La prospettiva di un cessate il fuoco immediato, se basata sulla linea attuale del fronte, presenta un grave rischio: trasformarsi in una legittimazione implicita delle conquiste russe. “Reuters” ricorda come già nel 2014, dopo l’annessione della Crimea, la mancanza di una reazione risolutiva abbia incoraggiato Mosca a nuove azioni aggressive. Oggi, congelare la situazione significherebbe riconoscere il controllo russo su Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia, Kherson e Crimea, violando il principio dell’inviolabilità delle frontiere sancito dal Diritto internazionale. “Euronews” riporta che nella dichiarazione firmata da 26 Stati UE (con l’eccezione dell’Ungheria) si afferma: “I confini internazionali non devono essere modificati con la forza” e “il percorso di pace non può essere deciso senza l’Ucraina”. Qualsiasi intesa che lasci la Russia in possesso di territori occupati senza un chiaro percorso di restituzione metterebbe a rischio non solo la sovranità ucraina, ma la stabilità dell’intero ordine europeo. “The Guardian” cita diplomatici europei allarmati dalla mancanza di chiarezza sulle condizioni richieste da Mosca, temendo che Trump possa accettare “scambi di territori” senza garanzie concrete per Kiev. Una tale mossa minerebbe la credibilità dell’Occidente e lancerebbe un messaggio inquietante ad altri attori internazionali: l’aggressione armata può pagare. Come avverte “NBC News”, Mosca chiede il riconoscimento formale della sua sovranità su quattro regioni ucraine, una condizione che “potrebbe permettere a Putin di riorganizzarsi per future aggressioni”. C’è poi un problema di sicurezza a lungo termine. “Reuters” riporta le parole del ministro ucraino Andrii Sybiha: “Ogni concessione invita a ulteriore aggressione”. Una pausa temporanea delle ostilità senza un accordo di pace vincolante darebbe alla Russia il tempo di rafforzare le sue forze armate, riparare le perdite e prepararsi a colpire di nuovo, magari in condizioni più favorevoli. Il rischio, come osserva “Internazionale”, è che Putin usi il vertice come “occasione per raggiungere per via diplomatica ciò che non riesce ancora a ottenere militarmente”: consolidare il controllo sull’Ucraina orientale e isolare ulteriormente Kiev. Esiste, poi, una dimensione simbolica: un cessate il fuoco che congela la situazione attuale potrebbe demoralizzare l’opinione pubblica ucraina e minare la fiducia nelle istituzioni. Zelensky ha dichiarato più volte che “gli ucraini non regaleranno la loro terra all’occupante” (“Il Fatto Quotidiano”). Accettare l’occupazione, anche temporanea, senza garanzie di restituzione, potrebbe essere percepito come un tradimento, alimentando tensioni interne e instabilità politica a Kiev. Un cessate il fuoco basato sulla situazione attuale del fronte, dunque, rischia di essere una “pace armata” a vantaggio di Mosca: una pausa tattica che congela l’ingiustizia e prepara il terreno a un conflitto ancora più difficile da contenere in futuro.
Nina Celli, 12 agosto 2025