Adozione certificato vaccinale europeo: i benefici sono maggiori dei rischi

Il 3 marzo 2022 il Consiglio dell’OMS ha avviato una serie di negoziati per un accordo internazionale sulla prevenzione, l’organizzazione e la risposta alle possibili pandemie che potrebbero insorgere nel futuro. In questa occasione, i leader europei hanno studiato i dettagli per mettere in campo una risposta efficace alle pandemie globali, dopo gli anni di duro lavoro per il contrasto alla diffusione del Coronavirus. “La COVID-19 ha messo in luce l'importanza della cooperazione internazionale per combattere le minacce globali alla salute delle persone. Questo nuovo strumento internazionale è quindi essenziale per consentirci di rispondere meglio nel caso in cui si verificasse un'altra pandemia. La comunità internazionale deve unirsi per assicurare un accesso equo ai vaccini e alle terapie, garantire la condivisione tempestiva di dati e informazioni e affrontare i legami tra salute umana, animale e ambientale.” Queste le parole di Olivier Véran, dal 2020 al 2022 Ministro della salute nei governi Philippe e Castex e dal 4 luglio 2022 portavoce di governo del governo francese (Trattato internazionale sulle pandemie: via libera del Consiglio all'avvio di negoziati, Consiglio Europeo, 3 marzo 2022).

L’esistenza di una partnership tra l’OMS e la commissione europea consentirebbe ai paesi membri di rendere più forti e salde le capacità nazionali, regionali e mondiali di fronte all’insorgere di un’emergenza sanitaria simile a quella del 2020 per il Coronavirus. La pandemia da Covid-19 ha rappresentato infatti una sfida mondiale che ha provato proprio il fatto che i governi e le istituzioni non potessero fare nulla in solitaria e che ci fosse la necessità di una cabina di regia che dettasse le linee guida per i singoli paesi.
Una convenzione quindi potrebbe portare numerosi benefici. I compiti sarebbero definiti in modo chiaro e conciso; potrebbe esserci un maggiore sostegno tra i settori pubblici e privati di ogni tipologia; verrebbe garantito un maggiore impegno politico. Ma soprattutto, ogni eventuale rischio verrebbe così controllato con un margine più ampio e un potere di controllo maggiore.
Proporre un accordo che ha a che vedere con la prevenzione e la gestione di una rapida risposta alle emergenze sanitarie significa anche progettare un piano d’azione solidale e collettivo, basato sui principi di equità, inclusione e trasparenza. L’accordo tra l’OMS e l’Ue consentirebbe alla comunità internazionale di affrontare con maggiore consapevolezza le eventuali pandemie del futuro.
Il certificato vaccinale europeo sarebbe così uno strumento essenziale per prepararsi ad ogni ipotesi di rischio. La fitta rete di dati sanitari che verrebbe a crearsi, sarebbe estremamente preziosa per migliorare la ricerca scientifica. L’OMS rappresenterebbe la cabina di regia per il coordinamento a livello mondiale dell’emergenza sanitaria, disponendo così di un quadro sanitario internazionale rafforzato per migliorare i tempi di risposta (Un accordo internazionale sulla prevenzione e preparazione in materia di pandemie, Consiglio Europeo, pubblicato il 6 giugno 2023).

Quali sarebbero i benefici di un trattato internazionale sulle pandemie

Sono molti gli aspetti positivi che porterebbero a numerosi miglioramenti nella comunità mondiale attraverso l’adozione di un trattato internazionale sulle pandemie, che includerebbe anche il certificato vaccinale europeo. Monitorare il rischio della diffusione di una nuova pandemia è uno tra questi. Il raggiungimento dell’obiettivo è possibile tramite la condivisione delle conoscenze delle nuove infezioni che si trasmettono dagli animali all’uomo. L’utilizzo di un Green Pass europeo aiuterebbe a controllare al meglio lo spostamento delle persone e a monitorare l’andamento dei vaccini eseguiti. Tramite un coordinamento nei finanziamenti internazionali, è possibile anche rafforzare le ricerche e gli studi nei laboratori e la collaborazione tra gli istituti di ricerca di tutto il mondo. Anche il sistema di risposta all’emergenza sarebbe più conciso con l’esistenza di una rete di istituzioni e con la costituzione di linee guida dettate da un unico ente. Lasciare ai singoli governi le modalità di azione potrebbe portare a scelte prive di un orientamento comune. Questo renderebbe più facile l’accesso alle forniture, ai medicinali e a tutti gli strumenti utili per fronteggiare l’eventuale pandemia. Un ruolo importante è anche quello che svolgerebbe l’industria che dovrà dimostrare di saper rispondere attivamente ai bisogni produttivi dei paesi.
I sistemi sanitari pubblici nazionali, inoltre, dovrebbero portare avanti un’azione resiliente per una lotta efficace contro le emergenze. Tutti i paesi dovrebbero quindi collaborare per una comunicazione efficiente in grado di dare risposte concrete alla popolazione. Infine, l’accordo tra gli enti dovrebbe essere caratterizzato da una grande trasparenza e affidabilità per poter ripristinare la fiducia delle persone nel sistema sanitario internazionale e nazionale. I cittadini dovrebbero poi accedere ad un tipo di informazione molto diretta e concisa che non lasci spazio a inesattezze e mistificazioni (Ibidem).

Creare una rete globale di certificazione della salute digitale: perché è importante

Il vero punto di forza dell’istituzione di un certificato vaccinale europeo è quello di avere uno strumento che è il risultato di una stretta collaborazione tra l’OMS e l’UE con l’obiettivo di migliorare la salute di tutto il mondo. La proposta dell’OMS sull’adozione dei certificati vaccinali europei fa seguito all’urgenza di migliorare la risposta alle pandemie globali, come è accaduto durante l’emergenza Covid-19. Si tratta di un nuovo capitolo verso lo sviluppo della salute digitale. “La salute digitale ha l’abilità di trasformare il sistema sanitario nel mondo e di fornire una migliore assistenza sanitaria ai cittadini”, queste le parole di Stella Kyriakides, Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare dal 1º dicembre 2019 nella Commissione von der Leyen durante la conferenza stampa del 5 giugno 2023.
La necessità di creare un wallet digitale deriva dall’urgenza di supportare la verifica bilaterale dell’origine dei documenti sanitari. Il passaporto vaccinale potrà essere adoperato quindi come digitalizzazione del certificato internazionale di vaccinazione o profilassi, già esistente. E sarà utile per verificare la prescrizione di vaccinazioni quando una persona è in viaggio in un paese europeo o extra europeo.

Il certificato vaccinale europeo sarà molto utile anche perché potrà essere direttamente consultato dagli operatori sanitari per verificare le cartelle cliniche dei pazienti e per proseguire delle cure già avviate. Inoltre potrà essere adoperato come una digitalizzazione dei certificati internazionali di vaccinazione o profilassi, ossia un fascicolo contenente la scheda medica del paziente, contenente le vaccinazioni eseguite e anche le prescrizioni mediche. Non si tratterà quindi di una estensione del Green Pass Covid-19 a livello globale, né si tratterà di un documento che, una volta approvato, diventerà obbligatorio per viaggiare al di fuori del proprio paese. Si tratterà di un fascicolo sanitario e i singoli Stati potranno aderire al sistema promosso dall’OMS e dall’Ue su base volontaria. Il compito dei governi sarà quello di verificare l’autenticità dei dati sanitari inseriti all’interno del certificato digitale. Questo sistema rientra nella strategia globale dell’Unione europea in materia di salute e all’interno della strategia globale degli stati membri dell’OMS in materia di sanità digitale.

A maggio 2022, durante la riunione ministeriale per lo sviluppo e la salute del G7, i commissari Stella Kyriakides e Jutta Urpilainen, Commissario europeo per i partenariati internazionali con la presidenza Ursula von der Leyen, avevano annunciato l'avvio dei lavori sulla nuova strategia sanitaria globale. “La salute è la base per società resilienti, eque e giuste, ma i virus non conoscono confini. Per garantire la salute che tutti i nostri cittadini meritano, dobbiamo affrontare la salute a livello globale e dobbiamo farlo insieme. Questo è ciò che i nostri cittadini e partner si aspettano: un'azione decisa per garantire la loro salute, un'azione radicata nei valori universali dei diritti umani, dell'equità, della solidarietà e della cooperazione” (Dichiarazione dei Commissari Stella Kyriakides e Jutta Urpilainen – Verso una nuova strategia sanitaria globale dell'UE, European Commission, 19 marzo 2022).

Insieme ai certificati vaccinali, l’OMS ha lanciato anche l’iniziativa Preparedness and Resilience for Emerging Threats (Pret), in italiano “Preparazione e resilienza per le minacce emergenti”. Si tratta di un progetto differente rispetto a quello che include il certificato vaccinale europeo ma entrambi possono essere comunque strettamente legati. La finalità del Pret è di permettere ai Paesi di aggiornare e studiare le conoscenze sulle malattie respiratorie. Questa azione è stata messa in campo per preparare gli stati al rischio della diffusione di un nuovo virus che attacca le vie respiratorie degli esseri umani. Non si tratta di una vera e propria linea guida ma vi si trova un modus operandi, degli strumenti e delle risorse per contrastare il problema.

Benefici del certificato vaccinale digitale durante gli spostamenti oltre confine

Durante la conferenza stampa di presentazione del certificato vaccinale digitale, il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato che il network avrà un ruolo cruciale anche nelle situazioni umanitarie transfrontaliere. Il documento garantirà alle persone l'accesso immediato alle proprie cartelle cliniche e anche alle proprie credenziali durante gli spostamenti attraverso i confini in situazione di conflitti, crisi climatica e altre emergenze.
Più volte è stato ripetuto durante le conferenze che il nuovo certificato vaccinale, oltre ad essere costruito sullo standard del Green Pass Covid-19 dell’UE, rappresenterà la digitalizzazione della Carta Gialla (dal francese Carte Jaune), ossia il Certificato internazionale di vaccinazione o profilassi adoperato dai viaggiatori durante gli spostamenti da un paese all’altro.
Il direttore dell’OMS ha quindi fatto leva anche sulla necessità di adoperare il certificato vaccinale europeo durante le emergenze politiche e le guerre. Disporre di un network digitale contenente tutte le proprie cure mediche, le vaccinazioni di cui si è in possesso e ogni altra informazione sanitaria utile alle autorità, potrà aiutare di molto l’accesso in un altro paese. Tuttavia, non si conoscono ancora quali saranno i vaccini obbligatori che consentiranno ad una persona di accedere in un altro paese. Ma tutti i dettagli verranno forniti più avanti. L’OMS invita gli stati aderenti a seguire ogni sviluppo.

Elisabetta Di Cicco, 30 novembre 2023

Le controversie sui costi

Un cavillo su cui molti favorevoli al certificato vaccinale europeo non si stanno soffermando è legata all’aspetto economico. Difatti, se da una parte l’adozione del Green Pass europeo ha molti aspetti positivi da valutare con grande attenzione, dall’altra bisogna quantificare il peso di questo accordo in termini di costi. Il capitolo 6 della Trattato Pandemico dell’OMS, la cui bozza verrà vagliata a Ginevra a maggio 2024, è interamente dedicato all’impegno finanziario dell’accorso tra l’UE e l’OMS che include anche la proposta del certificato vaccinale europeo. Gli Stati aderenti dovranno destinare ogni anno non meno del 5% della spesa sanitaria; i Paesi più ricchi dovranno destinare anche una percentuale del loro PIL per la Cooperazione Internazionale a favore dei Pasi meno sviluppati (Ermes Dovico, Trattato pandemico, resta il nodo sovranità. E non solo, “La Nuova Bussola Quotidiana”, 11 marzo 2023).
Al riguardo si è espresso Alessandro Fusillo, avvocato e presidente del Movimento Libertario, nella trasmissione “Il grande Silenzio” andata in onda in streaming il 9 agosto 2023: “L’appoggio al manifesto dell’OMS comporta un esborso in termini di contributi da versare con un aumento pari al 20% per ciascun paese, quindi ogni paese deve anche dare più soldi a questa organizzazione. Io per esempio avrei piacere di chiedere quanto è il contributo totale dell’Italia all’OMS, parliamo di decine se non centinaia di milioni di euro all’anno e quanti ospedali per esempio si sarebbero potuti costruire con questi soldi, quanti medici si sarebbero potuti assumere, quindi la dichiarazione che l’Italia incrementa del 20% il suo contributo all’OMS per migliorare la salute dei cittadini è un insulto ai cittadini italiani, è veramente un oltraggio insopportabile, questi signori prendono i nostri quattrini, se li mettono in tasca ci fanno quello che vogliono, l’OMS è una delle tante gigantesche burocrazie dell’ONU, servono invece a incrementare il potere degli stessi burocrati.”
L’avvocato fa leva poi sulle possibilità che alcuni paesi membri dell’OMS possano ostacolare il via libera dei certificati vaccinali europei. Sui social, soprattutto su Twitter, molti esponenti politici hanno iniziato a manifestare la loro contrarietà all’accordo e in molti casi si è anche trattato di personalità di alto calibro, la cui avversione potrebbe far traballare la partnership.Così prosegue l’avvocato Fusillo nella trasmissione: “La tenue speranza che questo scempio delle modifiche del trattato OMS possa essere bloccata o in qualche modo limitata viene proprio dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti dove invece queste modifiche hanno bisogno dell’approvazione. Certo se l’Inghilterra e gli Stati Uniti non approvassero, se effettivamente i russi dessero seguito al loro annuncio di uscire dall’OMS e comunque di non approvare queste cose, si creerebbe un blocco molto importante di paesi che non sono favorevoli alla combriccola che gestisce l’OMS e che poi ricordiamocelo fa capo al signor Bill Gates, perché il finanziatore principale dell’OMS è Bill Gates”.

L’OMS è finanziata per circa l’80 per cento da contributi volontari, ossia donatori pubblici e privati che, andando avanti col tempo, affliggono l’istituto di enormi conflitti di interesse. Questo perché i contributi possono essere spinti dalle influenze di donatori interessati ad affari privati. Tra i maggiori finanziatori, si ricordano la Fondazione Bill e Melinda Gates, la Fondazione Bloomberg e la Fondazione Rockefeller e molte aziende farmaceutiche. Uno dei più grandi contributori dell’OMS è anche la Commissione europea. Come ricorda David Bell, ex ufficiale e medico OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità non è indipendente ed è diretta dai privati. All’inizio, i contributi dell’OMS erano riconosciuti come crediti “valutati” dai Paesi, e l’OMS sceglieva come usare questi finanziamenti. Oggi invece, i contributi sono “specificati”, ossia sono destinati a dei programmi specifici e questo sta a significare che i finanziatori potranno scegliere come e dove verrà svolto il lavoro (Chi finanzia l'Organizzazione Mondiale della Sanità, “AGI”, pubblicato il 16 aprile 2020). “L’OMS è diventata un canale attraverso il quale un finanziatore può attuare programmi di cui trarrà beneficio. Questi finanziatori sono sempre più soggetti privati; il secondo più grande finanziatore dell’OMS è la fondazione di un imprenditore di software e investitore di Big Pharma. Cedendo il potere all’OMS, uno stato cederà il potere ai suoi finanziatori. Possono quindi trarre profitto dall’imposizione dell’approccio sempre più centralizzato e basato sulle merci che l’OMS sta adottando”, ha proseguito David Bell. E questa affermazione potrebbe significare molto per chi è contrario all’accordo dell’OMS e vede in questa decisione un modo per vendere a terzi i dati sanitari dei pazienti (David Bell, Un foglio informativo per i legislatori sull'OMS e le emergenze sanitarie, “brownstone.com”, 30 maggio 2023).

 

Il rischio di dittatura sanitaria

Nell’accordo tra OMS e Commissione Europea è espressamente indicato che l’adozione del certificato vaccinale europeo comporterebbe, tra le varie cose, che lo strumento potrà essere una chiave utile per monitorare le future epidemie e malattie a rischio di diffusione. Ma questo significherà anche che sarà l’OMS a gestire, dall’apice della piramide, l’eventuale organizzazione di pratiche di contenimento della malattia. Molte scelte verranno sempre delegate ai singoli governi degli Stati Membri, ma la gran parte della regia sarà proprio manovrata dall’organizzazione. E su questo fattore si muovono molte critiche di chi è ancora scettico su questo accordo. Queste le parole di Mislav Kolakušić, deputato europeo croato nella conferenza stampa del progetto Fiducia e libertà, (Trust & Freedom), che chiede forme di democrazia diretta in Europa sul modello svizzero: “Se consegniamo all’Organizzazione mondiale della sanità il potere di dichiarare le pandemie e di come procurarsi un vaccino, può aspettarsi un rapido cambiamento dal ritmo di qualsiasi epidemia ogni due anni a un molto probabile 60-90 dosi per persona nell’UE. Credo che sia un grande pericolo per la popolazione mondiale. In questo modo non lasciamo il nostro destino nelle mani dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma nelle mani di chi la controlla, dei proprietari o delle mega-aziende farmaceutiche. Una nuova campagna pandemica e la cosiddetta vaccinazione sono l’ideale per il controllo della popolazione in tutti i sensi in termini di restrizioni repressive alla libertà di movimento, al diritto al lavoro, alla libertà di parola, alla libertà di scelta e ad altri diritti fondamentali, ma anche come perfetta dimensione della popolazione mondiale nel futuro. Se vogliamo evitare questo scenario oscuro altamente probabile, dobbiamo fare uno sforzo per sensibilizzare quanti più cittadini possibile ed evitare di lasciare la salute e la vita dei cittadini nelle mani di aziende farmaceutiche private i cui veri proprietari sono in realtà sconosciuti. Dobbiamo essere consapevoli che questo problema richiede la più forte resistenza possibile in Europa, e anche nel mondo intero” (“Non stupisce il grande affetto della Cina per l’OMS” per “epidemie e restrizioni”, Mislav Kolakušić, deputato europeo croato, “presskit.it”, 28 luglio 2023).

L’avvocata Renate Holzeisen, durante il convegno Deontologia medica tra passato e futuro, organizzato dal Gruppo Coscienza e Medicina Trento il 14 luglio 2023, ha rilasciato delle dichiarazioni riguardo la modifica al regolamento sanitario internazionale. L’intervento è consultabile nell’articolo Modifica regolamento OMS: “stanno negoziando dietro a porte chiuse, questo è l’aspetto più rischioso”, avv. Renate Holzeisen, su “presskit.it”, pubblicato il 9 settembre 2023. “Se passa il nuovo regolamento il capo dell’OMS oppure il successore, perché molto presto sarà sostituito, vedremo da chi, avrà il potere insieme con un piccolo gruppo di esperti, come un comitato appunto costituito sempre a loro discrezione, di proclamare questa FAIC, Public Health Emergency of International Concern, cioè l’emergenza sanitaria di rilevanza internazionale, ma non solo, poi saranno loro a decidere che cosa si dovrà fare: le raccomandazioni che una volta, le raccomandazioni dell’OMS che allo Stato ancora sono non vincolanti, secondo il piano che stanno per mettere in piedi saranno vincolanti, cioè quello che deciderà attualmente un Tedros con un piccolo gruppo di esperti e ci possiamo immaginare da chi verranno nominati, saranno quegli esperti che escono direttamente da Bill e Melinda Gates Foundation e da Big Pharma, decideranno di, che cosa decideranno? Degli obblighi vaccinali perché va tutto in quella direzione. L’OMS in futuro avrà un potere di fatto di governo mondiale perché colui che ha in mano il potere di chiudere attività economiche, imponendo lockdown, di imporre trattamenti anche sperimentali e adesso ci arriviamo, di poter minacciare la popolazione nel senso di dire o ti fai inoculare questa sostanza o altrimenti rimani a casa, non lavori, sei escluso completamente dalla vita sociale, di fatto è il governatore, decide tutto”.

Chi decide quali saranno i vaccini obbligatori?

Ulteriori ombre sono gettate sull’obbligatorietà dei vaccini, una conseguenza dell’approvazione dell’accordo tra OMS e Ue. Infatti, all’interno dei fascicoli sanitari digitali dovranno essere presenti determinati vaccini eseguiti dai pazienti. Altrimenti, il wallet digitale non avrebbe senso di esistere. È già abbastanza chiaro che il documento diventerà un lasciapassare tra i paesi europei ed extra europei destinato a chi ha libero accesso in un determinato posto. Ma chi decide quali sono i vaccini da fare e con quale criterio? “Questa approvazione che cosa prevede? Che l’OMS metterà fuori dopo la fine di novembre la lista dei vaccini obbligatori per tutti, dai bambini agli anziani. Quindi, e non ci si potrà muovere da un paese europeo all’altro senza aver ottemperato a questa agenda. Dato che non abbiamo la lista dei vaccini, saranno messi tutti i vaccini come i SARS, come gli altri, il sinciziale, altri vaccini nuovi che non sono stati mai sperimentati realmente su larga scala sugli esseri umani, quindi con un rischio incredibile sulla mobilità delle popolazioni in Europa, nell’area Schengen, ma anche verso i paesi terzi che non approveranno questo documento”, così denuncia in senato il prof. Giuseppe Tritto (Regolamento OMS: i vaccini obbligatori verranno resi noti dopo l’approvazione. La denuncia in senato del prof. Giuseppe Tritto, “presskit.it”, 11 agosto 2023). Entro la fine del mese di novembre, infatti, la bozza dell’accordo dovrà essere approvato, e così, il Green Pass europeo dovrebbe entrare in vigore. Per molti la data di novembre è considerata lo scalino finale entro il quale prendere decisioni affrettate che possano regolamentare ancora meglio le decisioni. E cosa accadrà dopo quella data? Semplicemente, tutti i paesi che avranno dato l’ok all’accordo, firmando la bozza, o si oppongono chiedendo delle eventuali modifiche al testo avanzato da OMS e Ue, oppure dovranno implementare ciò che è ben scritto nel documento e nel piano di azione. Questo significa che, firmando l’accordo, il programma diventa subito esecutivo per tutti gli stati membri firmatari.
Così ha proseguito l’avvocato Giuseppe Tritto: “Il vero problema è che l’OMS ha proposto due riforme fondamentali. La prima è quella dell’International Health Treaty, che è quello che obbliga, con delle clausole di binding, come si dice, di obbligo, dei Paesi ad accettare l’agenda dei vaccini, della vaccinazione, qualunque sia prodotta dalla direzione dell’OMS e implementarla nei paesi che hanno sottoscritto e non fanno obiezioni al trattato. Quindi l’implementazione, la trasformazione del Green Pass sanitario in Europa, specificamente, in un pass mondiale sanitario che riguarda le vaccinazioni. L’Europa, la Commissione europea ha già detto che è d’accordo con l’OMS e quindi seguirà queste indicazioni ancora una volta senza chiedere un parere consultativo ai Paesi membri né tanto meno al Parlamento europeo. Ma i Paesi devono approvare perché siamo nell’ambito della protezione dei diritti umani della Carta fondamentale delle Nazioni Unite”.

Per questi e altri aspetti, ci sono già molti Paesi che si stanno opponendo o che almeno stanno dimostrando la propria contrarietà all’adozione del Green Pass europeo. Tra questi c’è la Russia che ha manifestato l’intenzione di uscire dall’OMS. Ma anche gli USA stanno inviando degli emendamenti che riguardano il timore di un controllo troppo esteso dell’OMS nell’eventualità in cui il piano d’azione prendesse il via. Gli Stati Uniti hanno infatti espresso la contrarietà alla decisione che l’OMS, nel caso dell’insorgere di nuove pandemie globali, prenda il controllo nella gestione del problema. L’avvocato Tritta invita così anche l’Italia a prendere decisioni nell’immediato e, soprattutto, a presentare delle opposizioni prima che, a novembre, tutto prenda forma.

Secondo David Bell, medico di sanità pubblica e consulente biotecnologico in salute globale, affidare ad un ente estero la gestione di un’eventuale emergenza sanitaria, tenendo conto della contestualizzazione del virus, della geografia e del fatto che molte pandemie non possono essere comuni a tutti gli Stati, può essere una decisione sbagliata. Pertanto, un ente che non si trova a vivere a stretto contatto con la popolazione eventualmente colpita dalla malattia, non potrà mai scegliere la linea guida per far rientrare l’emergenza sanitaria (David Bell, Un foglio informativo per i legislatori sull'OMS e le emergenze sanitarie, “brownstone.com”, 30 maggio 2023).

Elisabetta Di Cicco, 30 novembre 2023