Immaginate di essere cresciuti negli Stati Uniti, parlando inglese, andando a scuola, condividendo le tradizioni americane — salvo scoprire, un giorno, che sulla carta non siete considerati cittadini. È questa la condizione dei cosiddetti Dreamers: giovani arrivati da bambini, senza aver scelto di violare alcuna legge. Come ha sottolineato l’ex presidente Barack Obama, questi giovani "sono americani nel cuore e nella mente". Sono tra uno e tre milioni e mezzo, provenienti da oltre 150 paesi diversi. La loro integrazione nella società statunitense è profonda: molti sono studenti, lavoratori essenziali, genitori di bambini cittadini americani. I Dreamers non solo rappresentano il futuro demografico della nazione, ma costituiscono anche una risorsa economica di prim’ordine. I dati parlano chiaro: nei prossimi dieci anni, contribuiranno per oltre 430 miliardi di dollari al prodotto interno lordo. Le loro famiglie pagano miliardi di dollari in tasse ogni anno, sostengono il mercato immobiliare e dei consumi. In questo contesto, offrire loro una via stabile verso la cittadinanza non è soltanto un atto di giustizia, ma una scelta lungimirante per il futuro degli Stati Uniti.