La legge di bilancio incide positivamente sul carico fiscale di lavoratori e famiglie, mantenendo la promessa di alleggerire le tasse sui redditi medio-bassi. La misura di bandiera è il taglio di due punti dell’aliquota IRPEF intermedia: dal 35% al 33% per la fascia di reddito tra 28.000 e 50.000 euro. Si tratta di un intervento che, anche se contenuto, è stato salutato come un passo concreto verso un fisco più equo e favorevole ai lavoratori dipendenti. Paolo Barelli (Forza Italia) ha rivendicato come “la manovra porti la chiara impronta” del suo partito proprio in questo: aver messo al centro il ceto medio, traducendo uno dei pilastri del programma di governo in un taglio fiscale tangibile. L’operazione IRPEF, che vale circa 2,8 miliardi annui, andrà a beneficio di milioni di contribuenti e – a differenza di analoghi sconti del passato – non è finanziata in deficit, bensì coperta da razionalizzazioni e contributi di settore, come banche e assicurazioni. Accanto a ciò, la manovra prevede varie misure a sostegno delle famiglie: 1,6 miliardi aggiuntivi destinati al welfare familiare e al contrasto alla povertà. In particolare, viene rivista la disciplina ISEE per favorire i nuclei numerosi: dal 2026 la prima casa di abitazione sarà esclusa dal calcolo dell’ISEE (entro un certo valore catastale), aumentando la platea di famiglie che potranno accedere a prestazioni agevolate come l’Assegno Unico e il Bonus nido. Inoltre, si rifinanziano per altri due anni misure di aiuto alimentare come la Carta “Dedicata a te” (500 milioni per il 2026-27), una carta per la spesa destinata alle famiglie meno abbienti. Viene anche potenziato il Bonus mamme per le lavoratrici madri con almeno due figli (da 40 a 60 euro mensili), e si destinano risorse per sostenere i caregiver familiari (riforma del ruolo di cura). Tutti questi interventi mostrano che la manovra investe nelle famiglie italiane, in coerenza con la priorità politica dichiarata del sostegno alla natalità e alla genitorialità. Dal lato casa, oltre alle già citate novità in ambito ISEE, il governo ha confermato per il 2026 le agevolazioni fiscali edilizie: la detrazione 50% per le ristrutturazioni e il Bonus mobili vengono prorogati integralmente, così come, sul fronte mutui, rimane la possibilità di usufruire dell’esenzione Irpef per i redditi dominicali/agricoli dei terreni (a vantaggio dei piccoli proprietari). In parallelo, non vi sono aumenti di tassazione sui consumi o sui risparmi: l’IVA non viene toccata e persino l’attivazione della sugar tax e plastic tax (già legge ma mai applicate) viene ulteriormente rinviata, evitando oneri che si sarebbero tradotti in prezzi più alti per famiglie e imprese alimentari. Nel complesso, il fronte favorevole sostiene che la manovra 2026 realizza un abbassamento graduale della pressione fiscale per chi lavora, consuma e fa figli in Italia: un segnale di cui c’era bisogno dopo anni di ristagno dei redditi. “Un fisco più equo e favorevole a lavoratori e famiglie”, come sintetizzato da Barelli, è il cuore di questo provvedimento: un obiettivo magari limitato nelle cifre, ma socialmente significativo perché alleggerisce (anche se di poco) la classe media, considerata motore della domanda interna e della crescita futura.
Madeleine Maresca, 6 novembre 2025