Starlink è una delle soluzioni più innovative per ridurre il divario digitale a livello globale, fornendo connettività Internet ad alta velocità in aree remote prive di infrastrutture tradizionali. Con oltre 7.000 satelliti operativi e un piano di espansione che prevede il lancio di 42.000 unità, il sistema di SpaceX mira a rendere l’accesso a Internet universale e accessibile. A differenza delle tecnologie terrestri come fibra ottica e 5G, che richiedono infrastrutture costose, Starlink utilizza satelliti in orbita terrestre bassa (LEO) a 550 km di altitudine, offrendo velocità di 100-200 Mbps e latenze inferiori ai 40 ms, avvicinandosi alla banda larga tradizionale. Il sistema è particolarmente efficace in regioni montuose, desertiche o caratterizzate da reti di telecomunicazioni deboli. In Alaska, Starlink ha già garantito connettività stabile a comunità rurali, mentre in Brasile il governo prevede di adottarlo per oltre 40.000 scuole pubbliche e comunità indigene dell’Amazzonia. Un report della World Bank stima che 2,7 miliardi di persone nel mondo non hanno ancora accesso a Internet. L’implementazione di Starlink in India, Indonesia, Nigeria e Messico potrebbe ridurre drasticamente il digital divide, servendo centinaia di milioni di persone. L’India, con 700 milioni di cittadini senza connessione stabile, sta valutando collaborazioni con SpaceX per integrare Starlink nei suoi programmi di digitalizzazione. L’introduzione di Internet satellitare non significa solo maggiore connettività, ma anche nuove opportunità economiche. Secondo il World Economic Forum, un aumento del 10% della penetrazione di Internet in un paese emergente porta a una crescita del PIL tra l’1,2% e il 2%, grazie al potenziamento di istruzione a distanza, e-commerce, digitalizzazione delle imprese locali e accesso ai servizi sanitari e bancari. In Africa, Starlink è già attivo nelle scuole rurali del Kenya e del Sudafrica, mentre in Australia supporta le comunità aborigene. L’agricoltura di precisione beneficia anch’essa della connettività satellitare: in Stati Uniti e Argentina, Starlink è utilizzato per il monitoraggio in tempo reale delle colture e per l’irrigazione intelligente, migliorando produttività e sostenibilità. Nonostante i suoi vantaggi, il servizio presenta alcune limitazioni. Il costo del kit di connessione è di circa 500 dollari, con un abbonamento mensile tra 99 e 120 dollari, una spesa elevata per molti utenti nei paesi emergenti. Inoltre, con l’aumento del numero di abbonati, la banda disponibile per ogni utente potrebbe ridursi. I test hanno mostrato una diminuzione della velocità di navigazione in aree con alta concentrazione di utenti. Anche le condizioni atmosferiche possono influire sulle prestazioni: piogge intense e tempeste solari possono degradare la qualità del segnale. In Italia, Starlink ha suscitato l’interesse del governo, che sta valutando il suo utilizzo nelle aree a fallimento di mercato, dove gli operatori tradizionali non investono in infrastrutture. Tuttavia, l’Unione Europea teme che una dipendenza eccessiva da Starlink possa minare la sovranità digitale del continente e sta accelerando lo sviluppo di IRIS², una costellazione satellitare europea che mira a ridurre la dipendenza dalle tecnologie statunitensi. Secondo NASA ed ESA, il futuro delle telecomunicazioni globali dipenderà da soluzioni ibride, che combinino fibra ottica e satelliti LEO, creando un ecosistema digitale resiliente e accessibile. Starlink ha già dimostrato di migliorare l’accesso a Internet nel mondo, con benefici economici e sociali significativi. Nonostante le sfide tecniche ed economiche, il servizio è destinato a rivoluzionare il settore delle telecomunicazioni, soprattutto per le comunità più isolate. L’integrazione con altre tecnologie emergenti e una regolamentazione internazionale saranno fondamentali per garantire un accesso equo e sostenibile alla rete nei prossimi decenni.
Nina Celli, 14 marzo 2025