L’espansione della costellazione di Starlink sta trasformando le telecomunicazioni globali, ma solleva serie preoccupazioni ambientali. L’inquinamento spaziale e atmosferico causato dal crescente numero di satelliti in orbita potrebbe avere ripercussioni sulla stratosfera e sullo strato di ozono. Secondo l’ESA e la NASA, l’aumento delle missioni spaziali private potrebbe alterare l’equilibrio chimico dell’atmosfera terrestre. Uno dei problemi principali è il deorbiting dei satelliti, ovvero la loro distruzione controllata al termine della vita operativa. SpaceX afferma che i satelliti Starlink bruciano completamente nell’atmosfera, evitando di lasciare detriti, ma studi recenti hanno dimostrato che la combustione produce ossidi di alluminio e altri composti metallici che rimangono sospesi nella stratosfera per anni. Secondo una ricerca pubblicata su The Verge, questi frammenti potrebbero alterare il bilancio radiativo del pianeta, influenzando il clima e la capacità della Terra di filtrare i raggi UV. Con 42.000 satelliti previsti, il numero di rientri potrebbe raggiungere centinaia al mese, un ritmo mai visto prima. Alcuni scienziati ipotizzano che l’accumulo di particelle metalliche nella stratosfera possa compromettere la formazione delle nuvole, influenzando le dinamiche climatiche globali, in modo simile a quanto avviene con le eruzioni vulcaniche. Un altro problema riguarda i satelliti guasti o coinvolti in collisioni. Le megacostellazioni come Starlink aumentano il rischio di detriti spaziali, che possono rimanere in orbita per decenni. Secondo un rapporto dell’OECD Space Forum, l’orbita terrestre bassa è sempre più congestionata, rendendo difficile tracciare e gestire i detriti spaziali. Il rischio di collisioni a catena potrebbe aumentare il numero di frammenti incontrollabili, mettendo in pericolo satelliti operativi e missioni spaziali. Anche il consumo di carburante per i lanci è fonte di inquinamento. SpaceX utilizza razzi Falcon 9, che bruciano cherosene e ossigeno liquido, rilasciando centinaia di tonnellate di CO₂ e particolato nell’atmosfera. Secondo uno studio pubblicato su Nature Sustainability, il settore dei lanci spaziali potrebbe diventare una delle principali fonti di emissioni non regolamentate nei prossimi decenni, con impatti paragonabili a quelli dell’aviazione commerciale. L’inquinamento spaziale non riguarda solo la Terra. SpaceX sta sviluppando il sistema Starship, che permetterà missioni interplanetarie con una capacità di trasporto molto superiore ai Falcon 9. Questo potrebbe portare a un aumento esponenziale del traffico spaziale, con problemi di gestione dei detriti e impatti ambientali su larga scala. Gli scienziati dell’ESA e della NASA stanno già discutendo la necessità di regolamentazioni internazionali più severe per limitare l’espansione incontrollata delle attività spaziali private. La comunità scientifica sta sollecitando misure per ridurre l’impatto ambientale delle megacostellazioni. Tra le proposte ci sono l’adozione di materiali che producano meno residui durante il rientro, lo sviluppo di razzi a propulsione più ecologica e la creazione di sistemi di rimozione attiva dei detriti. Tuttavia, queste soluzioni richiedono investimenti significativi e potrebbero non essere implementate in tempi brevi. Alcuni governi stanno considerando misure per limitare il numero di satelliti in orbita. L’Unione Europea e l’ESA stanno valutando restrizioni sui lanci di nuove megacostellazioni, mentre alcuni stati americani stanno esplorando tasse sulle emissioni derivanti dai lanci spaziali. Tuttavia, queste iniziative si scontrano con gli interessi economici delle aziende private, che vedono lo spazio come un settore strategico con enormi opportunità di crescita. L’espansione di Starlink sta inaugurando una nuova era nell’industria spaziale, ma se non verranno adottate misure di mitigazione efficaci, il rischio è quello di compromettere l’equilibrio ambientale della Terra e dello spazio. Il futuro delle telecomunicazioni satellitari dipenderà dalla capacità delle istituzioni internazionali di bilanciare innovazione e sostenibilità, evitando che la corsa allo spazio diventi una minaccia per l’ecosistema terrestre e la sicurezza delle missioni spaziali.
Nina Celli, 14 marzo 2025