La narrativa israeliana che giustifica l’attacco come un intervento necessario per fermare il programma nucleare iraniano è priva, ad oggi, di una prova verificata pubblicamente. Sebbene l’Iran abbia un programma di arricchimento dell’uranio avanzato, non esistono dati ufficiali o indipendenti che dimostrino l’imminenza di una bomba o di un attacco nucleare. Anzi, tutte le ispezioni dell’AIEA fino al mese di maggio 2025 hanno confermato che l’Iran è sotto osservazione attiva e che, pur essendoci preoccupazioni, non sono state rilevate violazioni definitive del Trattato di Non Proliferazione (TNP). L’inchiesta pubblicata da Stefania Maurizi su “Il Fatto Quotidiano” è stata una delle più dure nel criticare l’uso di argomentazioni “preventive” prive di fondamento verificabile. Maurizi cita fonti interne all’AIEA secondo cui gli impianti colpiti – tra cui Isfahan e Natanz – non contenevano materiale fissile attivo al momento del bombardamento e che i danni provocati hanno compromesso l’operato degli ispettori più che quello dei tecnici iraniani. Anche il liveblog della “CNN” ha riportato dichiarazioni contrastanti da parte di funzionari statunitensi, alcuni dei quali ammettevano che le informazioni fornite da Israele prima dell’attacco non erano sufficienti a giustificare un’azione preventiva. Un funzionario del Dipartimento di Stato, rimasto anonimo, avrebbe detto: “Non c’era una pistola fumante. La decisione è stata presa su basi politiche più che tecniche”. Questa ambiguità alimenta il sospetto che Israele abbia agito per ragioni geopolitiche, più che per reali minacce nucleari. Come scriveva Pierre Haski su “Internazionale” nel 2024, “l’ossessione israeliana per il nucleare iraniano è diventata un alibi per giustificare qualunque operazione militare, anche quando mancano elementi oggettivi di pericolo imminente”. L’IAEA stessa ha espresso timori che l’attacco possa avere un effetto paradossale: spingere l’Iran a uscire dal TNP e rendere il programma non più controllabile. In pratica, Israele rischia di ottenere l’esatto opposto di ciò che dichiara di voler evitare: un Iran determinato ad acquisire l’arma atomica come unica garanzia contro future aggressioni.
Nina Celli, 18 giugno 2025