La maternità surrogata è un business

La maternità surrogata è frutto di un grande atto di generosità verso chi, per diversi motivi, non può realizzare il sogno di diventare genitore. Le coppie che ricorrono alla pratica della gestazione per altri sono persone private di una possibilità che consentirebbe loro la realizzazione non di un “capriccio”, ma di una delle più spontanee inclinazioni umane: crescere i propri figli, come chi ha avuto fortuna di non soffrire di un problema d'infertilità. Il sogno di diventare genitore è reso possibile grazie a donne solidali, senza le quali tanti bambini non sarebbero venuti al mondo (Marco Annoni, “Gestazione per altri” e infertilità: parliamone seriamente, “fondazioneveronesi.it”, 21 marzo 2023).

Non è un caso che le madri surrogate siano rappresentate nella letteratura come veri angeli “che fanno accadere i sogni”. Infatti, Hilary Hanafin e altri studiosi dell’Università di Cambridge sono stati tra i primi a elaborare una spiegazione sulle dinamiche psicologiche e sulle motivazioni delle madri surrogate. La loro indagine ha rivelato che le madri surrogate negli Stati Uniti desideravano fare qualcosa di importante nella loro vita, poiché avevano una grande empatia per le coppie senza figli. In genere, queste donne erano poco più che ventenni e il più delle volte sposate con una media di due figli. Successivamente, diversi studiosi come Susan Golombok, nel 2014, hanno confermato che le ragioni altruistiche per la maternità surrogata sono le più comuni (Marcello Florita, Maternità surrogata: non si può far finta che non esista!, “psicoanalisimilano.it” , 18 agosto 2020).

Madri surrogate: mettersi a disposizione con generosità

Rimanere incinta, portare un bambino in grembo per nove mesi e affrontare il parto, per gli oppositori della maternità surrogata è un incubo, per diversi esponenti politici e sociali è invece un atto d'amore. A tal proposito, l'attivista lgbtq+ Francesca Pascale spiega che la destra sprona questi temi con lo scopo di spaventare le persone, soprattutto quelle meno informate; la maternità surrogata è invece un atto di generosità. Pascale sostiene che bisogna assolutamente smettere di pensare che la maternità surrogata sia un atto contro l’umanità, perché una donna che ha la possibilità di rendere felice una coppia che non può avere un figlio compie un grande gesto di generosità (Maternità surrogata, Francesca Pascale: "E' atto generosità", “adnkronos.com”, 24 marzo 2023). Anche lo scrittore Roberto Saviano definisce la maternità surrogata una forma altruistica e quello che è a tutti gli effetti il compenso, lo identifica come un rimborso spese. Saviano spiega che non si tratta di sfruttamento e di infelicità, ma di “struggenti atti d’amore e di incredibile altruismo che tolgono il fiato e riempiono gli occhi di lacrime. Quanto amore c’è in tutto questo non è mai tardi per comprenderlo” ( Maternità surrogata. Per Saviano “è uno struggente atto d’amore”. E in Nigeria è business di fabbriche di bambini,  “aibi.it”, 9 febbraio 2016).

A queste voci si unisce quella di Umberto Veronesi, che in data 19 febbraio 2016, all’“AdnKronos Salute”, spiega che la maternità surrogata è un gesto nobile ed è una donazione. In aggiunta, Emma Bonino si pone un interrogativo, ossia, se in Italia è possibile donare un rene, non comprende perché non si possa donare un utero. La senatrice Bonino chiama in causa la donazione samaritana del rene, autorizzata in Italia dal 2010. Il Consiglio Superiore di Sanità ha concesso dunque la possibilità di donare un rene a una persona sconosciuta a patto che il donatore e il beneficiario rimangano nell’anonimato sia prima che dopo l’intervento. Pertanto, anche i casi di maternità surrogata verso estranei potrebbero prestarsi a questa lettura (Silvia Pennisi, Sulla maternità surrogata e il concetto di dono, “lachiavedisophia.com”, 15 marzo 2023).

La scrittrice Antonella Boralevi spiega che un figlio è una vita in più e non serve un utero per averlo. A tal proposito, la scrittrice spiega che utilizzare l’espressione “utero in affitto” stabilisce l’ immoralità di tale pratica, denunciando il fatto che l’utero – la parte del corpo che sintetizza il femminile – viene ceduto, affittato come fosse una casa vuota. In realtà, dovrebbe essere utilizzata l’espressione “maternità surrogata”, perché cambia radicalmente il punto di vista. Intanto, non si cita la parte anatomica, ossia l’utero. In questa seconda espressione, il focus non è la parte del corpo, ma il sentimento di essere madre. E si diventa madri perché si ama, e dunque, si può amare per un altro. Quindi, l’espressione “maternità surrogata” stabilisce che l’evento è un atto di generosità (Antonella Boralevi, Più della genetica vale l'esempio. Un figlio è una vita in più, e non serve un utero per averlo, “huffingtonpost.it”, 21 marzo 2023).

 Il dolore di non potere avere un figlio e la maternità surrogata come rimedio

Il Dottor Marcello Pili, specialista in Cardiologia e presidente dell’Associazione Nazionale Genitori delle ragazze con Sindrome di Rokitansky si propone di dare voce a un vero e proprio appello a favore della maternità surrogata, che possa aiutare molte persone ad abbandonare alcuni pregiudizi tanto diffusi quanto privi di reale fondamento su tale pratica. Il Dottor Pili spiega che in Italia sono tantissime le coppie infertili ma non sterili, ovvero in grado di concepire figli ma impossibilitati a condurre una gravidanza. Le cause di infertilità femminile sono numerosissime e si tratta di patologie che riguardano il sistema riproduttivo, con condizioni cliniche che non consentono di condurre una gravidanza propria (Marco Annoni, “Gestazione per altri” e infertilità: parliamone seriamente, “fondazioneveronesi.it”, 21 marzo 2023).A tal proposito, un rimedio al desiderio di genitorialità è l’adozione, nazionale e internazionale. Malgrado tutto, questa pratica presenta enormi difficoltà di carattere burocratico, legale ed economico. Inoltre, la carenza di bambini adottabili non consente di soddisfare la domanda della maggior parte delle coppie, pur con i requisiti richiesti. La maternità surrogata, invece, in numerosi Paesi del mondo è un’opzione medica sicura ed efficace, che permette di avere figli biologicamente propri in un contesto giuridico normato e legale, con leggi che tutelano tutti i soggetti in campo. Nel rispetto dell’autodeterminazione delle parti coinvolte, la gestazione per altri è consentita in quaranta Stati al mondo. Il Comitato Etico di Fondazione Umberto Veronesi, composto da illustri esponenti del mondo accademico e culturale, in virtù della supremazia dell’autodeterminazione della donna di poter disporre in piena coscienza del proprio corpo, considererebbe lecita la pratica anche quando questa fosse motivata da ragioni di tipo economico (Ibidem).

Il desiderio di un figlio non è una pretesa. Il dolore per un bambino che non arriva è davvero devastante. A parere della dottoressa Isabelle Streuli, responsabile dell'unità di medicina riproduttiva dell'HUG, il fatto di essere una coppia sterile è una dura prova. La dottoressa Streuli si prende cura delle coppie sterili in modo globale, sia fisicamente che psicologicamente, e il suo obiettivo è quello di individuare la potenziale vulnerabilità dei pazienti. La dottoressa spiega che "la maggior parte delle coppie sterili all'inizio gode di una buona salute mentale. Ma quando si verificano ripetuti fallimenti terapeutici o esiti sfavorevoli (aborti, gravidanze ectopiche), può subentrare sofferenza. Molte pazienti non sopportano più il ciclo mestruale e i test di gravidanza negativi". La dottoressa, inoltre, precisa che il desiderio di un figlio può portare a una crisi esistenziale, allo stesso modo del lutto o del burnout, ma non è riconosciuto come tale (Charlotte Frossard, Quando il bambino non arriva, “letemps.ch” ,11 giugno 2023, TdR).

Dunque, la maternità diventa un vero e proprio atto di generosità volto ad aiutare coppie che soffrono. Malgrado tutto, la maternità surrogata viene considerata dai suoi oppositori eticamente inaccettabile, sia nel caso in cui si tratti di un atto oblativo sia nel caso in cui vi sia un contratto. Nel primo caso si mette in dubbio che si tratti di una vera donazione e si citano problemi – per verità mai verificati – relativi all’esistenza di un legame unico e insostituibile tra la madre biologica e suo figlio. Nel secondo caso si nega il diritto di decidere in piena autonomia come utilizzare il proprio corpo, e non si tiene conto della libertà della donna di poter scegliere di praticare questo atto: donare un figlio a chi non può (Carlo Flamigni, Gravidanza per altri, “ilpunto.it”, 17 gennaio 2023).

Le testimonianze positive di madri surrogate

Sono molte le testimonianze di donne che hanno deciso di mettersi a disposizione con generosità, per regalare il sogno di genitorialità a coppie non fertili. Un esempio è Pauline van Berkel, donna di 41 anni e madre surrogata. Pauline spiega che la scelta di diventare madre surrogata nasce dalla considerazione che sarebbe stato molto bello poter aiutare gli altri a realizzare un desiderio così grande, perché avere un figlio è una grande felicità. Pauline sottolinea che “se puoi dare a qualcun altro quella felicità, allora non è la cosa più bella che ci sia?". Nel 2017 Pauline ha dato alla luce Liv per i futuri padri Duco e Ron, ad oggi mantiene ancora stretti contatti con la famiglia. La donna spiega di non avere mai avuto rimpianti, sottolineando che molte persone le dicono di non essere in grado di rinunciare a un bambino. Ma lei non ha mai avuto la sensazione di dare via suo figlio. Durante le gravidanze è sempre stata consapevole che non portava in grembo questo bambino per la sua famiglia. Dopo il parto le è stato permesso di mettere la bambina tra le braccia di suo padre e non è stato un momento triste, ma bellissimo (Floor Bakhuys Roozeboom, Zwanger voor een ander: drie draagmoeders vertellen, “rtlnieuws.nl”, 21 marzo 2019).

Anche Arenda Evers, madre surrogata di 30 anni, si sente particolarmente orgogliosa quando pensa a ciò che ha realizzato. Nell'estate del 2018 ha dato alla luce la figlia Merlijn per i futuri padri Roy e Manuel. Arenda spiega che non aveva mai sentito il bisogno di diventare madre o di mettere su famiglia da sola, ma aveva il desiderio di vivere una gravidanza e un parto. Così nella maternità surrogata ha visto il modo ideale per realizzare quel sogno, aiutando allo stesso tempo gli altri a diventare genitori. Arenda spiega che molti le chiedono se sia difficile rinunciare a un figlio, la donna chiarisce che lei non l'ha mai vissuto in questo modo in quanto Roy e Manuel sono davvero i padri della bambina che la trattano in modo meraviglioso e amorevole (Ibidem).

Benedetta Farinaccia, 18 gennaio 2024

Diversi esperti del settore denunciano la presenza di vere e proprie aziende che gestiscono la maternità surrogata rendendola un business. In Ucraina il prezzo di tale pratica parte dai 49.900 euro, ma varia a seconda della difficoltà della gestione amministrativa: una buona parte dei programmi prevede un totale che va dai 50mila ai 60mila euro. In Grecia, invece, il costo della maternità surrogata parte da 78mila euro; in Albania la base è di 61mila euro circa; in Georgia si parte da 58mila euro. Il costo della maternità surrogata negli Stati Uniti è il più alto al mondo: un processo arriva a costare addirittura tra i 100mila e i 180mila euro. BioTexCom, la clinica leader della maternità surrogata, presenta dei pacchetti da proporre alle coppie in base alle proprie necessità. Il pacchetto Premium-Chance all inclusive è composto da un solo tentativo e ha un costo di 6.500 euro; invece, il pacchetto da cinque tentativi ha il prezzo di 14.900 euro (Luca Sablone, "È un vero business". Ecco i numeri della vergogna sull'utero in affitto, “ilgiornale.it”, 20 marzo 2023). Mentre un pacchetto in cui tutto è compreso può superare il costo di 200mila euro. Il catalogo si sfoglia come fosse un qualsiasi social network e al suo interno è possibile visionare volti di donne di ogni etnia, pronte a offrire i propri ovuli per la maternità surrogata (Antonio Crispino, Utero in affitto, il business di un'agenzia Usa: catalogo per scegliere l'etnia dei bimbi, tour in Italia e "pacchetti" fino a 200mila euro,  “ilmessagero.it”, 27 marzo 2023).

Jennifer Garcia, coordinatrice di Extraordinary Conception, dichiara che l’agenzia di cui lei è responsabile vanta più di tremila donatrici. Grazie a Extraordinary Conception, Garcia spiega che è possibile scegliere il colore dei capelli e quello degli occhi del futuro bambino. La coordinatrice afferma che è inoltre possibile aiutare a prevedere le attitudini del bambino grazie ad un database che registra informazioni sulla personalità del donatore (Ibidem). Per quanto concerne la pratica della maternità surrogata, il costo parte dai 140mila euro e può crescere oltre i 250mila euro in caso di gravidanza gemellare. È necessario stipulare un contratto tra i genitori intenzionali e la gestante. La donna gestante deve essere americana e deve essere finanziariamente stabile. Inoltre, l'età della donna deve essere compresa tra i 21 e 45 anni. È previsto un bonifico pre-gravidanza e, dopo la conferma del battito cardiaco del bambino, cominciano a essere versati gli stipendi mensili da parte dei genitori intenzionali per un totale che oscilla tra i 49mila e i 75mila dollari, a cui vanno aggiunti rimborsi spese fino a 27mila dollari e una polizza assicurativa sulla vita (Utero in affitto, dagli Usa un catalogo online per scegliere le caratteristiche del futuro figlio,  “affaritaliani.it”, 27 marzo 2023).

Gli affari legati alla maternità surrogata, secondo i dati raccolti da “Global Market Insights”, hanno prodotto 14 miliardi di dollari solo nel 2022. Pertanto, da questi numeri si comprende come questa pratica sia legata ad agenzie in cui il bambino è una merce con un prezzo (Maddalena Maltese, Maternità surrogata, le cifre del business negli Usa, “agensir.it”, 17 giugno 2023).

La capitale della maternità surrogata: Kiev

Kiev è la capitale internazionale della maternità surrogata, in Ucraina la pratica della gestazione per altri è regolamentata per legge e viene praticata da numerose cliniche, come fosse un vero e proprio business. Un commercio che ha fatto gola alla malavita, che ha deciso così di creare un suo canale parallelo. Infatti, in Ucraina è in forte crescita un fenomeno assai preoccupante: lo sviluppo di una rete parallela per il traffico di neonati. La denuncia arriva dal commissario per i Diritti umani ucraino Dmytro Lubinets, il quale ha svelato che circa otto neonati sono stati condotti illegalmente fuori dal Paese da un’organizzazione criminale che li vendeva a cittadini stranieri. La rete per il traffico di neonati cerca donne in condizioni economiche gravose e offre loro somme alte di denaro per far nascere bambini, utilizzando donatori di seme straniero. Il costo del servizio oscilla fra i 50 e 70 mila euro e le richieste sono in forte espansione, soprattutto da quando è scoppiata la guerra. In realtà, già prima del conflitto il Paese vantava il primato di essere il più gettonato per quanto concerne il ricorso alla pratica della maternità surrogata, con le sue 50 cliniche riproduttive operanti sul territorio. La società, con sede in Svizzera, BioTexCom concentra i suoi affari proprio in Ucraina ed è di recente finita sotto inchiesta del giornale americano indipendente “The Grayzone” (Virginia Camerieri, Scoperta una rete per il traffico di neonati in Ucraina con maternità surrogata, “byoblu.com”, 5 agosto 2023).

Il mercato nero della maternità surrogata

Trovare una madre surrogata su internet in Francia è davvero molto semplice. Tra l'altro i prezzi sono davvero modici: da 20 a 40 mila euro. Basta qualche click e un incontro di mezz'ora per comprare un bambino. La squadra di “France 2” composta da Matthieu Boisseau, Emmanuel Bach, Rémi Bonnefoy e Benoît Sauvage ha dato vita a un articolato reportage sul mercato nero della maternità surrogata in Francia. I giornalisti spiegano che da una banale ricerca su Google è possibile imbattersi in decine di siti e chat dove aspiranti genitori e madri surrogate si scambiano offerte. Un esempio è la storia di Marie: la donna è diventata sterile a seguito del concepimento del suo primo figlio, e desiderandone un secondo, ha trovato in breve tempo una donna disposta a farsi inseminare artificialmente per dare alla luce un figlio. Marie afferma che è facile come cercare un’automobile da comprare. Il giornalista le rivolge la domanda se per lei non sia inquietante quanto accaduto, dato che si parla di bambini e non di macchine. Marie risponde che "quando sei disposto a tutto pur di avere un bambino, si fa e basta" (Leone Grotti, Lo sconvolgente mercato nero dell’utero in affitto in Francia,  “tempi.it”, 14 febbraio 2019). Inoltre, nel suddetto reportage, il giornalista finge di essere il partner di un uomo e incontra nel fast-food di un centro commerciale Caroline, madre di famiglia e aspirante surrogata. Filmata con telecamera nascosta, Caroline afferma che lei vuole "donare una famiglia a chi non può averla. Perché noi possiamo e voi no? Non è giusto. So che è illegale: ma chi verrebbe mai a saperlo? Io poi adoro essere incinta". Il servizio ovviamente non è gratis ed è il compagno della donna a proporre il prezzo di 20 mila euro, spiegando che i soldi servono loro per sposarsi (Ibidem).

Le vittime del business della maternità surrogata e il dolore di lasciare un figlio

L’équipe di “France 2”, nel lungo reportage, incontra Stephanie, una madre surrogata che racconta la sua esperienza “è dura consegnare il bambino alla coppia appena uscita dall’ospedale. Pensare che non lo vedrò crescere, che non starò con lui tutti i giorni". Stephanie scoppia poi a piangere chiedendo di tagliare la scena (Ibidem). Inoltre, il silenzio è la condizione di molte delle donne che hanno vissuto un’esperienza traumatica di maternità surrogata. Tanya e Allen, due madri surrogate, hanno rotto il silenzio doloroso, ma nascondono ancora la loro identità dietro nomi fittizi per proteggere i loro figli, che ora sono bambini di altri. Tanya è una contabile del Minnesota, pensava di essere la candidata perfetta per la maternità surrogata. Dopo aver firmato il contratto e aver ricevuto i soldi pattuiti, Tanya ha dato alla luce la sua bambina. Purtroppo, quando la bimba è nata, Tanya ha dovuto ricorrere alle vie legali per poter avere una relazione con la figlia, fino a quando non è riuscita a ottenere un ordine di affidamento congiunto. Nonostante oggi la bambina abbia dieci anni, Tanya è ancora perseguitata dalla decisione e dal pensiero di “aver venduto sua figlia”. Purtroppo, il business della maternità surrogata miete delle vittime, perché non si parla di altruismo ma di commercio (Maddalena Maltese, Maternità surrogata, le donne spezzano la cortina del silenzio: “È commercio, non altruismo”, “agensir.it”, 17 giugno 2023). Anche Allen, donna californiana, è stata vittima di questo commercio. Allen aveva scelto la maternità surrogata con la speranza che con i 30.000 dollari ricavati da questa gravidanza avrebbe potuto comprare una casa. Ad Allen, per contratto, è ammesso di vedere i bambini per un’ora prima di consegnarli alla nuova mamma. Allen si è però trovata al centro di un incidente medico, la superfetazione: era rimasta incinta del marito, dopo la fecondazione in vitro con l’embrione degli aspiranti genitori. La famiglia pagante chiede quindi 18.000 dollari di danni, rifiutando il bambino. Poiché Allen e il marito non sono in grado di restituire il denaro, il loro neonato viene messo in adozione, senza che loro possano intervenire in alcun modo, se non sborsando i soldi dovuti per un bambino che era diventato una merce. Dopo due mesi di battaglie legali, Allen e il marito hanno potuto tenere il loro bambino (Ibidem).

Benedetta Farinaccia, 18 gennaio 2024