L'attivismo digitale crea maggiore consapevolezza individuale

Una moderna partecipazione civica e sociale “L’attivismo digitale si è trasformato in una prospettiva concreta e incredibilmente fattuale. Infatti, grazie alle community online, le persone si informano e trovano la giusta motivazione collettiva per agire e fare la propria parte. Ci si sta rendendo conto che l’attivismo online può tradursi in un cambiamento tangibile offline” (Digital transformation e attivismo digitale tra i trend 2021, “keyassociati”, 27 novembre 2020).
L'attivismo digitale si è trasformato in una prospettiva concreta e fattuale per il suo potenziale nell'informare, mobilitare e trasformare l'opinione pubblica. Grazie alle community online, le persone possono unirsi per affrontare le sfide del mondo reale e contribuire al cambiamento sociale e politico.
“I social media sono diventati il luogo e lo strumento per i giovani per confrontarsi su questioni sociali specialmente durante la pandemia. Instagram, Twitter, Facebook, Go-fund Me, Change.org e persino TikTok, sono le piattaforme che i giovani hanno usato per condividere, discutere e raccogliere fondi sulle ingiustizie sociali” (Cancel cultura, body positivity, attivismo digitale, “neoconnessi.it”, 26 maggio 2021).
“L’attivismo digitale ha dimostrato di essere un potente mezzo di mobilitazione politica di base e fornisce nuovi modi per coinvolgere i manifestanti. Inoltre, le azioni online possono essere importanti in paesi dove gli spazi pubblici sono altamente regolamentati o sono sotto controllo militare. In questi casi, le azioni online sono un’opzione migliore delle azioni ‘dal vivo’ possibilmente pericolose dal punto di vista fisico” (ibidem).

Uno strumento utile per produrre e diffondere contenuti significativi

L'attivismo digitale implicando azioni collettive tramite dispositivi digitali e social network, permette alle persone di unirsi a cause fondamentali e creare connessioni globali. Nei media odierni, i social media amplificano messaggi politici, aumentando la consapevolezza individuale e collettiva su questioni specifiche. Queste piattaforme vanno oltre la mera comunicazione per promuovere cause: diventano mezzi efficaci per diffondere contenuti rilevanti, parte di uno sforzo complessivo per il cambiamento sociale tramite azioni online e offline (Emiliano Treré, Anne Kaun, Digital Media Activism: A Situated, Historical, and Ecological Approach Beyond the Technological Sublime "researchgate", consultato il 14 agosto 2023).
“L'attivismo sui social media sostiene individui e gruppi che sono stati silenziati a lungo, offrendo loro uno strumento per esprimersi e sentirsi parte di una comunità più ampia. Allo stesso tempo, esso sfida le strutture di potere esistenti e riorienta l'attenzione su questioni trascurate come la crisi climatica. Questo tipo di attivismo mira a un cambiamento politico e sociale dal basso verso l'alto” (Alice Spada, L’attivismo digitale serve davvero?, “zeroco2.eco”, 30 giugno 2022).

Rossella Vezzosi, 26 aprile 2024

Disinformazione e polarizzazione dell’opinione pubblica

“A fronte della mole di informazioni scambiata online, aumentano disinformazione e fake news determinando una forte polarizzazione dell’opinione pubblica. Inoltre, la diffusione di strumenti digitali per l’attivismo civico può emarginare alcuni gruppi demografici che non sono in grado di impegnarsi sulla Rete che – sappiamo – possiede una forza divulgativa come mai altri strumenti in passato” (Federica Meta, Digitale per i diritti umani: la sfida delle democrazie moderne, “corrierecomunicazioni.it”, 6 dicembre 2022).
Infatti, è proprio la facilità stessa con la quale le informazioni possono essere diffuse e manipolate su piattaforme digitali a mettere a rischio la veridicità delle notizie, oltre che contribuire alla polarizzazione dell'opinione pubblica. Questo può creare un divario digitale che marginalizza alcune voci importanti e limita la diversità delle prospettive rappresentate nei dibattiti pubblici.

L’illusione della democrazia digitale

Con l’intento di massimizzare l'interazione degli utenti con le piattaforme, i social hanno influenzato notevolmente il dibattito pubblico amplificando i temi e i dibattiti di maggiore interesse e veicolando l’opinione pubblica. “Qual è il ruolo degli algoritmi dei social network nella formazione dell’opinione pubblica in Italia? Oggi che le piattaforme social fanno parte della quotidianità di milioni di persone, è necessario iniziare a domandarsi quanto le aziende proprietarie dei siti siano in grado di influenzare le scelte dei cittadini. I processi informatici che si basano sui dati personali degli utenti, infatti, non cambiano solo l'homepage di un sito o le pubblicità che vediamo sul web, ma sono in grado di condizionare gli iscritti in scelte importanti della vita reale, come il voto politico o l'appartenenza a un'associazione locale” (Andrea Indiano, Uno studio calcola quanto gli algoritmi influenzano il dibattito pubblico in Italia, “wired.it”, 15 luglio 2022).
“L'attivismo digitale prende forma in tutte le sue dimensioni, distinguendosi dai movimenti e dalle pratiche osservate prima della diffusione della tecnologia digitale. Ma l'attivismo e la tecnologia digitale – i social network, per essere più precisi – non sono indipendenti ma lavorano insieme a vantaggio di alcuni gruppi strutturati che promuovono correnti di pensiero conservatrici” (Jen Schradie, "The Revolution That Wasn't: How Digital Activism Favors Conservatives", Harvard University Press (2019), p. 468)
Per dimostrarlo l'autrice Jen Schradie analizza le disuguaglianze in base alla classe sociale, i tipi di organizzazione dei gruppi di attivisti (sindacati degli insegnanti, degli studenti, dei lavoratori del settore pubblico), le motivazioni politiche di questi gruppi (ideologia "di destra" o "di sinistra") e le loro strategie di occupazione delle reti.
L’analisi delle dinamiche tra attivismo e tecnologia digitale deve tener conto anche del comportamento degli utenti, delle strategie di comunicazione e dell'interazione tra piattaforme e utenti.

I social possono portare a reazioni esagerate

L’attivismo digitale applicato alla cancel culture può creare sui social ambienti estremamente divisivi, favorendo atteggiamenti di chiusura, fino ad atti di vero e proprio cyberbullismo e “linciaggio sociale”. Sono molti i casi in cui personaggi, anche pubblici, sono stati vittime di attacchi che hanno portato alla rovina della loro reputazione. Una volta iniziato il processo di linciaggio ed emarginazione è molto difficile arrestarlo e la vittima ha difficilmente occasione di redimersi e riabilitarsi pubblicamente.
Da questo ne consegue che “il fenomeno della cultura della cancellazione può scoraggiare l'espressione libera e il dialogo aperto. Può creare un clima di paura in cui le persone esitano a esprimere opinioni impopolari o a impegnarsi in discussioni sincere per paura di essere bersagliate ed emarginate. Ciò può limitare la diversità intellettuale e ostacolare l'esplorazione di diverse prospettive, che sono cruciali per la crescita personale e il progresso sociale” (Cancel culture in breve: cos’è, i pro e i contro, “moebiuslugano.ch”, consultato il 26 aprile 2024).

Rossella Vezzosi, 26 aprile 2024