Nonostante i progressi dell’IA, ci sono settori in cui la presenza umana rimane indispensabile, soprattutto quando si tratta di emozioni, creatività e intuizione. Le capacità sociali e relazionali sono difficili da replicare tramite algoritmi, il che rende alcuni settori meno vulnerabili all’automazione. Nel settore sanitario, ad esempio, i robot e l’intelligenza artificiale possono supportare i medici nella diagnosi, ma non possono fornire empatia e cura emotiva ai pazienti. Gli infermieri, i terapeuti e i medici devono essere in grado di comprendere le emozioni dei loro pazienti e adattare il loro comportamento di conseguenza. Secondo uno studio condotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il 77% dei pazienti preferisce essere trattato da un medico umano anche se un algoritmo offre una diagnosi più accurata. Anche l’istruzione è un settore in cui la presenza umana è cruciale. I docenti non si limitano a trasmettere informazioni, ma aiutano gli studenti a sviluppare capacità critiche e sociali. L’interazione diretta con un insegnante è fondamentale per il processo di apprendimento, soprattutto per i bambini in età scolastica. Il settore artistico e culturale è un altro ambito in cui l’IA fatica a competere con gli esseri umani. Sebbene gli algoritmi possano produrre opere visivamente accattivanti, mancano di intenzionalità, ispirazione e significato emotivo. I musicisti, i registi e gli scrittori creano opere che riflettono le loro esperienze e visioni del mondo, qualcosa che l’IA non è in grado di replicare. Questi esempi dimostrano che, nonostante l’automazione, ci sono professioni che continueranno a richiedere l’intervento umano, proteggendo una parte del mercato del lavoro.
Nina Celli, 23 febbraio 2025