Il comportamento è determinato dai geni

Il riduzionismo non è adatto a spiegare la complessità: è necessario un nuovo pluralismo scientifico

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PRO\VERSI

Un approccio naturalistico allo studio del comportamento umano è di per sé legittimo e anzi auspicato. Tuttavia, sono le metodologie applicate dal riduzionismo genetico a non essere accettabili: la complessità della dimensione biologica nella sua interezza non può essere compresa da schemi di pensiero attraverso i quali la realtà viene spezzettata arbitrariamente in parti tra loro isolate e autonome la cui interazione viene pensata in maniera preconcetta.
Schemi dualistici come esterno/interno, natura/cultura, eredità genetica/variazione ambientale, rispondono tutti al paradigma riduzionista che riconosce solo cause singole e univoche, lasciando spazio casomai a contingenti cause accessorie. La complessità della realtà, e in particolare quella che caratterizza i fenomeni biologici, sfugge a questa visione ristretta dei rapporti causali nella natura: gli organismi non possono essere compresi a partire dall'estrapolazione delle proprietà delle loro parti costitutive. La relazione tra un organismo e il suo ambiente – specie quello sociale – non è unidirezionale, ma dialettica. Il ruolo della storia e della contingenza rende insufficiente ogni analisi statica dei fenomeni.


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