L’autodeterminazione è il primo diritto di ogni popolo e di ogni comunità politica. Riconoscere l’autodeterminazione significa consentire a ognuno il diritto di stare “con chi vuole” e “con chi lo vuole” (secondo la nota formula coniata da Gianfranco Miglio). Si tratterebbe di riconoscere uno Stato determinato dalla volontà dei suoi residenti, privilegiando la comune appartenenza a organizzazioni internazionali “significative”. Questo stimolerebbe gli europei ad accostarsi con maggiore interesse, partecipazione e creatività alle questioni riguardanti l’“autodeterminazione dei popoli” senza confidare nel caso e nei rapporti di forza.
Avrebbe, inoltre, l’ulteriore vantaggio di incentivare una concorrenza istituzionale crescente. Secondo alcuni studiosi, infatti, valorizzare i processi di autodeterminazione assicura che l’Europa possa riscoprire le proprie vere radici in un localismo aperto al mercato e alla globalizzazione, scommettendo su piccoli governi in modo da poter avere mercati sempre più interconnessi e sottratti allo strapotere dei governi. L’obiettivo finale sarebbe un’Europa fatta non solo di Stati ma anche di Regioni.