È fondamentale aumentare il numero dei Cpr per gestire i flussi migratori e i rimpatri

Piantedosi difende le scelte del governo sui Cpr

Il ministro dell’Interno del governo Meloni, Matteo Piantedosi, ha difeso le modifiche previste per i Centri di permanenza per i rimpatri. “Nei nuovi Cpr ci saranno gli irregolari presenti sul territorio. Pensiamo ad un centro anche a Ventimiglia. Ce li chiede l’Europa, sono all'interno di una cornice europea – ha spiegato - Con la disponibilità del genio militare puntiamo alla rapida realizzazione delle strutture per rafforzare la capacità di espulsione: è una cosa che ci chiede l'Europa. È previsto dalle normative ed è stata sempre una delle raccomandazioni che l'Europa ha fatto all'Italia" (Migranti, il piano sui nuovi Cpr: cosa sono, dove saranno e come verranno gestiti, “skytg24”, 20 settembre 2023). Secondo il ministro Piantedosi, dunque, le nuove norme introdotte rientrano a pieno titolo in una cornice europea, che prevede, tra le altre cose, la possibilità di trattenere i cittadini senza permesso di soggiorno fino a 18 mesi. Per il ministro, la normativa dovrà poi essere accompagnata da un piano strategico ben preciso che porterà l’Italia a essere più incisiva e concreta nel campo delle espulsioni (Cpr, entro due mesi il piano per l’apertura: ecco cosa prevede e come saranno organizzati, “La Stampa”, 19 settembre 2023).

La Lega a favore dei Cpr in tutte le regioni
Anche per il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, le nuove disposizioni del governo sui Cpr sono fondamentali per “fronteggiare clandestini e delinquenti”. “Mi auguro che a sinistra non facciano le barricate per ostacolare il governo e difendere l'illegalità”, ha aggiunto il ministro (Migranti, il piano sui nuovi Cpr: cosa sono, dove saranno e come verranno gestiti, “skytg24”, 20 settembre 2023).

La Lega Toscana si è detta a favore dei Cpr in ogni regione. Elena Meini, capogruppo in Consiglio regionale, ha esposto le sue preoccupazioni per gli atti delinquenziali commessi da immigrati irregolari e riportate quotidianamente nelle cronache locali. Per questo auspica l’apertura di un Centro di permanenza per i rimpatri anche in Toscana, in cui possano essere temporaneamente ospitati i cittadini stranieri che non hanno diritto a rimanere in Italia.

“Il ministro Salvini suggerisce che venga regolarmente previsto un Cpr in ogni regione – ha precisato Meini - il Pd toscano continuerà, come sembra, nella sua contrarietà, oppure alzerà bandiera bianca? Se esiste, come effettivamente c’è, un problema di criminalità diffusa nella regione, alimentata anche da persone che illegalmente soggiornano in Italia, allora la presenza di un Cpr può essere funzionale alla necessità di fronteggiare il dilagare della delinquenza portata da immigrati irregolari" (Un Cpr in ogni regione. La Lega all’attacco: "Così si fa sicurezza". Ma Fossi ribadisce il no, “La Nazione”, 19 settembre 2023).

Fedriga: “i Cpr non sono impattanti sul territorio”

Il presidente del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, si è detto favorevole all’aumento del numero dei Cpr sul territorio nazionale per gestire il problema dei rimpatri. Secondo Fedriga, i Centri di permanenza per i rimpatri non sono impattanti sul territorio come l’opposizione di governo vuole far credere. “Il Cpr funziona molto bene perché garantisce i rimpatri e soprattutto perché garantisce la sicurezza dei cittadini dove è insediato l'impianto – ha dichiarato – È un impianto controllato, dove chi è all'interno non può uscire e quindi non è impattante per il territorio. E devo dire che nei Cpr non ci sono persone che hanno perso il lavoro o il permesso di soggiorno, ci sono tutti ospiti che hanno precedenti penali. Parlo della mia esperienza nella mia regione, parlo del Cpr di Gradisca d'Isonzo. Lì ci sono persone che hanno commesso reati di violenza privata, spaccio: vogliamo lasciarle libere di andare amabilmente dove vogliono senza provvedere al rimpatrio?”. Secondo Fedriga, la campagna contro i Cpr è solo frutto di un’impostazione ideologica e politica. Il presidente della Regione Fvg si è dichiarato inoltre contrario all'accoglienza diffusa, sistema che ritiene fallimentare perché non permette il controllo dei flussi migratori (Nuovi Cpr per migranti, preoccupati sindaci e presidenti di regione (di ogni colore politico), “Rai News”, 19 settembre 2023).

Toti e Di Muro favorevoli a nuovi Cpr

Anche il presidente della Liguria Giovanni Toti si è schierato col governo e ha dato disponibilità a realizzare in Liguria un Centro per il rimpatrio dei migranti: “Abbiamo già dato al ministro Piantedosi la disponibilità a collaborare per dare un'ordinata risposta a una crisi che non è risolvibile in pochi giorni e neppure esclusivamente a livello nazionale”, ha spiegato. Secondo Toti, l’aumento del numero di Cpr deve essere accompagnato da un aumento degli accordi di rimpatrio con gli Stati di provenienza dei migranti. Al momento, infatti, i cittadini stranieri vengono rimpatriati solo in Tunisia, Egitto e Nigeria, “Dopodiché, una volta che questi signori sono arrivati, soprattutto per quanto riguarda i richiedenti asilo – continua Toti - io credo che si debbano individuare anche politiche di integrazione che permettano loro, dato il lungo periodo di stazionamento sul nostro territorio, di integrarsi, al di là delle accoglienze temporanee che il governo può dare”.

Per il sindaco di Ventimiglia, Flavio Di Muro, serve un Cpr nelle vicinanze del territorio comunale. “Sul Cpr condivido la linea del Governo. Da tempo sostengo questa iniziativa – ha spiegato - Serve in Liguria e serve vicino a Ventimiglia, ma l'ho detto anche ad Anci nazionale, serve a tutti i Comuni italiani, perché è un luogo in cui portare fuori dalle nostre città gli irregolari, chi delinque, chi commette reati, chi non ha intenzione di integrarsi e chi non può accedere ai sistemi di accoglienza” (Toti, dato a ministro disponibilità per un Cpr in Liguria, “Ansa”, 20 settembre 2023).

Marsilio: “più centri per velocizzare i rimpatri”

Per il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, disporre di più Cpr sul territorio nazionale aiuterà a velocizzare le procedure e i rimpatri, aiutando lo Stato a gestire in maniera più strutturata il problema dell’immigrazione. “Ho sempre sostenuto negli anni passati che l’immigrazione andava affrontata in tutta Italia e che non era possibile concentrare in pochissimi posti e luoghi, in cui i richiedenti asilo venivano valutati e poi esaminati, con ritardi enormi che costringono a volte a stare due o tre anni in attesa di sapere se una persona che chiedeva asilo ne aveva diritto o meno”, ha spiegato. Marsilio auspica che si arrivi a un lavoro congiunto di tutte le istituzioni europee per difendere i confini europei dai flussi incontrollati dal Nord Africa. “Pensare che si possa in maniera continuativa e indefinita continuare ad accogliere migliaia di persone al giorno in quelle condizioni, lasciando agli scafisti e ai trafficanti di carne umana il monopolio di questa gestione dell’immigrazione, è una cosa insostenibile”, ha concluso (Migranti, Marsilio: Avere più centri significa velocizzare le procedure, “notiziedabruzzo.it”, 21 settembre 2023).

Alessandro De Sanctis, 12 aprile 2024

Il rapporto CILD sull’affare Cpr

L’ultimo rapporto della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (CILD) sul tema delle migrazioni, dal titolo L’affare Cpr. Il profitto sulla pelle delle persone migranti, riserva grande attenzione alle multinazionali Gepsa e ORS, alla società Engel s.r.l. e alle Cooperative Edeco-Ekene e Badia Grande che gestiscono da anni quello che viene definito dall’associazione un affare da milioni di euro a discapito dei diritti dei migranti. Nel periodo 2021-2023 sono stati previsti 56 milioni di euro dagli appalti per la gestione dei Centri di permanenza per il rimpatrio. A cui si devono aggiungere le spese per la manutenzione delle strutture e per il personale di polizia. Questo enorme flusso di denaro ha attirato l’interesse di multinazionali e di grandi cooperative. Secondo la Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili, la privatizzazione della gestione dei Cpr rappresenta uno degli aspetti più controversi di questa forma di detenzione amministrativa. Nel rapporto, inoltre, ampio spazio è dedicato alla denuncia delle condizioni di detenzione che rischiano di configurarsi come inumane e degradanti e alla strutturale negazione dei diritti fondamentali dei migranti.
“Da sempre questi centri hanno rappresentato un buco nero per l’esercizio dei diritti da parte delle persone trattenute – spiega Arturo Salerni, presidente di CILD - Essi rappresentano un buco nero anche sotto il profilo delle modalità e dell’entità della spesa, a carico dell’erario, a fronte delle gravi carenze nella gestione e delle condizioni in cui si trovano a vivere i soggetti che incappano nelle maglie della detenzione amministrativa, ovvero della privazione della libertà in assenza di qualunque ipotesi di reato”. Secondo Salerni, la scelta del governo di aumentarne il numero dei Cpr scaturisce da un approccio tutto ideologico che non trova fondamento nell’analisi del fenomeno migratorio. “L’esperienza degli ultimi 25 anni, a prescindere dalla gestione pubblica o privata dei centri, ci dice che bisogna guardare a forme alternative e non coercitive per affrontare la questione delle presenze irregolari sul territorio nazionale, che bisogna accompagnare le persone in percorsi di regolarizzazione e di emersione, cancellando l’obbrobrio della detenzione senza reato”, conclude il presidente di CILD (L’affare CPR, un sistema che fa gola a detrimento dei diritti, “openmigration.org”, 12 giugno 2023).

Giani contrario all’apertura di Cpr in Toscana

Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani si è detto contrario all’apertura di un Cpr sul territorio regionale: “Non darò l'ok a nessun Centro di detenzione permanente in Toscana – ha dichiarato - Si stanno prendendo in giro gli italiani perché il problema dell'immigrazione, è come farli entrare e accoglierli, non come buttarli fuori. Cosa c'entra il Cpr come risposta ai flussi emergenziali come arrivano oggi?”. Secondo Giani, dunque, gli sforzi dovrebbero essere indirizzati all’accoglienza e all’integrazione e non a creare un sistema per prima privare i migranti della libertà e poi buttarli fuori dal Paese (Cpr, entro due mesi il piano per l’apertura: ecco cosa prevede e come saranno organizzati, “La Stampa”, 19 settembre 2023).

Fasiolo (Pd) denuncia le condizioni dei migranti nel Cpr di Gradisca d’Isonzo

La consigliera regionale del Partito Democratico in Friuli-Venezia Giulia, Laura Fasiolo, ha visitato il Cpr di Gradisca d’Isonzo, teatro di una rivolta di migranti nel febbraio del 2023. Il quadro che esce dai suoi racconti è tutt’altro che rassicurante: “Ho incontrato volti di un’umanità sofferente, gironi infernali con rinchiusi giovani disperati”, ha dichiarato alla stampa. La consigliera ha riferito della presenza di “gabbie fisiche con inferriate strette e gabbie di dolore, gabbie segnate da rivolte continue, visibili dai vetri sfondati e sbrecciati dalle bruciature degli incendi frequenti”. Fasiolo ha parlato anche delle difficili condizioni in cui si trovano a lavorare gli agenti di polizia penitenziaria e gli operatori civili. “Gli stessi sindacati di polizia Siulp e Coisp – ha precisato - chiedono che i migranti vengano concretamente seguiti nel percorso di inserimento sociale, evitando una marginalizzazione che, sovente, genera le condizioni ideali affinché le fasce più disagiate finiscano per delinquere”. Secondo Fasiolo, la politica deve interrogarsi e porre fine a questi “luoghi fuori da ogni prospettiva di futuro” (La dem Laura Fasiolo entra dentro Cpr e Cara a Gradisca, "chiuderli subito", “Il Goriziano”, 18 febbraio 2024).

Magi: “i Cpr sono buchi neri del diritto e dell’umanità”

“Questi luoghi sono dei buchi neri del diritto e dell’umanità, sono luoghi in cui l’afflizione è tutto quello che le persone detenute possono sperare di avere nell’arco delle 24 ore”. A dichiararlo è il segretario di +Europa Riccardo Magi, in visita al Cpr di Ponte Galeria dopo il suicidio di un ragazzo di 22 anni originario della Guinea e le proteste scoppiate all’interno del centro. Magi ha riferito che dal racconto degli infermieri è emerso che il ragazzo nei giorni precedenti appariva disperato e piangeva di continuo. “Non è garantito nulla, dalle condizioni igieniche a quelle di salute”, ha precisato. Secondo il segretario di +Europa, la scelta di prolungare il limite massimo di detenzione è controproducente, in quanto la maggior parte dei cittadini stranieri trattenuti nei Cpr non verrà mai rimpatriato (Morto suicida nel Cpr di Ponte Galeria, Magi: “Questi luoghi sono buchi neri dell’umanità, Meloni venga a visitarli e poi li chiuda”, “il Fatto Quotidiano”, 5 febbraio 2024).

Cgil a favore della chiusura di tutti i Cpr

In un’intervista rilasciata al sito “collettiva.it”, Francesca Battista di Cgil Ferrara ha parlato del fallimento del sistema dei Cpr per la gestione dei flussi migratori e delle ingiustizie di cui sono vittime i migranti che vengono privati della libertà e dei diritti fondamentali senza aver commesso alcun reato. Cgil Ferrara chiede che non vengano aperti nuovi centri e che vengano chiusi quelli esistenti sul territorio nazionale. “Non luoghi dove spesso si verificano episodi di autolesionismo, fino anche al suicidio, come è successo a Ousmane Sylla, il ragazzo della Guinea che si è tolto la vita nel Cpr di Ponte Galeria – ha spiegato Battista - Sono espressione di politiche repressive e di criminalizzazione delle migrazioni, in cui il rispetto del diritto, dalla nostra Costituzione a quello internazionale, è sempre più messo in discussione” (Patrizia Pallara, No ai Cpr, né a Ferrara né altrove, “collettiva.it”, 19 febbraio 2024).

Anche la Cgil Liguria ha aspramente criticato la linea del governo Meloni sui Cpr. In un comunicato stampa la segreteria della Cgil di Imperia e quella della Regione Liguria si sono dette contrarie all’apertura di un Cpr sul territorio. Secondo le sigle sindacali, il Cpr in Liguria sarebbe inutile e dannoso per vari motivi: per gli elevati costi, perché richiederebbe un presidio costante di forze di polizia e perché “inumana e priva dei più elementari contenuti di assistenza alle persone detenute”. “I reati vanno perseguiti a prescindere da chi li compie e per questo ci sono le leggi e le strutture – si legge nel comunicato - Per quanto riguarda l’accoglienza invece vanno trovate formule per una accoglienza diffusa che prevedano condizioni di umanità per chi arriva e che dall’altra non rappresentino un peso per i territori che li ospitano” (Migranti: Cgil “CPR struttura inutile e dannosa”, “Cgil Liguria”, 11 gennaio 2024).

Anche Cgil Emilia-Romagna, Arci e l’associazione Città Migrante hanno criticato gli investimenti del governo nel sistema dei Cpr: “È evidente che quella di considerare i migranti alla stregua di criminali è una scelta politica – scrivono in una nota congiunta - Nei Centri di Permanenza per i Rimpatri si vivono quotidianamente fenomeni di sovrappopolazione, abusi fisici, limitazione alle comunicazioni con l’esterno, limiti all’assistenza legale. Lo scopo del trattenimento nei CPR dovrebbe essere quello di eseguire l’espulsione, cioè il rimpatrio forzato nel Paese di appartenenza, in realtà non funziona così: secondo i dati del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, infatti, nel 2022 sono state rimpatriate meno della metà delle persone trattenute. Inoltre i CPR hanno un costo anche in termini economici: nel periodo 2018/2021 il costo complessivo per la gestione (privata) dei CPR è stato di 44 milioni di euro”. Nel comunicato viene spiegato che i Cpr sono luoghi di trattenimento del cittadino straniero dove finiscono persone senza documenti, che non hanno commesso reati. Secondo Cgil, Arci e Città Migrante, nei centri ci sono stranieri che sono stati badanti, muratori, cuochi nel nostro Paese, che hanno perso il posto di lavoro e non possono rinnovare il permesso di soggiorno. Ci sono uomini e donne che hanno chiesto asilo e non lo hanno avuto. “La presenza in Emilia Romagna di tali strutture va contrastata e la loro presenza va abolita su tutto il territorio nazionale, chi arriva nel nostro Paese lo fa perché fugge da situazioni di pericolo, povertà, degrado o perché perseguitato – concludono Cgil, Arci e Città Migrante – Pensiamo sia necessario investire affinché siano potenziati percorsi di inclusione nel tessuto sociale e lavorativo dei migrati, un modo per ridurre fenomeni di criminalità e fornire un contributo alla collettività. Per farlo occorre che le Istituzioni diano risposte rapide, favorendo percorsi di regolarità per chi arriva nei nostri territori” (No Cpr: CGIL Arci e Città Migrante contro l'apertura di nuovi Cpr in Emilia Romagna, “Cgil Reggio Emilia”, 8 febbraio 2024).

Florio: “bisogna utilizzare le strutture ordinarie”

Teresa Florio della rete “Mai più Lager, no Cpr”, intervistata da “Radio Popolare”, ha parlato della necessità di cambiare rotta sulla gestione dei rimpatri in Italia. Secondo Florio, non serve istituire delle strutture specifiche per i rimpatri, ma basta usare le strutture ordinarie presenti sul territorio nazionale. Le forze dell’ordine, per Florio, dovrebbero gestire il problema dei rimpatri con i mezzi che hanno. “A fronte del fatto che c’è una così piccola percentuale di persone che verranno rimpatriate, è davvero necessario creare questi ambiti dove mescoli di tutto o invece la cosa migliore è concentrarsi sulle persone che certamente devono essere rimpatriate e espulse?”, si chiede Florio (Ancora violenze nel Cpr di Milano. È ora di chiuderli tutti, “Radio Popolare”, 13 febbraio 2024).

Manconi: “I Cpr hanno carattere illegittimo”

Luigi Manconi, giornalista e sociologo, è stato intervistato dal quotidiano online “Fanpage.it” sulla questione dei Cpr. Per Manconi, questi centri hanno carattere illegittimo, in quanto la detenzione delle persone non è motivata da reati connessi. “Negli anni il periodo massimo di detenzione è oscillato in maniera nevrastenica, seguendo i sussulti degli allarmi sociali – ha spiegato – I Cpr esistono ormai da 25 anni, sotto vari nomi. In realtà, sono un monumento al fallimento della loro funzione”. Secondo il sociologo, infatti, i Cpr, oltre al ristretto numero di persone che trattengono, sono inefficaci rispetto allo scopo. Il numero di persone espulse non ha mai superato la metà delle persone detenute. Per questi motivi, secondo Manconi, l’estensione dei limiti massimi di trattenimento a 18 mesi si profila come una scelta di carattere ideologico del governo Meloni. “La possibilità di espulsione non cresce con l'aumento del tempo di trattenimento – precisa – Quelli che vengono espulsi subiscono questo provvedimento entro il primo mese del trattenimento. Quindi, se si innalza quel termine, non si ottengono risultati maggiori”. Manconi definisce i Cpr come non-luoghi privi di qualunque tipo di attività, di qualunque forma di socialità e di qualunque strumento di formazione. Per Manconi, servirebbero procedure di regolarizzazione più snelle ed efficienti per risolvere il problema e chiudere una volta per tutte i centri di permanenza per i rimpatri. “Negli ultimi Cpr da me visitati – conclude Manconi - avevo incontrato stranieri che si trovavano lì dentro perché, dopo aver lavorato con un contratto di lavoro regolare, la perdita del posto di lavoro aveva comportato (dopo un determinato periodo di tempo) anche la perdita del permesso di soggiorno, per sé e per i propri congiunti. Questa è una situazione di palese ingiustizia. E spiega anche cos'è questa popolazione dei Cpr, quali figure vi si trovano e quindi quali ingiustizie perpetuano” (Luca Pons, Manconi: “Governo tratta migranti come nemici dello Stato, Cpr sono inutili e violano diritti umani”, “Fanpage”, 19 dicembre 2023).

Alessandro De Sanctis, 12 aprile 2024