L’accordo Italia-Albania sui Cpr viola le norme del Diritto internazionale

L’accordo tra Italia e Albania sui migranti
L’intesa raggiunta tra Italia e Albania prevede l’istituzione di due Cpr in territorio albanese, che potranno ospitare contemporaneamente fino a tremila migranti presi in consegna dalle navi italiane. I centri dovrebbero sorgere uno al porto di Shengjin e l’altro nell’area di Gjader ed entrare in funzione nella primavera del 2024. I costi saranno tutti a carico dell’Italia, così come la giurisdizione (Migranti, sì all'accordo tra Italia e Albania: esulta il governo Meloni, critiche le ong, “euronews”, 15 febbraio 2024).

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha spiegato il progetto nella sua rubrica social Gli appunti di Giorgia: l’Albania concederà “alcune aree, sotto la giurisdizione italiana, dove realizzare due strutture: in una prima struttura in un porto l'Italia realizzerà un centro di prima accoglienza, mentre in un’area più interna si realizzerà una seconda struttura sul modello dei Cpr”. Meloni ha specificato inoltre che all’interno dei centri la giurisdizione sarà interamente italiana, ma l’Albania collaborerà con la sua polizia per garantire la sicurezza e la sorveglianza esterna delle strutture (Meloni: "In Albania due strutture per i migranti, una sul modello Cpr", “Corriere della Sera”, 10 novembre 2023).

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha difeso gli accordi siglati dal governo in Albania. Secondo il leader di Forza Italia, sono investimenti importanti che l’Italia fa per affrontare la questione dei flussi migratori in collaborazione con un Paese come l’Albania che è candidato ad entrare a far parte dell’Unione europea (Ugo Milano, La Cei contro il governo sull’intesa Italia-Albania: "673 milioni di euro buttati per l’incapacità di gestire l’immigrazione", “Open”, 15 febbraio 2024).

Kelany: “accordo innovativo sui Cpr”

Sara Kelany, deputata e responsabile immigrazione di Fratelli d’Italia, ha parlato dell’accordo nel corso di un convegno in Senato. Secondo Kelany, si tratta di un accordo innovativo, “unicum nel panorama mondiale che noi auspicabilmente vorremmo diventasse un nuovo paradigma per la gestione dei flussi migratori in Europa”.

La deputata ha precisato che l’accordo si incentra sulla cooperazione con Paesi terzi per affrontare congiuntamente le problematiche legate alla gestione dei flussi migratori e al sistema dei rimpatri (Migranti, Kelany (FdI): accordo italia-albania diventi nuovo paradigma per gestione flussi, “9Colonne”, 15 marzo 2024).

Esposito difende l’accordo dal punto di vista giuridico

Intervistato da “Startmag”, Mario Esposito, docente di Diritto costituzionale alla Luiss, ha difeso l’accordo tra Italia e Albania dal punto di vista giuridico. Secondo Esposito, il testo non presenterebbe grandi profili critici: “Da un lato c’è l’accordo, dall’altro ci sono le norme previste per l’esecuzione e il coordinamento, predisposte proprio per far sì che l’esecuzione di questo trattato si inserisca nel resto dell’ordinamento, proprio a garanzia dei migranti”, ha spiegato.
Per il docente universitario, tutte le critiche mosse all’intesa tra Italia e Albania deriverebbero da una conoscenza superficiale del testo o da letture volutamente strumentali. “Ho sentito dire che questo accordo determinava la violazione del divieto di respingimento, che determinava la deportazione degli immigrati. Cose, veramente, fuori dal perimetro normativo”, ha precisato.
Secondo il costituzionalista, l’accordo è un atto importante di cooperazione tra Paesi, in quanto l’Albania sta concedendo allo Stato italiano la possibilità di giurisdizione sul proprio territorio. “Parliamo, quindi, di un aumento temporaneo del territorio italiano – continua Esposito - In questo modo il nostro paese potrà svolgere più efficientemente l’attività che l’Italia è tenuta a svolgere, sia per ragioni costituzionali che per ragioni di normativa europea: il controllo delle frontiere e l’accoglienza delle persone. Salvo, poi, verificare se abbiano diritto al riconoscimento dello status di rifugiato o se abbiano altro diritto di rimanere e circolare sul territorio italiano. A me sembra che questo trattato sia un testo normativo garantista” (Maria Scopece, L’accordo Italia-Albania? Ottimo, nessuna criticità. Parla il prof. Esposito (Luiss), “Startmag”, 17 marzo 2024).

Alessandro De Sanctis, 12 aprile 2024

Amnesty International ed Emergency criticano all’accordo Italia-Albania
Amnesty International ed Emergency hanno duramente criticato gli accordi firmati da Italia e Albania sui migranti, che prevedono la costruzione di due Cpr sul territorio albanese. “È un capitolo vergognoso. Le persone sbarcate in Albania e portate nei centri, compresi i richiedenti asilo, sarebbero automaticamente detenute, senza la possibilità di lasciare le strutture fino a 18 mesi”, ha scritto in un comunicato stampa Matteo De Bellis di Amnesty International. Anche l’associazione umanitaria Emergency ha diramato una nota critica nei confronti delle scelte del governo Meloni: “La politica di esternalizzazione delle frontiere ha già dimostrato di essere fallimentare, con oltre 22 mila morti nel Mediterraneo Centrale dal 2014 ad oggi, di cui oltre 2.400 solo nel 2023”, si legge nella nota. Secondo Emergency, inoltre, il costo per l’Italia sarà decisamente alto, “una sorta di indennità da versare all'Albania, risorse che potrebbero essere usate per creare vie legali di accesso in Europa” (Migranti, sì all'accordo tra Italia e Albania: esulta il governo Meloni, critiche le ong, “euronews”, 15 febbraio 2024).

CEI critica l’accordo Italia-Albania

L’arcivescovo Mons. Gian Carlo Perego, presidente di Cemi e Fondazione Migrantes, si è detto contrario alla politica del governo Meloni in tema di gestione dei flussi migratori. In un comunicato stampa, ha criticato in particolare l’accordo Italia-Albania per il trattenimento dei migranti che la Guardia costiera italiana salverà in mare. “Seicentosettantantatre milioni di euro in dieci anni in fumo per l’incapacità di costruire un sistema di accoglienza diffusa del nostro Paese, al 16° posto in Europa nell’accoglienza dei richiedenti asilo rispetto al numero degli abitanti – scrive l’arcivescovo – Seicentosettantatre milioni di euro che potevano rigenerare non solo la vita di molte persone (3.000), ma la vita anche delle nostre comunità. Seicentosettantatre milioni di euro che avrebbero significato posti di lavoro e un indotto economico. Seicentosettantatre milioni di euro veramente ‘buttati in mare’ per l’incapacità di governare un fenomeno – quello delle migrazioni forzate – che si finge di bloccare, ma che cresce di anno in anno, anche per politiche economiche che non favoriscono – se non con le briciole – lo sviluppo dei Paesi al di là del Mediterraneo. Seicentosettantatre milioni spesi anche perché guardiamo maggiormente a vendere armi – le spese per gli armamenti sono aumentate del 3,7% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 2240 miliardi di dollari, il livello più alto mai registrato (SIPRI) – e a finanziare conflitti – sono 56 gli Stati che nel 2022 si trovavano in situazioni di conflitto armato, 5 in più dell’anno precedente (SIPRI), piuttosto che a costruire pace”. Secondo Perego, tutto questo si traduce in un enorme spreco di risorse pubbliche e in una sconfitta per un Paese democratico come l’Italia in tema di diritti e accoglienza (Accordo Albania-Italia: un segno di incapacità di un Paese a gestire il diritto d’asilo, “migrantes.it”, 16 febbraio 2024).

Secondo il presidente della CEI, cardinale Matteo Zuppi, l’accordo suona per l’Italia come “un'ammissione di non essere in grado” di gestire il fenomeno dei flussi migratori. “Ci si chiede perché non venga sistemata meglio l'accoglienza qui - ha spiegato a margine della presentazione Rapporto Italiani nel Mondo 2023 della Fondazione Migrantes - Ciò che sicuramente è importante è avere un sistema di accoglienza che dia sicurezze a tutti, sia a chi accoglie che a chi è accolto” (Migranti. Accordo con l'Albania, Zuppi: «Perché non gestire meglio l'accoglienza qui?», “Avvenire”, 8 novembre 2023).

Schlein: “accordo in aperta violazione del diritto internazionale”

La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha parlato a Radio Capital dell’accordo tra Italia e Albania, che “sembra in aperta violazione delle norme di diritto internazionale e di diritto europeo”.
Secondo Schlein, il governo, invece di firmare accordi con altri Paesi per la costruzione di Cpr, dovrebbe cercare di convincere i suoi alleati nazionalisti in Europa a collaborare con l’Italia nell’accoglienza dei migranti (Schlein, accordo con Albania viola diritto internazionale, “Ansa”, 7 novembre 2023).

Alessandro De Sanctis, 12 aprile 2024