Uno dei punti di forza dell’utilizzo dell’energia nucleare è l’assenza di emissioni di anidride carbonica. Investendo pertanto in tale fonte energetica si potrebbero ridurre significativamente gli effetti negativi legati alla CO2 rispettando anche gli obiettivi di politica energetica che la comunità internazionale ha fissato per il 2020. Come riportato da John M. Deutch ed Ernest J. Moniz in un articolo sulla rivista “Le Scienze” (L’opzione nucleare, “Le Scienze”, 2009, n. 459, pp. 72-79): “Nel 2003 abbiamo partecipato ad uno studio del MIT intitolato 'The Future of the Nuclear Power' che ha analizzato i fattori necessari per mantenere l’opzione nucleare. […] la produzione di energia nucleare nel mondo potrebbe triplicare arrivando ad un milione di megawatt entro il 2050 con risparmio di emissioni compreso tra 0,8 e 1,8 miliardi di tonnellate di carbonio l’anno, a seconda che siano sostituiti impianti a gas o a carbone. A questa scala l’energia nucleare contribuirebbe in modo significativo alla riduzione di emissioni di gas serra”. Una strategia energetica pro nucleare potrebbe quindi apportare un significativo contributo alla risoluzione del problema del global warming.