euro e l'ingenuità degli anti-euro), unita alla debolezza dei modelli previsionali e alla non univocità della teoria economica, rendono difficoltoso prevedere gli scenari successi ad una crisi dell'euro, alcune indicazioni possono essere tratte dall'esperienza storica delle maggiori crisi valutarie di paesi ad alto reddito cui abbiano fatto seguito abbandoni dei precedenti sistemi di cambio.
Di contro al miglioramento della bilancia commerciale, non sempre le esportazioni spingono la crescita e l'inflazione consuma progressivamente il vantaggio delle svalutazioni. L'occupazione spesso non cresce. Nondimeno, il più grande motivo che può giustificare timori nei confronti della fuoriuscita dell'Italia dall'euro è dettato dal pericolo di una contrazione della retribuzione dei lavoratori, che può essere salvaguardata mediante limitazioni dei movimenti di capitale.
L'uscita dall'euro non è un rimedio di sicura efficacia: Sebbene potrebbe rianimare l'economia, non cancellerebbe d'incanto le inadeguatezze degli apparati produttivi, anzi, rischierebbe di accentuare drammaticamente lo squilibrio economico tra centro-nord e centro-sud. 


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