La parapsicologia è una pseudoscienza

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PRO\VERSI

La parapsicologia fornisce un supporto empirico alla credenza nella vita dopo la morte. L'orientamento generale nella parapsicologia è quello di accettare l'esistenza di prove non conclusive e di attestazioni empiriche che, tuttavia, non sono in grado di risolvere definitivamente la questione riguardante la sopravvivenza personale come, ad esempio, i casi di messaggi ricevuti attraverso un medium da una persona che si ritiene deceduta e contenenti informazioni per il medium irreperibili.
Tali esperienze paranormali rendono problematica la visione naturalistica della persona umana e rafforzano un quadro teorico generale non incompatibile con la credenza nella vita dopo la morte.

Parapsicologia e sopravvivenza

Secondo alcuni studiosi la parapsicologia, intesa come disciplina che studia i fenomeni paranormali non spiegabili sulla base delle normali cognizioni scientifiche, fornisce un supporto empirico alla credenza in una vita dopo la morte.

Prove empiriche non conclusive

In particolare, Fiona Steinkamp, filosofa e studiosa di parapsicologia presso l'Università di Edimburgo, in Parapsychology, Philosophy and the Mind (McFarland & Co., 2002), ha sostenuto la tesi secondo cui l'orientamento generale nella contemporanea parapsicologia è quello di accettare l'idea dell'esistenza di “prove non conclusive” in merito alla sopravvivenza personale dopo la morte. Stephen E. Braude, professore di Filosofia all'università del Maryland ed ex presidente della Parapsychological Association, nel saggio Survival or Super-psi? spiega come le esperienze studiate dalla parapsicologia, come i casi di messaggi ricevuti attraverso un medium da una persona che si ritiene deceduta e che contengono informazioni a cui il medium non ha potuto avere accesso, sono suscettibili di spiegazioni diverse da quelle che ipotizzano una vita dopo la morte, se si accetta l'esistenza di alcune forme piuttosto spettacolari di percezione extrasensoriale note come “super-psi”. Scrive Braude: “Anche le discussioni più sofisticate delle prove per la sopravvivenza sottovalutano le difficoltà concettuali che affronta l'ipotesi della sopravvivenza. Forse la grande sfida è rappresentata dall’ipotesi rivale detta 'super-psi', con cui la maggior parte degli scrittori non riescono a confrontarsi nella sua forma più plausibile e potente. Una volta che l'ipotesi super-psi viene presa sul serio, risalta chiaramente che sono due i principali punti deboli nelle discussioni sulla sopravvivenza. In primo luogo, le analisi della conoscenza apparentemente anomala che tendono ad essere fatalmente superficiali nel trattare del soggetto della psicodinamica. E in secondo luogo, le analisi delle capacità e delle competenze apparentemente anomale si relazionano ad una concezione impoverita e ingenua della natura delle capacità umane” (Stephen E. Braude, Survival or Super-psi?, “Journal of Scientific Exploration”, 1992, 6, pp. 127-144, TdR).

Un caso di una prova inconcludente fornita dalla parapsicologia in riferimento alla questione della sopravvivenza è dato dall'esempio in cui un medium ha ricevuto informazioni che, nella loro interezza, non erano conosciute da nessuna persona attualmente vivente. La conclusione che l'informazione è stata ricevuta e comunicata da una persona deceduta può essere evitata se al medium vengono attribuite capacità, campo di studio della parapsicologia, quali la chiaroveggenza (la capacità di predire il futuro) o la telepatia (fenomeno in cui una persona è in grado di percepire i pensieri e i sentimenti di un'altra).

Parapsicologia e antinaturalismo

Charlie Dunbar Broad, filosofo della scienza, nel libro Religion, Philosophy and Psychic Research (Routledge, 1953) sostiene che l'idea di una percezione extrasensoriale indebolisce la forza diretta delle prove per la sopravvivenza rendendo possibili spiegazioni alternative di tali prove e rendendo problematica la visione naturalistica della persona umana, ovvero il nodo teorico fondamentale che si oppone all'idea della sopravvivenza e rafforza il quadro teorico generale di queste prove.

Autori citati:

Steinkamp Fiona - filosofa e studiosa di parapsicologia presso l'Università di Edimburgo
Braude Stephen E. - professore di filosofia all'università del Maryland ed ex presidente della Parapsychological Association
Broad Charlie Dunbar - filosofo della scienza

PRO\VERSI

“Il problema fondamentale è che una gran parte della comunità scientifica, tra cui la maggior parte dei ricercatori di psicologia, considera la parapsicologia come una pseudoscienza, e ciò è dovuto in gran parte alla sua incapacità di andar oltre risultati nulli [...]. Di solito, quando le prove sperimentali non riescono, per più volte, a sostenere una ipotesi, questa ipotesi viene abbandonata. All'interno di parapsicologia, tuttavia, più di un secolo di sperimentazione non è riuscito nemmeno a dimostrare definitivamente la mera esistenza di fenomeni paranormali; e tuttavia, i parapsicologi continuano a perseguire questo obiettivo sfuggente” (Luis Cordón, Popular psychology: an encyclopedia, Greenwood Press, 2005, p. 182, TdR).

Parapsicologia come pseudo-scienza

Contro coloro che asseriscono che la parapsicologia fornisca un supporto empirico alla credenza nella vita dopo la morte, la comunità scientifica contemporanea, prima di contestare il merito delle singole tesi, critica l'impianto epistemologico di una pratica d'indagine definita per lo più pseudoscienza. La parapsicologia, secondo la comunità scientifica, contiene proposizioni solo apparentemente scientifiche, ma che in realtà non corrispondono ai requisiti minimi di verificabilità richiesti dal metodo scientifico.

In merito allo statuto epistemologico della parapsicologia, Luis Cordón, professore associato di Psicologia all'Università del Connecticut, si esprime in questi termini: “Il problema fondamentale è che una gran parte della comunità scientifica, tra cui la maggior parte dei ricercatori di psicologia, considera la parapsicologia come una pseudoscienza, e ciò è dovuto in gran parte alla sua incapacità di andar oltre risultati nulli [...]. Di solito, quando le prove sperimentali non riescono, per più volte, a sostenere una ipotesi, questa ipotesi viene abbandonata. All'interno di parapsicologia, tuttavia, più di un secolo di sperimentazione non è riuscito nemmeno a dimostrare definitivamente la mera esistenza di fenomeni paranormali; e tuttavia, i parapsicologi continuano a perseguire questo obiettivo sfuggente” (Luis Cordón, Popular psychology: an encyclopedia, Greenwood Press, 2005, p. 182, TdR).

Anche Mario Bunge, filosofo e fisico, professore di Logica e Metafisica all'Università McGill, distinguendo tra uno scetticismo sistematico-radicale (considerato impossibile) e uno metodologico-moderato (proprio della prospettiva scientifica) contrassegna la parapsicologia come pseudoscienza in quanto non conforme al metodo scientifico. Scrive Bunge: “Quando le credenze nel soprannaturale e nel paranormale sono soggette al dubbio metodico, esse risultano essere non solo prive di supporto empirico ma anche in contrasto con alcuni principi scientifici e con alcune presupposizioni filosofiche generali della ricerca scientifica” (A skeptic’s beliefs and disbeliefs, “New Ideas in Psychology”, vol. 9, n.2, 1991, TdR).

Autori citati:

Cordón Luis - professore associato di Psicologia all'Università del Connecticut
Bunge Mario - filosofo e fisico, professore di Logica e Metafisica all'Università McGill

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