Chi si oppone all’educazione sessuale e di genere nelle scuole solitamente ritiene che questa debba essere una questione privata. Secondo alcune associazioni, questo tipo di formazione è considerata un’invasione nella sfera personale del bambino che dovrebbe, invece, essere difeso dall’apprendere informazioni non richieste e ritenute dalle loro famiglie dannose al loro sviluppo. A tal riguardo, la dott.ssa Giusy D’Amico, Presidente dell’Associazione “Non si tocca la Famiglia”, in un’intervista all’onorevole Rossano Sasso, deputato della Lega e sottosegretario al Ministero dell'Istruzione, ha dichiarato: “ È giusto e doveroso che la scuola educhi al rispetto per tutti, ma la lotta alle discriminazioni non può diventare il pretesto per introdurre nella mente dei più giovani in modo surrettizio, cioè senza il consenso dei genitori, messaggi ideologici – come quello della fluidità di genere – in grado di turbarli e disorientarli” (Giornata contro l'omofobia: intervista all'on. Rossano Sasso, Sottosegretario all'Istruzione, “nonsitoccalafamiglia.org”, consultato il 13 luglio 2022). In particolare, si richiede che venga garantito il “primato educativo alla famiglia” (Non si tocca la famiglia - scuola. Family act. Ora il momento favorevole per sostenere la libertà di scelta educativa dei genitori,Comunicato stampa dell’Associazione “Non si tocca la famiglia” dell‘11 maggio 2022): i genitori devono essere considerati i più competenti educatori in ambito sessuale e affettivo perché sono loro a guidare l’apprendimento del bambino fin dalla nascita. I genitori conoscono meglio le necessità del bambino e possono, con maggiore competenza, comprendere i tempi e le priorità in materia di educazione sessuale: sono, infatti, loro a fornire l’esempio dei giusti comportamenti da adottare con il proprio partner (Tommaso Scandroglio, Educazione sessuale a scuola? Il buonsenso dice no, “La Nuova Bussola Quotidiana”, 3 giugno 2022). Secondo i contrari a un’educazione sessuale uniformata negli istituti scolastici non è possibile assumere un approccio davvero neutrale e scientifico ai temi che bisogna trattare: anche se il linguaggio e le conoscenze trasmesse si limitassero all’ambito scientifico, il bambino avrebbe necessità di imparare cosa sia la sessualità da un punto di vista etico e morale. I bambini andrebbero accompagnati verso la maturità attraverso un’educazione che sia orientata a una precisa etica e cultura e che può essere meglio trasmessa individualmente dal proprio nucleo familiare. Nonostante ciò, alcuni esponenti dei movimenti Pro Vita e Famiglia (Francesca Romana Poleggi, Giù le mani dai bambini, “Il Settimanale di Padre Pio”, n.33, 23 agosto 2020) e Non si tocca la Famiglia non ritengono incompatibili le proprie convinzioni in merito a queste discipline con la possibilità di introdurre nell’orario scolastico materie legate all’educazione sessuale. È necessario a loro avviso, però, che i genitori abbiano la possibilità di visionare il programma formativo in anticipo, approvarlo o eventualmente non dare il consenso alla presenza dei propri figli al corso (Senato della Repubblica, XVIII legislatura, "Fascicolo Iter DDL S. 664", 2018).Margherita Grassi, 26 luglio 2022
Autori citati:
D’Amico Giusy
- presidente dell’Associazione “Non si tocca la Famiglia”
Sasso Rossano
- deputato della Lega e sottosegretario al Ministero dell'Istruzione
Scandroglio Tommaso
- insegnante di Etica e Bioetica, Filosofia del diritto e Antropologia filosofica
Poleggi Francesca Romana
- giornalista e membro del direttivo di Pro Vita Onlus