Il fine vita è un tema di estrema attualità che va a intrecciarsi con questioni fondamentali della vita del singolo, ma anche della collettività. Non sorprende, quindi, che negli ultimi anni sia sorta con sempre più forza la necessità di affrontare la questione non solo dal punto di vista etico, ma anche e soprattutto dal punto di vista legislativo. Infatti, dai primi pareri del Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB - Comitato che funge da consulente per il governo in merito alle questioni etiche) sulla sospensione dei trattamenti (Rifiuto e rinuncia consapevole al trattamento sanitario nella relazione paziente-medico, Comitato Nazionale per la Bioetica, 24 ottobre 2008) e sulle cure palliative (Sedazione palliativa profonda continua nell’imminenza della morte, Comitato Nazionale per la Bioetica, 29 gennaio 2016) ha preso avvio una riflessione parlamentare che ha portato a sviluppare una legge sulle cure palliative (Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, Legge 15 marzo 2010, n. 38, “Normattiva”) e sulle disposizioni anticipate di trattamento (Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento, Legge 22 dicembre 2017, n. 219, “Normattiva”).Seppur questi siano da considerare dei notevoli passi avanti compiuti dalla legislazione italiana, che le permetterebbero di allinearsi con la legislazione attualmente presente in molti paesi europei, ciò non appare sufficiente. Infatti, in molti paesi non solo è già legale il suicidio medicalmente assistito (Elisabetta Pulice,Germania - Disegno di legge 6 novembre 2015: approvata la legge sul suicidio assistito, “Biodiritto”, 6 novembre 2015), ma anche l’eutanasia (Beatrice Carminati,La disciplina del fine vita in Europa, “Biodiritto”, 25 gennaio 2022). Secondo l’associazione Luca Coscioni, associazione promotrice della recente proposta di referendum sull’eutanasia legale, il parlamento si muove troppo lentamente: “Grazie alle disobbedienze civili di Marco Cappato e Mina Welby abbiamo ottenuto nel 2017 la Legge che riconosce il valore del Testamento Biologico, e una sentenza della Corte costituzionale che ha aperto dei varchi sulla disponibilità della vita umana” e “nonostante una proposta di legge di iniziativa popolare depositata nel 2013 e due richiami della Corte costituzionale, il Parlamento in tutti questi anni non è mai riuscito a discutere di eutanasia legale” (Comitato Promotore Referendum Eutanasia Legale,Le ragioni, “referendum.eutanasialegale.it”, consultato il 9 giugno 2022).Procedere con il disegno di legge, quindi, è un’urgenza, non solo a livello giuridico, ma anche e soprattutto a livello umano: si tratta di considerare il bene delle persone che soffrono: “Oggi in Italia possono porre fine alle loro sofferenze solo i pazienti per cui risulti sufficiente l’interruzione delle terapie, come previsto dalla Legge 219/2017”(Ibidem). Inoltre, come ricorda Giorgio Trizzino (Misto), “le cure palliative non sempre possono raggiungere il loro obiettivo, perché si fermano a un certo punto. [...] non tutti i dolori possono essere trattati, non tutti i sintomi possono essere affrontati” (Resoconto dell’Assemblea seduta n. 635 di mercoledì 9 febbraio 2022).Cinzia Cogliati, 14 giugno 2022