Nonostante la necessaria disciplina di bilancio, la manovra 2026 incrementa il finanziamento dei servizi essenziali, in particolare sanità pubblica e sostegno sociale, e lo fa in modo sostenibile, senza spese fuori controllo ma con interventi mirati destinati a migliorare la qualità della vita dei cittadini. Il capitolo più rilevante è la sanità: il Fondo Sanitario Nazionale viene aumentato di 2,4 miliardi di euro per il 2026 (e di ulteriori 2,65 miliardi annui nel 2027-2028), portando la spesa sanitaria programmata intorno al 6,5% del PIL. Questo stanziamento – definito “significativo” dalle stesse dichiarazioni di maggioranza – sarà impiegato innanzitutto per rafforzare gli organici: il governo ha già previsto di assumere circa 6.300 infermieri aggiuntivi e 1.000 medici, una boccata d’ossigeno per corsie ospedaliere e territori in sofferenza cronica di personale. Inoltre, è stato calcolato un aumento medio annuo delle buste paga: +1.630 € per ogni infermiere e +3.000 € per ogni medico nel 2026, grazie ai fondi destinati al rinnovo contrattuale e alle indennità. Ciò significa retribuzioni più dignitose per chi lavora in prima linea nella sanità e, si auspica, un incentivo in più a rimanere nel settore pubblico anziché migrare verso il privato o l’estero. Con queste risorse, dichiara soddisfatta Giorgia Meloni, “vogliamo rafforzare il comparto sanitario, assumendo personale e aumentando gli stipendi, riducendo le liste d’attesa e migliorando la qualità delle cure”. Si tratta di un impegno concreto a invertire la rotta rispetto agli anni di tagli lineari: pur senza poter risolvere tutti i problemi in un colpo solo, il governo mostra di mantenere le promesse sul rilancio del servizio sanitario nazionale. Anche altri settori del welfare beneficiano di attenzione: la manovra dedica circa 3,5 miliardi nel triennio a misure per la famiglia e contro la povertà. Tra queste, il rifinanziamento della Carta “Dedicata a te” (una carta acquisti per generi alimentari destinata alle famiglie meno abbienti) che consentirà nel 2026-27 a oltre un milione di nuclei di ottenere un aiuto concreto per la spesa di prima necessità. Viene poi introdotta una revisione delle scale di equivalenza ISEE che avvantaggia le famiglie numerose, correggendo un’iniquità spesso segnalata: dal 2026 l’ISEE terrà maggiormente conto dei carichi familiari, con effetti stimati in quasi 500 milioni annui di benefici aggiuntivi verso i nuclei con figli. Inoltre, la legge di bilancio interviene a tutela di categorie fragili: ad esempio potenzia il Fondo per i caregiver familiari, dando attuazione alla recente legge che riconosce e sostiene chi assiste un parente disabile o anziano. Importante anche la conferma di strumenti di coesione sociale introdotti negli anni scorsi: vengono stanziate le risorse per garantire nel 2026 il nuovo Assegno di Inclusione (sostitutivo del Reddito di cittadinanza) e per rifinanziare l’Assegno Unico universale per i figli (cui l’esclusione della prima casa dall’ISEE offrirà un incremento in determinate fasce). Ciò significa che nessun intervento sociale in essere viene tagliato, anzi si cerca di rendere più efficaci quelli esistenti. È degno di nota che tutto questo avvenga nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica: l’incremento della spesa sanitaria e sociale è completamente coperto all’interno della manovra, grazie ad esempio alla spending review ministeriale (che non tocca i servizi ai cittadini, ma elimina fondi inutilizzati nei Ministeri) e al contributo di solidarietà richiesto ai settori più redditizi (banche, assicurazioni). Il risultato è che, anche con limitate risorse, il governo ha scelto di investire nel capitale umano e sociale: curare meglio i cittadini, sostenere le famiglie, proteggere i più deboli. In un contesto di inflazione elevata e di tensioni post-pandemia, questa è per i favorevoli la prova che la manovra non è affatto solo “numeri e rigore”, ma ha un’anima sociale: come affermato dalla maggioranza, “coniuga rigore e sviluppo, serietà e visione”, mettendo fondi lì dove sono più utili, anziché disperderli in mance elettorali o spese improduttive.
Madeleine Maresca, 6 novembre 2025