L’autonomia differenziata distruggerà il Sistema sanitario nazionale creando una frattura tra il Nord e il Sud del Paese

Schillaci: “l’autonomia differenziata non lede il diritto alla salute”

Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha difeso la riforma sull’autonomia differenziata, sostenendo che il provvedimento non mette in discussione il diritto alla salute. Al contrario, secondo il ministro l’autonomia rappresenta un’opportunità per le Regioni, soprattutto nell’ambito del rispetto dei Lea, che costituiscono l’unica garanzia su tutto il territorio nazionale. “Il Ssn sta attraversando una grave crisi di sostenibilità, con lunghe liste di attesa e carenza di medici, e questo per le politiche del passato – ha dichiarato - Si sta adottando il modello del Piano sanitario nazionale che segna un cambio di passo. Ribadisco l'impegno ad agire con decisione per ridurre le differenze sul territorio”. Il ministro ha spiegato che il disegno di legge non mette in discussione l'unitarietà del diritto alla tutela della salute, come diritto e prerogativa di cittadinanza, ma rappresenta un potenziamento della facoltà delle Regioni di modulare la propria organizzazione dei servizi sanitari nel rispetto dei Lea. “Le differenze tra nord e sud sono ben note e riguardano la sanità come altri ambiti della vita economica e sociale della Nazione – ha concluso - Ma tra gli obiettivi primari del mio ministero, resta fermo l'impegno ad agire con decisione per ridurre tali differenze rinforzando la capacità del ministero stesso e degli enti a supporto. Riformare un Ssn prosciugato di risorse, svaligiato dai gettonisti, necessita tempo che fin da subito stiamo impiegando al meglio, supportati dalle Regioni realmente interessate a garantire a tutti il diritto alla Salute” (Autonomia differenziata, Pd: porta Ssn al collasso. Schillaci: non lede diritto alla salute, “Sanità 33”, 8 maggio 2024).

Cecchetti (Lega): “l’autonomia renderà la sanità più efficiente”

Il deputato della Lega Fabrizio Cecchetti, in un intervento alla Camera, ha difeso la riforma sull’autonomia differenziata, respingendo le accuse dell’opposizione sui presunti effetti negativi delle nuove norme sul sistema sanitario. “In questo momento ci sono sanità di serie A e sanità di serie B – ha spiegato Cecchetti - Perché altrimenti mi dovreste spiegare perché ci sono 200mila italiani, non residenti in Lombardia, che anche l’anno scorso sono venuti a farsi curare nelle strutture pubbliche della Lombardia. È perché probabilmente qualche amministratore di altre regioni ha fallito nel governare in questi anni. Voi volete andare avanti con la serie A e la serie B, noi vorremmo con l’autonomia portare tutti in serie A. Questo è un passaggio fondamentale”. Secondo il deputato, l’autonomia farà bene a tutti in quanto responsabilizza chi governa e presuppone meno burocrazia, meno sprechi, più risorse da investire per il futuro, per i giovani e per il bene di tutto il Paese (Fabrizio Cecchetti, Autonomia vuol dire una sanità efficiente, “Facebook”, 29 aprile 2024). 

Migliore (Fiaso): “l’autonomia è un’opportunità per migliorare il sistema sanitario”

Anche per Giovanni Migliore, presidente di Fiaso (Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere), la riforma sull’autonomia differenziata rappresenta un’opportunità per migliorare il sistema sanitario su tutto il territorio nazionale. Migliore ha infatti ricordato che l’autonomia regionale in ambito sanitario è una realtà già da tempo e la nuova riforma avrà il compito di correggere e migliorare il sistema. “In sanità sperimentiamo l'autonomia regionale da quasi venticinque anni – ha spiegato - La modifica del Titolo V del 2001 ha creato di fatto 21 sistemi sanitari. La riforma può e deve essere dunque un'opportunità per garantire maggiore equità e stabilità al sistema sulla base dell'esperienza che abbiamo maturato”. Secondo Migliore, è necessario intervenire con strumenti nuovi dove ormai ci sono difficoltà consolidate nel tempo, per ridurre le disuguaglianze di accesso ai servizi sanitari (Autonomia differenziata, Migliore (Fiaso): riforma è opportunità per maggiore equità, “Sanità 33”, 19 aprile 2024).

Piazza favorevole all’autonomia differenziata

“L’Autonomia differenziata non penalizzerà la sanità del Sud. Anzi, sarà l’occasione per colmare il vistoso gap scavato nel corso degli ultimi decenni a danno dei cittadini delle altre zone del Paese”. A dichiararlo è il sottosegretario della Regione Lombardia con delega all’Autonomia e ai rapporti con il Consiglio regionale, Mauro Piazza. “I dati della migrazione sanitaria dal Sud verso gli ospedali del Nord – continua il sottosegretario – parlano chiaro e palesano un evidente problema. Perché a nessuno fa piacere fare migliaia di chilometri per risolvere un problema di salute”. Secondo Piazza, con la determinazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP), previsti da vent’anni ma mai attuati, aumenteranno in maniera significativa le garanzie per tutti gli italiani. Piazza è sicuro che il percorso dell’autonomia stia proseguendo con grande attenzione verso la tutela dei diritti di tutti. E con massima attenzione a non creare squilibri, ma anzi a ridurre ed eliminare quelli esistenti. La riforma rappresenta, per il sottosegretario, una grande opportunità di responsabilizzare le classi dirigenti dei territori che, senza più alibi, dovranno rendere conto di ciò che fanno e di come lo fanno. A partire proprio dalla sanità (Autonomia e sanità, Piazza: riforma è opportunità anche per il Sud, “Regione Lombardia”, 5 aprile 2024).

Alessandro De Sanctis, 6 giugno 2024

Sereni (Pd): “l’autonomia creerà disparità di trattamento in materia di diritto alla salute”

Marina Sereni, responsabile del Pd per la Salute, è certa che la riforma, se approvata, porterà una disparità inevitabile di trattamento dei cittadini in materia di diritto alla salute. “Già oggi le distanze tra Nord e Sud del Paese in termini di tutela della salute sono enormi – ha spiegato - Basti pensare che la speranza di vita nelle aree del Sud è di tre anni inferiore a quella delle aree economicamente più forti. I dati sul raggiungimento dei LEA e sulla mobilità sanitaria passiva confermano che un flusso importante di pazienti e risorse dal Mezzogiorno si sposta ogni anno di più verso le strutture del Nord”. Secondo Sereni, servirebbe maggiore capacità di governance nazionale del Servizio Sanitario Nazionale, in termini di indirizzo e controllo, e un’azione seria di riequilibrio volta a colmare i divari in termini di quantità e qualità dei servizi tra le diverse aree del Paese. L’opposto di quanto previsto dal disegno di legge sull’autonomia differenziata. “Continueremo a mobilitarci per dire no a 20 diversi Sistemi sanitari regionali e per dire sì ad un Servizio Sanitario Nazionale che garantisca a tutti e in tutta Italia prevenzione, cura e prestazioni appropriate”, ha concluso (Autonomia differenziata, mettiamo in campo ogni strumento per bloccarla, “partitodemocratico.it”, 24 gennaio 2024).

Cartabellotta (Gimbe) illustra il report L’autonomia differenziata in sanità

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha illustrato i risultati del report L’autonomia differenziata in sanità, definendo la misura pericolosa, in quanto porterà al collasso la sanità del Mezzogiorno e distruggerà il Sistema sanitario nazionale. Secondo i dati riportati da Cartabellotta, se per le Regioni del Sud, già in fondo alle classifiche per cure essenziali e aspettativa di vita, si profila il pericolo di collasso del reparto sanitario, al Nord si rischia il sovraccarico da mobilità sanitaria. “Complessivamente questi dati – spiega Cartabellotta – confermano che in sanità, nonostante la definizione dei Lea nel 2001, il loro monitoraggio annuale e l’utilizzo da parte dello Stato di strumenti quali Piani di rientro e commissariamenti, persistono inaccettabili diseguaglianze tra i 21 sistemi sanitari regionali”.
Per il presidente di Gimbe, dunque, con la riforma sull’autonomia differenziata, la frattura strutturale tra Nord e Sud finirà per espandersi (L’autonomia differenziata sarà il colpo di grazia alla sanità del Sud e al Ssn, “partitodemocratico.it”, 21 marzo 2024).

Boccia (Pd): “L’autonomia differenziata spacca l’Italia e uccide la sanità pubblica”

Il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia ha riportato i dati dello studio effettuato da Gimbe che a suo dire rappresenterebbero “la pietra tombale sul progetto della Lega”. Secondo Boccia, il ddl Calderoli creerebbe una frattura nel sistema sanitario, aumentando il divario già esistente tra Nord e Sud. “Sappiamo già che il nostro sistema sanitario nazionale vive di grandi differenze tra Nord e Sud in termini di servizi e prestazioni – ha spiegato - Gimbe certifica che l’autonomia differenziata di Calderoli spacca l’Italia e uccide la sanità pubblica del nostro Paese, di fatto regalando il servizio sanitario nazionale ai privati e a chi si potrà permettere di pagare. Benvenuti nella sanità patriottica della destra e della Lega”.
Stessa linea di pensiero per Michele Fina, senatore e tesoriere del Partito Democratico. L’autonomia differenziata, secondo Fina, segnerà la fine del Sistema sanitario nazionale e della sanità pubblica. Anche Fina fa riferimento al report di Gimbe e denuncia “l’osceno scambio tra premierato e autonomia, voluto da Meloni e Salvini per tenere in piedi il Governo”. “L’Autonomia voluta dal Governo Meloni tradisce il concetto stesso di unità nazionale in favore di interessi particolari che avranno come effetto paradossale, come bene sottolineato da Gimbe, quello di accentuare il pendolarismo sanitario dal Sud al Nord – ha concluso - Ci batteremo in tutte le maniere per scongiurare questo progetto ‘criminale’ che rivela la vera natura di una destra che calpesta i più deboli e i più indifesi” (L’autonomia differenziata sarà il colpo di grazia alla sanità del Sud e al Ssn, cit.).

Furfaro: “con l’autonomia differenziata collasserà il Sistema sanitario”

Marco Furfaro, capogruppo Pd nella Commissione Affari sociali, ha criticato diversi aspetti della riforma sull’autonomia differenziata nel corso di un question time con il ministro della Salute Schillaci. “Con l'Autonomia differenziata state portando al collasso il sistema sanitario nazionale – ha detto Furfaro - L'Italia è un Paese in cui la sanità pubblica dovrebbe essere accessibile a tutti ma, a seconda di dove nasci e in quale famiglia cresci, diventa un privilegio di pochi. Anche per colpa di LEA non definiti o rimandati all'infinito. Con l'autonomia differenziata volete dare il colpo mortale al diritto alla salute come diritto universale”. Secondo Furfaro, il provvedimento porterà un incremento del divario tra il Nord e il Sud del Paese, con risvolti drammatici per il Sistema sanitario pubblico. In particolare, il capogruppo dem è convinto che la sanità a Sud, già fortemente compromessa, collasserà causando un massiccio esodo di pazienti verso il Nord. Tutto questo porterà a saturazione anche la sanità di altre Regioni, che si troveranno a fare i conti con un numero di pazienti insostenibile e liste di attesa infinite. “I ricchi si rivolgeranno al privato e i più poveri dovranno rinunciare alle cure. Come oggi accade a oltre 4 milioni di persone – conclude - E tutto questo lo state facendo definendovi 'Patrioti'. Ma la vostra patria non è l'Italia, è l'interesse di pochi ai danni di molti. Non ve lo permetteremo” (Autonomia differenziata, Pd: porta Ssn al collasso. Schillaci: non lede diritto alla salute, “Sanità 33”, 8 maggio 2024).

Per Assomed la riforma porterà alla disgregazione sociale

Anche il sindacato di medici e dirigenti sanitari italiani Anaao Assomed mette in guardia dai rischi della riforma sull’autonomia differenziata. Secondo Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, si rischia la disgregazione sociale, perché con la riforma Calderoli verrebbe meno uno dei due pilastri del welfare state, ovvero il diritto alla salute per tutti i cittadini sancito dalla Costituzione italiana. Di Silverio spiega che la norma prevede che i Lea diventino di competenza della Regione, non più del ministero della Salute. Ogni Regione potrà così scegliere quali prestazioni fornire gratuitamente e quali no. “Si potrebbe arrivare al paradosso per cui una determinata visita potrebbe essere gratuita in Lombardia e a pagamento in Calabria – ha precisato - Questa riforma rappresenta a nostro avviso un tentativo di ulteriore parcellizzazione basata sulla spesa storica nella logica del povero sempre più povero e ricco sempre più ricco, che relega i livelli essenziali delle prestazioni a futura memoria e lega un diritto, che l’art. 32 della Costituzione vuole unico e indivisibile, a reddito e residenza, secondo un neonato ‘ius domicilii’. Alimentando, peraltro, quelle diseguaglianze negli esiti di salute tra territori dello stesso Paese che Premier e Ministro della Salute dichiarano di volere abbattere” (Autonomia differenziata. Anaao Assomed: “Rischiamo la disgregazione sociale”, “Quotidiano Sanità”, 18 aprile 2024).

Alessandro De Sanctis, 6 giugno 2024