La decisione di Biden di autorizzare l'uso dei missili ATACMS contro obiettivi russi, secondo Peter Dickinson dell'Atlantic Council, mina la credibilità delle minacce di Putin, che in passato si sono dimostrate in gran parte vuote. Patrick Bury e Matthew Savill evidenziano l'importanza tattica e politica della decisione, che rafforza la posizione ucraina e invia un segnale agli alleati occidentali. Tuttavia, la Russia ha reagito con minacce amplificate, interpretando l’azione come un passo verso un’escalation globale. Tatiana Stanovaya, esperta del Carnegie Russia Eurasia Center, interpreta la retorica nucleare di Putin come una pressione psicologica per dissuadere l'Occidente, piuttosto che una minaccia reale. Nonostante ciò, l’impatto strategico della decisione è limitato dal numero contenuto di missili forniti da USA e Regno Unito.
Per Dani Belo la mossa non porterebbe verso un’escalation, poiché entrambe le parti potrebbero trattenersi da ulteriori inasprimenti fino all’insediamento di una nuova amministrazione USA, mentre Lubomyr Luciuk sottolinea che una vittoria ucraina è essenziale per preservare l’ordine globale. Analisti come William Courtney considerano la mossa più simbolica che decisiva, ma con potenziali effetti positivi sul morale ucraino e sui negoziati futuri.