Il metaverso renderà la nostra realtà ancora più alienante, distorcendo il nostro rapporto con il mondo reale e la nostra identità

Metaverso, un rinnovato e innovativo senso di comunità

Secondo il ricercatore Fabio De Felice e le ricercatrici Mizna Rehman, Antonella Petrillo, Ilaria Baffo, “il Metaverso darà la possibilità alle persone di espandere le proprie interazioni sociali a livello globale, di esplorare differenti identità, di esprimere la propria creatività [in modi innovativi e di] promuovere il proprio sviluppo personale e l’espressione della propria personalità” (Fabio De Felice, Mizna Rehman, Antonella Petrillo, Ilaria Baffo, A metaworld: Implications, opportunities and risks of the metaverse, “IET Collaborative Intelligent Manufacturing”, 5-3, p. 9). Come sottolineato dai ricercatori Hilarius Bambang Winarko, Mohammad Nabil Almunawar e Linda Herkenhoff, infatti, sul “Metaverso [sono presenti] comunità virtuali, [gruppi] di persone con in comune interessi, idee, compiti oppure obiettivi, [che hanno la possibilità di] interagire tra loro attraverso confini temporali, geografici e organizzativi, per sviluppare relazioni personali in un sistema aperto” (Hilarius Bambang Winarko, Mohammad Nabil Almunawar, Linda Herkenhoff, Innovation Communication and its Challenges, in The Metaverse Era, “International Journal of Social Science and Education Research Studies”, Vol 4-2, 2/2024, p. 141). Sarà possibile prendere parte a comunità virtuali pubbliche oppure private, formare associazioni, gruppi di persone con i medesimi interessi o lo stesso hobby, fare parte di partiti politici o sindacati; inoltre, “una delle caratteristiche che identifica la tecnologia del Metaverso è che i membri di queste comunità virtuali saranno liberi di creare i loro stessi [avatar, mentre] un fattore sorprendente è che le relazioni che si creano in questo mondo virtuale potranno continuare nel mondo reale, proprio come [avviene con] i social network, [ma con la differenza che il Metaverso] offre alcune alternative per ambienti e atmosfere preferibili [e più reali e immersive], dove gli utenti possono incontrarsi o teletrasportarsi” (ibidem, p. 141). Già oggi tra le giovani generazioni non è raro che si trascorra più tempo con i propri amici sul Web rispetto al mondo reale, senza che il rapporto sia percepito in maniera differente rispetto a una relazione iniziata e coltivata unicamente in presenza; va da sé che il metaverso faciliterà una maggiore unicità e immersività delle esperienze che potranno essere svolte virtualmente, ampliando il paniere delle opportunità di socialità.

Un posto dove poter essere noi stessi

In buona sostanza, il metaverso darà concretezza alla promessa, a più riprese rinverdita dall’industria hi-tech, di creare un cyberspazio all’interno del quale ogni persona potrà interagire e interfacciarsi con gli altri su un piano di parità, essendo se stessa e in possesso della prerogativa di presentarsi come desiderato tramite un avatar, senza essere giudicata per le proprie caratteristiche fisiche o le proprie limitazioni, nell’ambito di un contesto virtuale nel quale le gerarchie e le limitazioni del mondo reale verranno meno, senza però rinunciare all’esperienza della presenza e dell’interazione con coloro con cui si ha un rapporto oppure interessi o idee in comune. Stando a quanto sostiene l’imprenditore e autore Herman Narula, infatti, “non possiamo creare una società felice e sana senza che tutti abbiano la possibilità di realizzarsi, di sentirsi coinvolti e di avere un ruolo. [Grazie alle opportunità fornite dal Metaverso, saremo in grado di] generare realtà virtuali ancor più appaganti e ulteriori esperienze per crescere, come individui e come specie, per andare oltre ciò che attualmente siamo in grado di fare. [Grazie al Metaverso], piuttosto che esplorare spazi esterni [virtuali, saremo in grado anzitutto di] conoscere meglio noi stessi” (Dean Takahashi, Why Improbable’s Herman Narula believes virtual society will foster transhumanism, “VentureBeat”, 3 novembre 2022). Anche solo per le innumerevoli e innovative opportunità per la salvaguardia della salute mentale e la cura delle patologie psichiche e psichiatriche.

Niki Figus, 3 maggio 2024

 

La fine del confine tra virtuale e reale

Secondo le parole del ricercatore Artun Cesmeli, “il Metaverso non è semplicemente un’evoluzione della nostra esperienza [su Internet], è una rivoluzione che offre un nuovo livello, senza precedenti, di integrazione tra il [mondo] fisico e quello digitale, […] un ponte […] tra la realtà materiale e quella virtuale” (Artun Cesmeli, The Metaverse: A Brave New ‘World’, “Journal of AI”, 7(1), pp. 37-38). Da questo punto di vista, ha avvertito l’Europol, “l’esplicita divisione tra il mondo fisico e quello virtuale diventerà sempre più problematica. A mano a mano che le esperienze [sul Metaverso] diventeranno sempre più fisiche [e ancora più] reali, [sarà necessario] decidere fino a che punto le esperienze virtuali avranno un impatto uguale a quelle [della realtà]” (Europol, Policing in the metaverse: what law enforcement needs to know, “Europol”, 21 ottobre 2022). Anche perché tale tecnologia è destinata a evolversi rendendo Internet una piattaforma all’interno della quale vivere esperienze e fruire di contenuti multisensoriali in un modo ancora più impattante rispetto a oggi. Non solo. Secondo il ricercatore e autore Ljubisa Bojic, “ciò potrebbe avere come conseguenza la fine della divisione tra mondo reale e virtuale, [oltre che tra] dipendenze reali e virtuali” (Ljubisa Bojic, Metaverse through the prism of power and addiction: what will happen when the virtual world becomes more attractive than reality?, “European Journal of Futures Research”, 10(1), 2022).

Una nuova umanità, tra emozioni virtuali e delusioni reali

Come spiegato dai ricercatori Antonio González-Morales, Francisco Muñoz-Leiva, Milagro Martín-López e Alejandro Talaminos Barroso, il metaverso sarà in grado di “alterare […] i processi cognitivi ed emotivi” (Antonio González-Morales, Francisco Muñoz-Leiva, Milagro Martín-López, Alejandro Talaminos Barroso, Metaverse Neuromarketing: a competitive advantage in the metaverse, “Research Square”, 30 agosto 2023, p. 8), tanto da provocare, potenzialmente, secondo il ricercatore Fabio De Felice e le ricercatrici Mizna Rehman, Antonella Petrillo, Ilaria Baffo, “un declino nelle connessioni umane reali” (Fabio De Felice, Mizna Rehman, Antonella Petrillo, Ilaria Baffo, A metaworld: Implications, opportunities and risks of the metaverse, “IET Collaborative Intelligent Manufacturing”, 5-3, p. 9). All’affermarsi di tale tecnologia, infatti, per Cesmeli, “l’identità umana andrà rivoluzionandosi” (Artun Cesmeli, The Metaverse: A Brave New ‘World’, “Journal of AI”, 7-1, p. 34), in quanto vivremo con un avatar all’interno di una realtà virtuale in grado di farci vivere emozioni, esperienze e sensazioni reali, se non ancora più impattanti e coinvolgenti. Inevitabilmente, ciò provocherà un cambiamento dei nostri comportamenti e della nostra personalità, tanto all’interno del contesto virtuale che di quello reale. Una volta che il metaverso verrà ulteriormente sviluppato, così come le tecnologie che concorreranno al suo funzionamento, tramite il nostro avatar, la nostra identità digitale, potremo interagire con altri avatar, trasposizioni di persone reali ma anche mere identità virtuali, rese però particolarmente realistiche e attrattive, ad esempio, grazie alle tecnologie dell’Intelligenza Artificiale. Secondo De Felice, Rehman, Petrillo e Baffo, la creazione di avatar che si comporteranno in modo “amichevole, non aggressivo, amorevole, dando un’attenzione incondizionata, [farà sì che] gli utenti [svilupperanno] con loro un attaccamento emotivo; di conseguenza, [anche se] i sentimenti non possono essere provati dalle entità virtuali, [sempre più persone proveranno] emozioni per dei computer e sentimenti negativi per gli altri esseri umani, [con cui relazionarsi è certamente più complesso, portando a un aumento,] in relazione a un uso eccessivo delle tecnologie digitali, [di] ansia e depressione” (Fabio De Felice, Mizna Rehman, Antonella Petrillo, Ilaria Baffo, A metaworld: Implications, opportunities and risks of the metaverse, “IET Collaborative Intelligent Manufacturing”, 5-3, p. 6). Potrebbe addirittura diventare necessario classificare nuove patologie psichiatriche con l’affermarsi del metaverso. Come messo in luce dal professore di Psicologia e Neuroscienza, Mitch Prinstein, “l’idea di poter romanzare la propria identità e di ricevere differenti feedback può avere un serio impatto [sulla] identità [delle persone, comportando] un’esacerbazione dei problemi che già abbiamo iniziato a vedere con gli effetti dei social media. [Da questo punto di vista, il Metaverso è destinato a] creare più solitudine [e] molte più preoccupazioni rispetto alla rappresentazione del sé” (Tom Huddleston jr., ‘This is creating more loneliness’: The metaverse could be a serious problem for kids, experts say, “Cnbc”, 31 gennaio 2022).

Una volta che il metaverso sarà una realtà ordinaria e quotidiana, secondo il ricercatore Ulrik Franke, ognuno di noi sarà “solo nella propria particolare illusione. [Ognuno di noi starà] nel Metaverso per periodi sempre più lunghi di tempo e [sarà] sempre meno interessato a disconnettersi con regolarità, [come oggi accade] con la dipendenza da social network. [In questo] scenario distopico, [saremo sempre più attratti da] esperienze cucite su misura nelle quali non sarà necessaria la presenza di altri individui reali, trasformando così sempre più il Metaverso [da una comunità a un’esperienza solitaria], individualista, persino solipsista, [portando l’umanità a voler vivere] in una simulazione senza alcun contatto con altre persone” (Ulrik Franke, Two Metaverse Dystopias, “Res Publica”, 2024). In ultima istanza, secondo Cesmeli, “il Metaverso potrebbe potenzialmente risultare in un’incarcerazione digitale” (Artun Cesmeli, The Metaverse: A Brave New ‘World’, “Journal of AI”, 7-1, p. 37).

Niki Figus, 3 maggio 2024