Secondo la linguista Vera Gheno, lo schwa è un atto di sperimentazione linguistica tutt’altro che elitista: “[...] questa proposta non è nata nella mente solitaria di qualche linguista annoiata chiusa nella sua Torre d’Avorio per ‘imporre dall’alto’ le sue fisime. Al contrario: la prima volta che mi è venuta in mente l’idea dello schwa (che poi ho scoperto essere una proposta che già circolava, per cui in verità non ho inventato proprio nulla) è stato in risposta a una persona che mi ha espresso il suo disagio nell’uso del maschile e del femminile a cui l’italiano la costringeva. Questa persona non si sentiva a suo agio perché non pensava a se stessa né come maschio né come femmina. Altro che imposizione dall’alto: questi ragionamenti vengono da esigenze espresse dal basso” (Cinzia Sciuto, Gheno: “Lo schwa è un esperimento. E sperimentare con la lingua non è vietato”, “MicroMega”, 26 aprile 2021). Tuttavia, sempre secondo Vera Gheno, è bene che la sperimentazione si limiti a specifici contesti militanti, già maturi ad accoglierla. Si tratterebbe di un passo propedeutico a un’adozione su scala più ampia, che ad oggi è poco realistica: la linguista fa riferimento alle difficoltà di lettura per le persone anziane o per i dislessici (Ibid.).
Angela Zanoni, 2 maggio 2022.
Autori citati:
Gheno Vera
- linguista, saggista e traduttrice italiana