Essendo rimedi totalmente naturali, i Fiori di Bach non generano alcun tipo di controindicazione, effetto collaterale o allergia

Assoluta mancanza di effetti collaterali

Secondo Ermanno Paolelli, medico omeopata e naturopata, titolare della cattedra di Psichiatria Biologica della Facoltà di Medicina presso l’Università di Scienze Umane e Tecnologiche L.U.de.S. di Lugano, non esiste alcun effetto collaterale in seguito all’uso dei Fiori di Bach: “La Floriterapia si pone oggi, sempre più, come un’utile strumento d’integrazione della medicina accademica, soprattutto per l’assoluta ‘mancanza di effetti collaterali’ e per la facile integrabilità con i farmaci di sintesi chimica e con le metodiche tradizionali, in cui per alcuni casi è d’indispensabile complemento. Essa è però foriera di risultati interessanti anche se praticata da sola e come metodica di primo impiego” (Controindicazioni ed effetti collaterali dei Fiori di Bach, “equilibrioemozionale.it”, 2011).
Sull’assenza di effetti collaterali interviene la dottoressa Sigrid Schmidt, terapeuta tedesca: “Nel corso della terapia con i Fiori di Bach non si rilevano in genere effetti collaterali. Una reazione possibile può consistere in una attività onirica particolarmente vivace durante il sonno, oppure in una maggiore facilità al pianto come conseguenza di una preoccupazione persistente. Una risposta del genere alla terapia con i Fiori di Bach è da considerarsi comunque positiva e quindi augurabile. Non sono poi state riscontrate interazioni con i farmaci” (Sigrid Schmidt, I Fiori di Bach, Red Edizioni, 2003, p. 8).
Sull’argomento è concorde il dottor Salvo Di Grazia, medico chirurgo, specialista in Ostetricia e Ginecologia: “Si possono proporre per qualsiasi malattia, non hanno, naturalmente, nessun effetto collaterale, non presentano controindicazioni, non possono causare allergie e soprattutto hanno tutte le carte in regola per essere presentate come meglio si addice al ‘paziente’” (Salvo Di Grazia, Effetto placebo, il niente che cura, “Il Fatto Quotidiano”, 10 gennaio 2014).

 

Un metodo “dolce e naturale”

Secondo la dottoressa Scilla Di Massa, naturopata e floriterapista: “La floriterapia è un metodo di cura talmente dolce e naturale da poter essere utilizzata con efficacia e senza pericolo di effetti collaterali in tutte le età, perfino con i pazienti più delicati, come i neonati e gli anziani, o nei momenti più decisivi, come la gravidanza e il parto, senza pericolo di effetti collaterali per il nascituro” (Scilla Di Massa, Vincenzo Perrone, Fiori di Bach per curare, Giunti Edizioni, 2000, p. 62).
La dottoressa Daniela Grossi, naturopata e floriterapeuta, sostiene che: “Non ci sono controindicazioni all’uso dei Fiori di Bach. I rimedi floreali non provocano effetti collaterali e non esiste alcun pericolo in caso di sovradosaggio o errata somministrazione, infatti Bach stesso indica che ‘non c’è alcun rischio che qualcuno di questi rimedi possa avere effetti nocivi: provengono tutti da pure, bellissime erbe che non possono fare del male a nessuno’” (Daniela Grossi, Fiori di Bach. Strumenti di guarigione e di evoluzione personale, Edizioni Si, 2012).

Controindicazioni ed effetti collaterali

In uno studio condotto dall’équipe di ricercatori guidata dal professor Luc Montaigneir (virologo francese e premio Nobel per la medicina nel 2008), riportato sulla rivista “Holistic Medicine news” del giugno 2013, sono sottolineati i potenziali rischi per la salute energetica dei consumatori di Fiori di Bach.
Lo studio, effettuato su un campione di circa 890mila pazienti ospedalizzati per diverse tipologie di disturbi e malattie organiche e psichiatriche, ha messo in evidenza i seguenti dati: “[…] una percentuale di pazienti curati con Willow, fiore di Bach, pari al 12.3 % è risultata affetta da sicosi e disturbi pletorici di non lieve entità […] dodici pazienti curati con Rock rose, fiore di Bach, hanno sviluppato una condizione di ipersimpaticotonia, evidente all’esame iridologico, e in due casi aggravata da una lieve intossicazione linfatica. […] a seguito di una cura per la depressione protratta per più di tre mesi con un mix di Fiori di Bach, 458 dei 2980 pazienti hanno sviluppato intolleranze al glutine e alle solanacee […] quasi tutti i pazienti (97,8%) che erano stati sottoposti a cure con Fiori di Bach a diverso titolo, sottoposti a scansione con risonanza magnetica, hanno mostrato un calo da lieve a moderato, ma significativo, nella velocità e l’accuratezza dei processi psichici legati all’uso della facoltà cognitive di ordine superiore” (Effetti collaterali e controindicazioni dei Fiori di Bach: nuove scoperte scientifiche, “naturopatiatorino.org”, 2013).

 

Perdita di tempo terapeutico

Il medico chirurgo Fabio Elvio Farello parla di potenziali effetti collaterali nell’utilizzo dei Fiori di Bach: “L’assenza di controindicazioni nei Fiori di Bach non deve indurre […] l’equivoco che siano semplici da usare e che tutti possano farlo. La prassi di autosomministrare i Fiori di Bach o peggio di assumerli su consiglio o suggerimento di personale non medico che a vario titolo si dedica al metodo, comporta purtroppo invece effetti collaterali considerevoli: l’assenza di risultati significativi e la perdita di tempo terapeutico significativo in molte patologie. […] il medico deve accertarsi che il paziente non sia allergico o sensibile a quella data sostanza, in modo da escludere spiacevoli effetti collaterali. I rischi dei farmaci più gravi sono connessi all’anafilassi. Le allergie ai farmaci, gli effetti collaterali e le interazioni sono sempre da considerare. Alcuni pazienti sono in polifarmaco, ovvero assumono rimedi diversi, avendo frequentato più di un medico, ognuno dei quali ha ricettato loro qualcosa. Il paziente può ingenuamente sommare le ricette, evolvendo in tal modo in malato esposto a polifarmaco, dunque particolarmente a rischio” (Fabio Elvio Farello, Effetti collaterali nei Fiori di Bach, “fioribach.eu”, 20 settembre 2014).

 

Gravi danni all’autostima

Nel suo intervento video I Fiori di Bach fanno male: controindicazioni e avvertenze, pubblicato il 18 aprile 2013 sulla piattaforma “youtube.com”, il professor Guido Alberto Morina, presidente dell’UNIPSI, affronta le potenziali controindicazioni fisico-biologiche e psicologiche dovute all’assunzione dei Fiori di Bach.
A proposito degli effetti dei Fiori di Bach sull’organismo, Morina afferma: “Immaginare che siano soltanto quelli positivi, quelli che vogliamo noi, e che, se non succede niente di positivo, comunque male non fanno, è evidentemente una stupidaggine piuttosto infantile. Ma ci sono altre considerazioni, che dovrebbero mettere sull’avviso circa il fatto che la somministrazione di Fiori di Bach non è una attività totalmente innocua. Prima di tutto (e questo è abbastanza evidente), Non saper formulare una diagnosi [in riferimento alla figura del floriterapeuta che, secondo Morina, a differenza dello psicologo, non ha necessarie competenze e l’abilitazione per formulare diagnosi, NdR] o somministrare questi rimedi sulla base dell’idea malsana secondo cui comunque male non fanno significa comunque ritardare delle cure più efficaci che potrebbero essere prestate alla persona. Ma non c’è soltanto questo aspetto. Ce n’è uno molto più profondo, molto più importante, che richiederebbe nei cosiddetti floriterapeuti almeno lo studio dei fondamenti della psicologia della comunicazione e delle neuroscienze, e cioè il fatto che se una persona si rivolge a un terapeuta, ai fini di risolvere un proprio problema di salute, e si affida in questo modo a un rimedio, a un boccettino, a delle gocce che dovrebbero agire in sua sostituzione, questo significa riconoscere la propria condizione di inferiorità, di incapacità. Significa riconoscersi come dei bambini, che hanno bisogno dell’aiuto di un adulto per uscire dalla loro situazione, situazione che non conoscono e che non sono in grado di affrontare. Tutte le volte che noi assumiamo un rimedio (mi riferisco ai Fiori di Bach, ma possono essere tutti i rimedi illusori che la naturopatia mette in circolazione), ritenendo che dall’esterno possa venire la cura dei nostri problemi, noi infliggiamo un colpo, una ferita profonda alla nostra autostima. Significa che riconosciamo a noi stessi l’incapacità di affrontare la nostra vita. E questo è forse il danno più grave che può essere prodotto dall’uso di questo tipo di rimedi”.

 

Morina: un’offesa alla “dignità della persona”

Guido Alberto Morina, sul sito dell’UNIPSI, interviene sulle potenziali controindicazioni legate alla personalità dell’individuo che è in cura: “Quando si sostiene di curare la tendenza della persona a prendersi eccessivamente cura del prossimo, per esempio, non si sta banalmente cercando di ovviare a un inconveniente e ridurre una sofferenza fisica, come nel caso del medico che deve fermare un’emorragia o ricucire una ferita, ma ci si sta arrogando il diritto di andare a modificare la personalità unica della persona, oltretutto senza che il terapeuta ci metta nulla di proprio, senza che esista una vera e propria partecipazione al processo di guarigione, senza che vi sia la consapevolezza, specialmente, del motivo per cui la persona agisce in quel modo che il terapeuta vuole modificare. È evidente, ma non per i floriterapeuti, a quanto pare, che la floriterapia offende profondamente la dignità della persona; essa neppure si rende conto che il comportamento sul quale vuole andare ad agire non è un virus, una ferita o un’infiammazione, ma è il modo in cui una persona, legittimamente, ha costruito il proprio rapporto con il mondo. Tutti i cosiddetti ‘squilibri’ su cui i Fiori di Bach andrebbero ad agire, quindi, non sono disturbi isolabili dalla persona e dal suo ambiente. Il fatto che la floriterapia li concepisca in questo modo rivela il tipo di impostazione mentale dei suoi adepti, tipicamente allopatica, volta alla rimozione delle cause della sofferenza senza comprenderla e senza coglierne il significato per il singolo individuo. I floriterapeuti agiscono con rimedi assolutamente inutili nello stesso modo in cui operano i medici allopatici il cui approccio al paziente i floriterapeuti criticano in quanto isola la malattia disinteressandosi del contesto. Questo è appunto ciò che fanno coloro che somministrano i Fiori di Bach. La persona agisce e si comporta in un certo modo, per quanto disfunzionale e spiacevole o fonte di sofferenza per la persona stessa, non perché è stata posseduta da una entità proveniente dall’esterno, ma perché quello è il modo in cui quella persona ha costruito la sua modalità di relazionarsi con l’ambiente. Questa modalità va rispettata e non si può pretendere di modificare un comportamento che non è staccato dalla personalità dell’individuo ma è il frutto di essa. Naturalmente, considerazioni di questo genere richiedono un livello culturale e il possesso di strumenti cognitivi e intellettivi che le scuole di floriterapia non forniscono” (Guido Alberto Morina, Controindicazioni. I Fiori di Bach fanno male, “naturopatiatorino.org”, 29 aprile 2013).