Il Ponte sullo Stretto di Messina è presentato dai promotori come un capolavoro dell’ingegneria mondiale, in grado di coniugare primati tecnici con livelli di sicurezza e durabilità mai raggiunti prima. Il progetto prevede una lunghezza complessiva di 3.666 metri, con una campata centrale di 3.300 metri, che lo renderebbe il ponte sospeso a campata unica più lungo del mondo, secondo quanto dichiarato da Stretto di Messina S.p.A. Le torri, alte 399 metri, sarebbero tra le più imponenti mai realizzate, mentre i cavi principali avrebbero un diametro di 1,26 metri, progettati per sopportare carichi eccezionali. Dal punto di vista della resistenza, la struttura è concepita per fronteggiare condizioni estreme: venti oltre i 200 km/h, terremoti fino a magnitudo 7,1 e le forti correnti marine dello Stretto. Il design aerodinamico dell’impalcato, ispirato a esperienze come l’Øresund Bridge (Danimarca-Svezia) e il 1915 Çanakkale Bridge (Turchia), mira a ridurre le oscillazioni e a garantire la stabilità anche in condizioni climatiche avverse. La capacità di trasporto stimata è di 6.000 veicoli all’ora e 200 treni al giorno, con una riduzione dei tempi di attraversamento del 70% per i veicoli e del 50% per i treni merci (“LaC News24”). Secondo i promotori, il ponte diventerà un nodo strategico della mobilità italiana, integrando la Sicilia nella rete dell’alta velocità ferroviaria e migliorando la continuità territoriale con il continente. Un elemento innovativo è l’adozione del modello “Messina Style Deck”, una tipologia di impalcato sviluppata specificamente per resistere a sollecitazioni multiple — vento, sismi, carichi variabili — e già applicata con successo in contesti internazionali complessi come Hong Kong (Stonecutters Bridge) e gli Stati Uniti (Oakland Bay Bridge). La manutenzione dell’opera sarà garantita da un sistema di monitoraggio intelligente, con sensori distribuiti lungo la struttura, in grado di rilevare in tempo reale deformazioni, vibrazioni o anomalie. Questo approccio di “manutenzione predittiva” ridurrà i costi nel lungo periodo e migliorerà la sicurezza operativa. La vita utile stimata del ponte è di 200 anni, un traguardo raggiungibile grazie all’uso di materiali di ultima generazione e a tecniche costruttive che minimizzano il degrado dovuto a salsedine e agenti atmosferici. Per i sostenitori, il Ponte sullo Stretto non è solo una sfida ingegneristica: è una dimostrazione di capacità tecnica italiana, un’opera simbolo destinata a entrare nel panorama mondiale delle grandi infrastrutture.
Nina Celli, 9 agosto 2025