La decisione di Joe Biden di autorizzare l’uso di missili ATACMS contro obiettivi russi rappresenta un potenziale punto di svolta negli equilibri geopolitici globali. Questa mossa ha polarizzato ulteriormente il conflitto, consolidando due blocchi contrapposti: NATO e alleati da un lato, Russia e paesi simpatizzanti dall’altro, rievocando le dinamiche della Guerra Fredda. L’intensificazione delle tensioni potrebbe portare a incidenti imprevedibili, soprattutto in presenza di truppe NATO vicino ai confini russi. La Germania si oppone all’utilizzo di missili a lungo raggio, temendo un’escalation, mentre altri membri della NATO, come Ungheria e Turchia, manifestano riserve sul rischio di coinvolgimento diretto nel conflitto.
In questo contesto, il nazionalismo crescente alimenta decisioni belliche più aggressive, riducendo lo spazio per la diplomazia. In Russia, la propaganda statale consolida il consenso, mentre in Ucraina la capacità di colpire in profondità rafforza il morale e il supporto occidentale. Tuttavia, questo clima compromette la possibilità di negoziati di pace, alimentando una spirale di tensioni con implicazioni economiche, strategiche e umanitarie globali.