Uno degli argomenti più convincenti a favore della geoingegneria climatica è il suo potenziale di catalizzatore per la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica. Le tecnologie di gestione della radiazione solare (SRM) e di rimozione del carbonio (CDR) richiedono lo sviluppo di strumenti sofisticati, che spaziano dalla modellistica climatica avanzata a tecniche di dispersione atmosferica ad alta precisione, fino alla bioingegneria applicata alla cattura e allo stoccaggio della CO₂. Questo fermento tecnologico potrebbe non solo aprire nuove frontiere nella comprensione del sistema climatico terrestre, ma anche favorire nuove opportunità economiche, trasformando la geoingegneria in uno dei settori emergenti della green economy. Secondo il German Climate Security Report 2025, il mercato globale della geoingegneria potrebbe superare i 30 miliardi di dollari entro il 2030, con un forte impatto sulla creazione di posti di lavoro ad alta specializzazione. La crescente attenzione del settore privato è già evidente: start-up innovative e grandi conglomerati energetici stanno investendo in tecnologie di cattura della CO₂ e gestione della radiazione solare, con l’obiettivo di ridurre i costi e migliorare l’efficienza di queste soluzioni. Rebecca Dickson, in un editoriale pubblicato sul Boulder Daily Camera, sottolinea come il mondo finanziario stia mostrando sempre più interesse per le aziende impegnate nella geoingegneria, poiché questa tecnologia potrebbe diventare una risorsa strategica per affrontare la crisi climatica. Uno degli aspetti più interessanti della geoingegneria è la sua capacità di stimolare la collaborazione internazionale nella ricerca scientifica. Paesi, università e centri di eccellenza stanno già condividendo dati e modelli climatici per valutare gli impatti potenziali delle tecnologie geoingegneristiche. Il Polarforskningssekretariatet svedese, nel suo Geoengineering Symposium 2024, ha evidenziato come lo sviluppo di queste soluzioni possa migliorare la capacità collettiva di prevedere i rischi climatici e affinare gli strumenti di adattamento, rafforzando la scienza climatica come patrimonio comune dell’umanità. Le ricadute della geoingegneria sulla scienza e sull’economia non si limitano alla gestione della radiazione solare. Le tecnologie di rimozione della CO₂, come la Direct Air Capture (DAC), stanno avanzando rapidamente, con aziende leader che sviluppano impianti in grado di estrarre CO₂ direttamente dall’atmosfera e immagazzinarla in modo permanente nel sottosuolo. Secondo un’analisi pubblicata su Nature Climate Change, la DAC potrebbe diventare una componente essenziale della lotta al cambiamento climatico, riducendo il costo della decarbonizzazione per settori difficili da elettrificare, come l’aviazione e la produzione di cemento. L’impatto economico della geoingegneria potrebbe estendersi anche al settore dell’energia rinnovabile. Alcune ricerche suggeriscono che le tecnologie di gestione del clima potrebbero essere utilizzate per stabilizzare il ciclo delle precipitazioni e migliorare la disponibilità di risorse idriche nelle regioni aride, facilitando la diffusione di impianti solari e idroelettrici. Secondo un rapporto pubblicato dal Center for International Environmental Law (CIEL), un sistema ben regolamentato di geoingegneria potrebbe integrare le politiche climatiche esistenti, riducendo il rischio di shock climatici e garantendo condizioni più stabili per la transizione energetica globale. Nonostante questi potenziali benefici, è necessario considerare alcuni rischi. Se la geoingegneria dovesse diventare un settore economicamente redditizio, potrebbe emergere un incentivo perverso per le aziende a spingere l’uso di queste tecnologie a scapito della riduzione delle emissioni. Il CIEL ha messo in guardia contro il rischio che l’industria fossile utilizzi la geoingegneria come strumento di greenwashing, ritardando la transizione energetica e mantenendo la dipendenza dai combustibili fossili. Per evitare questi scenari, gli esperti raccomandano una regolamentazione rigorosa e meccanismi di trasparenza, affinché la geoingegneria sia utilizzata solo come complemento alla decarbonizzazione, e non come un’alternativa alla riduzione delle emissioni. In sintesi, la geoingegneria potrebbe rappresentare un motore di innovazione tecnologica e cooperazione scientifica, con effetti positivi sulla crescita economica e sulla capacità di adattamento al cambiamento climatico. Tuttavia, il suo sviluppo deve avvenire all’interno di un quadro normativo chiaro, che eviti derive speculative e garantisca che queste tecnologie siano impiegate con responsabilità e in un’ottica di interesse collettivo globale.
Nina Celli, 12 marzo 2025