Uno degli aspetti più critici della riforma è che essa potrebbe spingere il PM a comportarsi come un avvocato dell’accusa, piuttosto che come un organo imparziale che ricerca la verità: attualmente, il PM ha l’obbligo di cercare anche le prove a favore dell’imputato, evitando un approccio meramente accusatorio, questo sistema è progettato per evitare ingiustizie e garantire che il processo sia basato sulla ricerca della verità, piuttosto che su una logica puramente punitiva. Con la separazione delle carriere se il PM diventasse più autonomo dai giudici, potrebbe adottare una mentalità più aggressiva, simile a quella dei prosecutor statunitensi, che hanno l’obiettivo primario di ottenere condanne, di conseguenza il processo penale potrebbe diventare più sbilanciato a favore dell’accusa, con un maggiore rischio di errori giudiziari. Uno dei principali vantaggi dell’attuale sistema italiano è che il pubblico ministero ha l’obbligo di perseguire tutti i reati di cui viene a conoscenza, senza possibilità di selezionare quali casi seguire e quali no. Con una separazione netta tra giudici e PM, il pubblico ministero potrebbe acquisire maggiore discrezionalità nella scelta delle indagini, favorendo alcuni tipi di reati rispetto ad altri. Questo potrebbe tradursi in una giustizia meno uniforme, con alcune categorie di imputati più tutelate di altre. Un’altra conseguenza della separazione delle carriere potrebbe essere un allungamento dei processi per chi non ha una difesa forte. Questo perché se il PM diventa più vicino alla polizia giudiziaria e più aggressivo nei processi, le difese più deboli potrebbero subire strategie dilatorie che aumentano la durata del procedimento, e tutto ciò potrebbe creare una giustizia a due velocità, dove chi ha un buon avvocato riesce a concludere rapidamente il processo, mentre chi ha meno risorse rischia di subire procedimenti più lunghi e complessi. Separare i ruoli in modo netto potrebbe spostare la magistratura verso un modello più repressivo, penalizzando chi non ha accesso a difese legali di alto livello.
Francesca D'Agnese, 17 marzo 2025