Anche se Giorgia Meloni afferma che non toccherà la Legge 194, metterà comunque in campo azioni necessarie per contrastare l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, ad esempio finanziando i movimenti pro-life o tutelando e aumentando gli obiettori di coscienza. La nomina a ministra della Famiglia di Eugenia Roccella, che in passato si è dichiarata sostenitrice dei movimenti pro-life e ha definito l’aborto una disperata via di fuga e non un diritto, testimonia una chiara strategia del nuovo governo in questo senso.
Segnali preoccupanti arrivano già da alcune regioni, in cui si fa ad esempio molta fatica a trovare medici non obiettori, e dove le donne sono sottoposte a estenuanti pressioni psicologiche, ecografie non necessarie e non richieste e altri metodi coercitivi allo scopo di farle dissuadere dall’abortire, come ad esempio costringerle ad ascoltare il battito del bambino, pratica usata nell’Ungheria nazionalista.