La Certificazione verde (o Green Pass) è uno strumento che vari governi europei hanno adottato per arginare la curva del contagio. Essa prevedeva l’avvenuta somministrazione del vaccino anti-SARS-Cov-2, con almeno una dose, oppure l’esecuzione di un test molecolare o antigenico con esito negativo (il primo valido 72 ore, mentre il secondo 48 ore), o ancora l’attestata guarigione. A fronte dell’innalzamento dei casi di COVID-19 nella variante Omicron, ritenuta più contagiosa delle precedenti, il governo italiano ha predisposto, a partire dal 6 dicembre 2021, un rafforzamento della Certificazione verde, denominandola Super Green Pass o Green Pass Rafforzato. Esso certifica l’avvenuta somministrazione con seconda dose di vaccino (valida per sei mesi) oppure con terza dose, mantenendo la propria validità in caso di avvenuta guarigione. Se in un primo momento il Green Pass Rafforzato veniva richiesto per viaggi europei, mezzi di trasporto, scuola e università, strutture sanitarie, attività e servizi, a partire dal 15 febbraio 2022 la Certificazione è stata resa obbligatoria anche sui luoghi di lavoro, sia pubblico sia privato, e per i cittadini over 50. Questa misura restringe, di fatto, il campo della gestione della salute personale, perché, a differenza della prima forma di Certificazione, obbliga indirettamente alla vaccinazione, se si intende continuare a partecipare alla vita pubblica e lavorativa. Si tratta, quindi, di un’imposizione “soft” per indurre le persone alla vaccinazione. A questo proposito, Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di Microbiologia Clinica, Virologia e Diagnostica delle Bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano, dichiarava: “Il Green pass per me, ma anche per altri tecnici, rimane una manovra politica per indurre alla vaccinazione anziché passare attraverso la spiegazione, la persuasione […] Il Governo probabilmente non vuole prendersi la responsabilità dell’obbligo, almeno per le fasce più deboli e ricorre alla via di rendere impossibile la vita ai non vaccinati attraverso il Green pass” (Green pass Italia, “estensione è manovra politica per indurre alla vaccinazione”, “Adnkronos”, 11 settembre 2021).
Oltre a costituire un ostacolo alla libertà del singolo cittadino, l’introduzione del Super Green Pass si è rivelata una misura inefficace e inutile dal punto di vista del contenimento pandemico e della creazione di ambienti sicuri. Per Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare dell'Università di Padova, l’obbligatorietà del Green Pass è un argomento molto complesso e, rinunciando a posizioni troppo estreme e divisive che non favorirebbero il dialogo, chiarisce che “il Green pass serve per indurre le persone a vaccinarsi, non è una misura di sanità pubblica. E così va bene”. In merito all’obbligo di Green Pass per recarsi sui posti di lavoro, spiega che “in molti ambienti e in molte fabbriche usano le mascherine e non ci sarebbe bisogno del Green pass, perché le mascherine sono più sicure del Green pass, se usate correttamente. Quindi, dipende da situazione a situazione. Se il Green pass è proposto come uno strumento per far vaccinare le persone va bene, ma non è uno strumento per creare ambienti sicuri” (Green pass Italia, Crisanti: “No vax paghino tamponi ma non chiamiamoli evasori”, “Adnkronos”, 20 settembre 2021).
A conferma della scarsa efficaci del Green Pass Rafforzato nel contenimento dei contagi da Covid-19, giunge uno studio pubblicato su “The Lancet” (Carlos Franco-Paredes, Transmissibility of SARS-CoV-2 among fully vaccinated individuals, “The Lancet”, vol. 1, issue 1, p. 16, I gennaio 2022), nel quale si dimostra che “l’impatto della vaccinazione sulla trasmissione del Sars-CoV-2 e delle sue varianti non sembra essere significativamente diverso da quello tra persone non vaccinate”. Non vi sarebbero, dunque, differenze sostanziali tra individui vaccinati e non vaccinati in termini di carica virale, pertanto, “le attuali politiche di vaccinazione obbligatoria e che lo stato di vaccinazione non dovrebbe sostituire pratiche di mitigazione, come indossare maschere, distanziamento fisico e indagini di tracciamento dei contatti, anche all’interno di popolazioni altamente vaccinate” (Silvia Mari, Covid, studio the Lancet: “Vaccino salva la vita ma non ferma contagi, obbligo da rivalutare”, “Dire”, 29 gennaio 2022).
L’evidenza della sua inutilità, inoltre, risiede nei dati raccolti durante il periodo compreso tra ottobre 2021 e gennaio 2022, che hanno visto un vertiginoso innalzamento della curva epidemiologica, direttamente proporzionale al numero di vaccini somministrati (e quindi di Super Green Pass rilasciati). Il bollettino dell’OMS relativo al periodo dal 15 al 21 novembre 2021 segnala quasi 3,6 milioni di nuovi casi e oltre 51mila morti in 7 giorni, con un aumento del 6% rispetto alla settimana precedente. Tra questi, l’Europa ha mostrato un aumento dei nuovi casi settimanali pari all’11%, mentre le altre regioni hanno riportato una diminuzione o un'incidenza simile alla settimana precedente. Il calo più significativo è stato quello del Sudest asiatico (-11%), seguita dalla regione del Mediterraneo orientale (-9%) (Covid quarta ondata, Oms: "Europa epicentro pandemia", “Adnkronos”, 24 novembre 2021). In Europa, invece, i nuovi contagi sono saliti a 2,4 milioni in una settimana (67% del totale mondiale). I morti sono stati 29.465, il 3% in più rispetto alla settimana precedente, pari al 57% del totale settimanale. Il continente europeo, dunque, nonostante vantasse il maggior numero percentuale di cittadini vaccinati, è stato investito, più degli altri, dall’ondata epidemica (Quarta ondata, ecco il quadro Paese per paese: dalla Francia alla Romania, “Il Sole 24 Ore”, 13 novembre 2021). Alcuni Paesi si sono resi conto dell’inutilità della Certificazione, abolendo tale misura: ci si riferisce, in particolare, a Danimarca e Inghilterra, dove, a seguito dell’abolizione, la curva epidemiologica non ha subito variazioni degne di nota (Leonardo Clausi, Via tutte le restrizioni, il primato dell’Inghilterra, “Il Manifesto”, 22 febbraio 2022).
Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, ha dichiarato: “Non c’è stato un aumento dei morti in Danimarca e in Inghilterra, che torna alla mortalità pre-covid. Lo stesso avviene per altri paesi che tolgono le restrizioni e non hanno visto un effetto devastante dopo la rimozione del Green Pass, che non è uno strumento di sicurezza ma uno strumento per far vaccinare le persone” (Green Pass, Bassetti “Danimarca lo ha tolto, niente boom di contagi, “Adnkronos”, 18 febbraio 2021). Di fronte a tali dati e dirigendosi verso l’abolizione dello stato di emergenza, anche il governo italiano sta valutando di allentare gradualmente le misure di restrizione, tra cui il Super Green Pass (Monica Guerzoni, Fiorenza Sarzanini, Green pass e mascherine: il calendario del governo la fine delle restrizioni, “Corriere della Sera”, 14 marzo 2022).
Alice Fontana, Veronica Scudieri, Emma Traversi - 5 aprile 2022
Autori citati:
Gismondo Maria Rita
- direttrice del Laboratorio di Microbiologia Clinica, Virologia e Diagnostica delle Bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano
Crisanti Andrea
- direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare dell'Università di Padova
Bassetti Matteo
- direttore della clinica malattie infettive del policlinico San Martino di Genova