La libertà di curarsi non è tale se non è sorretta da un’adeguata informazione. “Accanto alla scelta, è necessaria una cultura scientifica e medica che sia accessibile a tutta la popolazione […], se questa cultura non esiste bisogna affidarsi a chi ce l’ha o si finisce vittime di truffe e ciarlatanerie. […] Il contributo di tutti i cittadini paga le spese per le cure del singolo e questo è un segno di grande sostegno sociale” ma “non è possibile che tutta la società sostenga le scelte personali del singolo. […] La società sostiene solo le cure che hanno mostrato scientificamente di funzionare. Chi per sua scelta o convinzione […] volesse sottoporsi a cure che non hanno dimostrato alcun beneficio può farlo, è suo diritto, ma a sue spese” (Salvo Di Grazia, Medicina: la libertà di cura è libertà di farsi truffare?, “ilfattoquotidiano.it”, 25 luglio 2014). Un’applicazione priva di criterio del diritto dei cittadini a essere liberi nella scelta o nel rifiuto delle terapie porterebbe ad accogliere i desideri di tutti, dando così spazio anche a rimedi privi di fondamento. Chi vuole curarsi con l’omeopatia deve essere libero di farlo, ma a proprie spese.