Quando si parla di nucleare la narrazione è quasi sempre filtrata dalla lente della paura, afferma Sabino Gallo, ingegnere specializzato in reattori nucleari, commentando il risultato del referendum del 2011 (dopo Fukushima) (Sabino Gallo, Gli organi d’informazione nascondono ai cittadini le verità scientifiche sulla sicurezza e la convenienza del nucleare civile, “Pro\Versi”, 19 novembre 2016). Egli afferma infatti che la percezione del rischio può essere manipolata a tal punto da influenzare le scelte dei cittadini.
Ma il nucleare è davvero così pericoloso come sembra? Per rispondere a questa domanda James Hansen e Pushker A. Kharcha del Goddard Institute for Space Studies di New York (laboratorio della Earth Sciences Division del Goddard Space Flight Center della NASA affiliato al Columbia University Earth Institute) hanno condotto vari studi per calcolare il numero di morti causato da ogni kilowattora (KWh) di energia prodotto dalle varie fonti. Successivamente hanno confrontato i possibili scenari analizzando i dati della produzione energetica tra il 1971 e il 2009. Il numero di decessi è calcolato tenendo in considerazioni tutta la catena di produzione, dall’estrazione della materia prima fino allo smaltimento di scorie e rifiuti. La cosa sorprendente che è emersa è che aver utilizzato il nucleare in quegli anni ci ha permesso di risparmiare quasi 2 milioni di morti premature rispetto all’eventualità di usare il carbone come suo sostituto. I ricercatori hanno fatto delle stime anche sui prossimi 40 anni: sostituire il nucleare con il gas naturale causerebbe 420 mila morti in più, cifra che sale a quasi 7 milioni, considerando il carbone come alternativa (Francesca Mancuso, Col nucleare 2 milioni di morti in meno rispetto alle fonti fossili, “Greenme.it”, 4 aprile 2013).
Il numero di decessi causati dall’energia nucleare sembra controintuitivo, ma in realtà è corroborato dal fatto che il rischio di morte è quasi interamente legato all’eventualità di un disastro nucleare, eventualità però che è molto poco probabile e, in ogni caso, sarebbe responsabile di un numero esiguo di vittime. Basti pensare che a Fukushima il terremoto e lo tsunami hanno causato da soli circa 25 mila morti, mentre la centrale nucleare non ha causato morti dirette. Analogamente, nel 1979 a Three Mile Island, negli Stati Uniti, un malfunzionamento nel sistema di raffreddamento ha causato una parziale fusione del nocciolo del reattore, ma la cupola di cemento armato ha impedito la fuoriuscita di radiazioni e il territorio circostante non è stato contaminato (Energia nucleare pulita e sicura, “ecofantascienza.it”, consultato il 5 aprile 2022).
Arianna Armanetti - 13 aprile 2022
Autori citati:
Gallo Sabino
- ingegnere specializzato in reattori nucleari
Hansen James
- astrofisico e climatologo, è a capo del Goddard Institute for Space Studies della NASA.
Kharcha Pushker A.
- climatologo del Goddard Institute for Space Studies della NASA.