Fra le iniziative proprie dell'ambientalismo politico le più diffuse sono quelle volte a limitare le pratiche che provocano danni agli ecosistemi terrestri, fra cui soprattutto l'emissione di Co2 nell'atmosfera, fra le cui conseguenze – sostengono gli ambientalisti – è da annoverare il surriscaldamento del clima globale, un processo che in un periodo di pochi decenni potrebbe causare gravi danni all'ambiente e di conseguenza all'economia mondiale. Bjørn Lomborg, autore de L'ambientalista scettico (L'ambientalista scettico. Non è vero che Terra è in pericolo Mondadori, 2003) critica aspramente i provvedimenti intrapresi a seguito della firma del Protocollo di Kyoto, un documento del 1997 in forza del quale vari paesi si impegnano a ridurre le emissioni di Co2; a suo parere tali riduzioni avranno un impatto minimo sulla salute della Terra, a fronte di enormi danni economici in termini di mancato guadagno. Danni economici al cui computo va immediatamente aggiunto quello delle perdite di posti di lavoro legate alle opere di bonifica e di riduzione dell'impatto ambientale dell'industria pesante volute da un “ambientalismo retrogrado” che, non tenendo conto del principio economico della competitività, dimentica di tutelare come un bene l'economia e il lavoro.