Julian Assange è un eroe dell’informazione libera nell’era digitale

La segretezza è incompatibile con una società libera

L’utilizzo dell'Espionage Act del 1917 contro Assange è contestato sottolineando le controversie che riguardano questa legge e la necessità di transizione verso una cultura più aperta. Si argomenta che la segretezza imposta da questa legge, che risale al secolo scorso, può essere dannosa per una società libera, poiché può ostacolare la circolazione di informazioni vitali, come evidenziato da Daniel Patrick Moynihan e dal sociologo Edward Shils: “La norma che gli Stati Uniti puntano contro Assange è l’Espionage Act, che [..] risale al 1917 ed era pensata per prevenire interferenze con le operazioni militari, il reclutamento e l'insubordinazione nelle forze armate. La sua applicazione è sempre stata controversa. Il senatore Daniel Patrick Moynihan auspicava, a fine anni Novanta, che la cultura della segretezza che essa aveva contribuito a forgiare lasciasse il passo a una ‘cultura dell’apertura’: più coerente con la società americana e anche più proficua (la segretezza poteva facilmente coinvolgere anche informazioni che meritavano di circolare e dunque produrre inefficienza, come in Unione Sovietica). Moynihan citava il sociologo Edward Shils che, dopo il maccartismo, aveva pubblicato The Torment of Secrecy. La segretezza è ‘riservatezza resa obbligatoria’ ed è incompatibile e controproducente per una società libera: sono maggiori i danni che crea (anche alimentando teorie del complotto) dei benefici che produce” (Alberto Mingardi, “ Il futuro di Assange è un po' anche il nostro", “rivistailmulino.it”, 5 marzo 2024).

Assange viene lodato per il suo ruolo nel portare alla luce la verità e nell'informare l'opinione pubblica mondiale su questioni cruciali, come le azioni militari nei conflitti nel Medio Oriente. “Julian Assange - spiegano gli attivisti della rete Free Assange Napoli - come un moderno Prometeo, ha fornito all'opinione pubblica mondiale gli strumenti per conoscere i crimini di guerra commessi dagli eserciti occidentali nelle campagne 'per la democrazia' in Medio Oriente, disvelando la cappa di omissioni e menzogne con cui si cercava di oscurarli” ("A Napoli flash mob per Julian Assange", “Ansa.it”, 3 marzo 2024).

 

La difesa di Assange è la difesa del giornalismo libero

La difesa di Assange non è allora solo una difesa personale, ma anche una difesa dei principi giornalistici e della libertà di stampa in generale. La sua persecuzione rappresenta un attacco alla capacità dei giornalisti di rivelare informazioni sensibili nell'interesse pubblico, minando così la democrazia e aprendo la strada a regimi autoritari. “’L’attacco a Julian è un attacco ai giornalisti di tutto il mondo, un attacco alla verità e un attacco al diritto dell’opinione pubblica di conoscerla’, ha tuonato Edward Fitzgerald, uno degli avvocati difensori, spalleggiato dalle centinaia di attivisti radunatisi davanti all’Alta Corte di Londra, per cui il fondatore di Wikileaks, dovrebbe essere un esempio in una società democratica che si fa vanto delle sue conquiste di accountability e trasparenza, la cui violazione rimproveriamo alla Russia di Putin. La sua estradizione negli Stati Uniti, al contrario, comporterebbe ‘una minaccia senza precedenti per il giornalismo e la libertà di espressione’. Divulgare informazioni sensibili nell’interesse pubblico è infatti una parte fondamentale del lavoro quotidiano dei giornalisti: se venisse criminalizzato, il confine tra democrazie e regimi autoritari ne risulterebbe irrimediabilmente sbiadito” (Alessia De Luca “Julian Assange, questione di democrazia” , “ISPI” 21 febbraio 2024).

Si evidenzia così il pericolo rappresentato dall'arresto e dalla possibile condanna di Assange, in particolare per la pubblicazione di materiale coperto da segreto. Si avverte che questo potrebbe stabilire un pericoloso precedente per la stampa, mettendo in pericolo la libertà di espressione e aprendo la strada a una maggiore censura da parte dei governi.
“L’arresto di Assange è dovuto a capi di imputazione che si rifanno alle attività del 2010, quando WikiLeaks pubblicò i materiali forniti da Chelsea Manning. Per quanto Assange sia indifendibile da diversi punti di vista, una sua eventuale condanna per la pubblicazione di materiali coperti da segreto creerebbe un pericoloso precedente per la stampa. Per questo motivo, difendere Assange da quelle accuse è ancora una battaglia importante” (Hamilton Santià, “Il whistleblowing? È un gesto di resistenza contro un sistema che non funziona più”, “linkiesta.it”, 7 agosto 2019).

Rossella Vezzosi, 14 marzo 2024

Alcune rivelazioni possono mettere in pericolo vite umane

Il dibattito sul nuovo modo di gestire le informazioni è acceso. Francis Fukuyama, politologo statunitense, evidenzia il pericolo che tali rivelazioni comportano, minacciando vite e relazioni internazionali: “Questo tipo di rivelazioni non aiutano davvero [..] Soprattutto, mettono in pericolo la vita di alcuni individui e complicano alcune relazioni internazionali" [TdR], (Stéphanie Fontenoy, “Un anno dopo le rivelazioni di Wikileaks, Julian Assange è un traditore o un giustiziere?”, “SudOuest.fr”, 25 luglio 2011).

Gli avvocati del governo americano insistono sul fatto che Assange non è perseguito per le sue opinioni, ma per danni ai servizi di sicurezza USA. Assange, come figura cypherpunk, sostiene la totale trasparenza, ma questa visione è contestata poiché la segretezza è considerata necessaria per proteggere interessi di sicurezza. “Gli avvocati del governo americano hanno più volte ribadito che Assange non è perseguito per le sue opinioni politiche ma ‘per aver danneggiato i servizi di sicurezza e di intelligence statunitensi’ e per ‘aver creato un grave rischio, pubblicando indiscriminatamente e consapevolmente i nomi di persone che hanno agito come fonti di informazione per gli Stati Uniti’”(Alessia De Luca “Julian Assange, questione di democrazia” , “ISPI” 21 febbraio 2024).

L'attività di un'agenzia d'intelligence ruota attorno alla raccolta, gestione e analisi di informazioni sensibili per proteggere la sicurezza nazionale da minacce come lo spionaggio e il terrorismo. Il potere detenuto da queste agenzie può essere soggetto ad abusi, così come accade in molte sfere di potere. “Con questo nessuno vuole sostenere che tutte le classi dirigenti siano necessariamente corrotte (nel senso paretiano del termine) e/o che si debbano intravvedere in ogni dove trame oscure, ma semplicemente constatare che viene avvertito molto più che in passato il pericolo che una serie di dinamiche, pure grazie ai file resi pubblici col lavoro di WikiLeaks, possano contribuire a mettere in discussione buona parte di una certa narrazione, e molti di quegli equilibri di potere che su quest’ultima sono stati costruiti” (Paolo Arigotti, "Pentagon Papers e caso Assange: due pesi e due misure?”, “lafionda.org”, 24 febbraio 2024).

“Julian Assange, come figura cypher-punk, adotta un approccio radicale riguardo alla trasparenza, sostenendo che i governi non dovrebbero mantenere segreti di alcun tipo, indipendentemente dal contesto. Questa visione ha ispirato l'attività di WikiLeaks, che mira a rendere pubbliche informazioni precedentemente classificate. Tuttavia, questa prospettiva può essere considerata irrealistica, ingenua e potenzialmente dannosa, poiché la segretezza può essere necessaria per proteggere interessi legittimi di sicurezza nazionale e internazionale” (Carlo Ferruzzi, “Julian Paul Assange: Criminale o Difensore della Libertà di Stampa?”, “liberioltreleillusioni.it”, 26 luglio 2022).

La determinazione nel cercare di catturare e processare Assange quindi si fonda sull'assunto che sia una figura estremamente pericolosa, colpevole di reati di gravità estrema. Viene assimilato a un terrorista, una spia o un traditore, implicando che il suo arresto sia cruciale per la sicurezza nazionale e internazionale. “C’è una sottostante premessa che sola spiega le particolarità che hanno contraddistinto lo sforzo caparbio per assicurare la cattura e la consegna di Assange, vale a dire che si tratta di persona pericolosa che ha commesso reati di incommensurabile gravità. Una sorta di terrorista, una spia o un traditore” (Enrico Zucca, “Il caso di Julian Assange. È giusto incriminare e per cosa? Quando informare il pubblico a tutela della democrazia si trasforma in attacco ostile”, “questionegiustizia.it” 26 luglio 2022, pag.2).

Rossella Vezzosi, 14 marzo 2024