Ombre sulla scelta di Bending Spoons

Bending Spoons, la scelta più adeguata

La scelta dell’azienda Bending Spoons per lo sviluppo dell’App di tracciamento italiana fatta dal Ministro Pisano è diventata un vero caso politico. Se è vero che la task force aveva individuato due proposte da testare in parallelo (Immuni e CovidApp), è anche vero che l’App scelta è quella che presenta maggiori punti di forza, come si evince dalla tabella sinottica riportata nella relazione conclusiva del sottogruppo 6 della task force (Report sottogruppo di lavoro 6 , pp. 22-23).
Pare piuttosto che il Ministro Pisano sia “al centro di una battaglia politica che ha ben poco a che fare con Immuni e la scelta di Bending Spoon. Immuni è solo un pretesto, anche perché le audizioni e le interrogazioni, inclusa quella del Copasir, puntano in un vicolo cieco” (Roberto Pezzali, L’app di tracciamento Immuni diventa l'ennesimo e inutile caso politico, “dday.it”, 6 maggio 2020).
Tra i principali dubbi sorti intorno alla App Immuni, quelli legati alla gestione dei dati raccolti. Dubbi che dovrebbero essere sufficientemente fugati dal fatto che la App sarà open source e utilizzerà il sistema messo a punto da Google e Apple – come dichiarato dalla stessa Pisano – che prevede la decentralizzazione in luogo del sistema proposto dal consorzio PEPP-PT, poiché più rispettoso della privacy.

Afferma l’amministratore delegato di Bending Spoons, Luca Ferrari: “L’app sarà open source, è un punto fermo dall’inizio del progetto, come dimostrato dal fatto che la licenza concessa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri è una licenza open source, la Mozilla Public License 2.0. Il governo ha più volte ribadito che il codice sarà disponibile al più presto e che cercheranno di garantire i massimi standard di trasparenza in questo senso. Per noi, essere trasparenti anche da questo punto di vista sarà fondamentale per due motivi. Primo: per consolidare la fiducia degli utenti. Se il codice è sotto gli occhi di tutti per definizione non c’è niente da nascondere. Secondo: per permettere alla comunità di esperti di migliorare Immuni. Dobbiamo offrire il prodotto migliore possibile agli italiani” (Federico Fubini, Martina Pennisi, Immuni, Luca Ferrari (Bending Spoons): “Per noi nessun guadagno, fiducia e privacy sono fondamentali” , “corriere.it”, 22 aprile 2020).

Bending Spoon non avrà accesso ai dati

La software house Bending Spoon non sarà titolare del trattamento dei dati, né potrà archiviarli o utilizzarli. Le informazioni circoleranno unicamente in Italia e ogni procedura sarà gestita e supervisionata da soggetti pubblici. Nonostante la presenza di altri azionisti, quali la NUO Capital, che opera con capitali principalmente cinesi, e la H14, holding dei fratelli Luigi, Eleonora e Barbara Berlusconi, i diritti di voto per eleggere il Consiglio di Amministrazione della Bending Spoons sono al 90% in mano ai fondatori, che eleggono nella sua interezza il CdA della società (Ibidem).
Sostiene ancora l’AD della Bending Spoons, Luca Ferrari: “Circa l’1% delle azioni di Bending Spoons è in mano ad H14, che è la holding dei fratelli Luigi, Eleonora e Barbara Berlusconi. È un investitore eccellente, ma in virtù della quota azionaria minima non ha influenza sulla direzione della società. Circa il 90% dei diritti di voto sono in mano ai fondatori, siamo noi a eleggere nella sua interezza il consiglio di amministrazione, che ha preso in completa autonomia la decisione di lavorare su Immuni”. Inoltre, riguardo alle accuse di voler raccogliere i dati degli italiani per poi venderli, magari alla Cina, Luca Ferrari risponde: “No [l’accusa] non è fondata, per tre motivi. Primo: Bending Spoons non sarà il soggetto titolare del trattamento dei dati, che sarà un soggetto pubblico. Secondo: stiamo lavorando gratis al progetto e non lucreremo in alcun modo, tanto meno vendendo dati. Terzo: non c’è proprio un’influenza cinese su Bending Spoons. Circa il 2% delle azioni della società sono di NUO Capital, fondo gestito da italiani che opera con capitali cinesi. Come ho già detto, circa il 90% dei diritti di voto è in mano ai fondatori, che eleggono il cda. Ne consegue che NUO Capital, un investitore che siamo davvero felici di avere a bordo, non può determinare minimamente le decisioni” (Federico Fubini, Martina Pennisi, Immuni, Luca Ferrari (Bending Spoons): “Per noi nessun guadagno, fiducia e privacy sono fondamentali”, “corriere.it”, 22 aprile 2020).

 

Stefano Epifani: errori nella scelta fatta

Tra le motivazioni alla base della scelta della Bending Spoons per lo sviluppo di un’App di tracciamento c’era la “conformità al modello europeo delineato dal Consorzio PEPP-PT”, che come ormai noto, proponeva un modello di centralizzazione dei dati. Successivamente, come annunciato dalla ministra Pisano, si è deciso per l’adesione al protocollo proposto dai due colossi americani Google e Apple, basato sulla decentralizzazione dei dati. A questo punto sarebbe lecito chiedersi perché – vista l’adozione di un modello completamente diverso da quello che caratterizzava Immuni al momento della sua scelta – dovrebbe essere ancora Bending Spoons a sviluppare l'App.
Come efficacemente sintetizzato dal prof. Stefano Epifani: “è successa una cosa divertentissima: la politica, ossia il Ministero dell’Innovazione e la Pisano, quando ha costituito il gruppo di lavoro, non ha dato, o comunque non ha comunicato (non sappiamo se lo ha fatto in maniera riservata al gruppo di lavoro) indicazioni politiche sulle priorità, ossia, ‘vogliamo un approccio centralizzato’ o ‘vogliamo un approccio decentralizzato’, che non è un problema tecnico, è un problema politico, che riguarda il sistema di garanzie e di priorità che la pubblica amministrazione decide di mettere in campo. Questa indicazione non è stata data o quantomeno non è stata condivisa. A valle di questa considerazione, i tecnici – che fanno i tecnici, non fanno i politici – hanno fatto una scelta che ovviamente andava nella direzione opposta a quella che, a detta di tutti gli esperti più riconosciuti, è la soluzione che va in una direzione di maggior salvaguardia dei dati, quindi della decentralizzazione, ossia hanno scelto una soluzione che si basa sulla centralizzazione dei dati. Altra cosa divertente – se non fosse drammatica – è che dopo qualche giorno c’è il grande ripensamento del Ministero, che dopo aver scelto una App che in teoria si doveva basare su un approccio centralizzato, dice che hanno cambiato idea e che la App – scelta perché centralizzava i dati – ora li dovrà decentralizzare. A questo punto le considerazioni sono due:

- è il Ministero che ha sbagliato non dando le indicazioni necessarie, ossia: ‘dovete sviluppare un modello che si basa sulla decentralizzazione’.
- La cantonata l’hanno presa gli esperti, quindi la task force ha identificato una soluzione clamorosamente sbagliata costringendo il Ministero a una marcia indietro.
Delle due l’una! A meno che sia la task force che il Ministero abbiano preso contestualmente una cantonata e abbiano scelto di comune accordo una soluzione sbagliata. Quindi l’errore c’è.
Acquisito che c’è un errore di fondo, anzi, più d’uno, nel momento in cui si adotta una retromarcia clamorosa e si passa da un approccio centralizzato a un approccio basato sul decentramento, essenzialmente la App Immuni [...] andrà cambiata, quindi non si capisce sulla base di cosa è stata scelta e perché rimane quella” (Stefano Epifani, Tracciati e tracciatori, “diretta Facebook”,23 aprile 2020).

L’azionariato della Bending Spoons

Le polemiche hanno accompagnato la scelta della Bending Spoons la struttura della società stessa, in particolare, ha suscitato reazione la presenza nell’azionariato dell’azienda di nomi come i fratelli Berlusconi o la società cinese NUO.
Attualmente l’azionariato è composto come segue:

- 80% detenuto dai 5 fondatori;

- 15% in stock options detenuto dai dipendenti e collaboratori della società;

- 5% diviso tra 3 piccoli azionisti, che non siedono nel CdA;

- 2% circa, Tamburi Investment Partners, attraverso il veicolo StarTip;

- 2% circa, NUO Capital, fondo del Lussemburgo gestito da italiani che opera con capitali principalmente cinesi;

- 1% circa, H14, holding dei fratelli Luigi, Eleonora e Barbara Berlusconi.

La ministra per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano, in audizione al Senato il 5 maggio 2020, ha creato confusione riguardo a chi abbia compiuto la scelta della società. Dopo aver affermato che l’App era stata scelta dalla sua task force, composta da 74 esperti e suddivisa in 6 sottogruppi, e dopo essere stata smentita dagli stessi esperti del gruppo di lavoro, davanti al Copasir ha affermato che la task force ha svolto sì la scrematura tra le proposte, individuando due App da testare in parallelo, ma poi la scelta definitiva sarebbe stata fatta dall’intelligence. Ma anche questa dichiarazione è stata smentita, questa volta dal direttore del Dis, il generale Vecchione, anch’egli sentito dal Copasir.
“ Le domande che sono state fatte durante la riunione del Copasir, riguardano soprattutto il gruppo della Nuo Capital: il fatto che Steven Chen (Nuo) è nipote di Sir Y.K. Pao, uno degli umani più ricchi della Cina; come sono regolati gli aumenti di capitali; che rischio c’è che, qualora il signor Chen voglia fare un aumento di capitale, diventi proprietario di una app così strategica visto che avrebbe raccolto i dati più sensibili della popolazione italiana. E cosa succede qualora il governo cinese avesse a pretendere informazioni più dettagliate.
Accanto a quello cinese c’è il filone svizzero. La App Bending spoons fa parte di un consorzio Ue specializzato in contact tracing. Riceve ogni anno 5 milioni euro per lo sviluppo del progetto da parte della Fondazione Botnar (Nissan) e dall’Ecole politecniche di Losanna. Il Comitato si chiede se sia sicuro che la app che dovrà tracciare 60 milioni di italiani abbia a che fare con capitale cinese e una fondazione che non è in un paese dell’Unione europea.
A completare un quadro pieno di ombre anche il fatto che non è ancora pronto ‘il progetto esecutivo’. Chi gestirà i codici sorgenti e i dati per utilizzo statistico” (Claudia Fusani, [Il retroscena] “La App Immuni scelta dalla nostra intelligence”. Audizione shock al Copasir della ministra Pisano. Nuova mina per Conte, “tiscali.notizie.it”, 6 maggio 2020).

 

Nina Celli, 22 maggio 2020