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L’Italia non fa abbastanza per integrare i rom

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Sicurezza e legalità, integrazione e mass media: si gioca su queste componenti l’esperienza italiana del fenomeno rom, questione pregnante nel dibattito nazionale ma di cui manca una percezione condivisa. Se da un lato sono i numeri a rendere ardua una classificazione della presenza dei rom in Italia, dall’altro è il dibattito pubblico a suscitare le maggiori perplessità, costantemente sospeso tra accuse di buonismo, episodi di cronaca nera e facili stereotipi. A partire dal 2007 si è innescato un complesso meccanismo caratterizzato da confusione terminologica, scarso controllo dei numeri, istanze di integrazione e riferimenti ai temi della sicurezza e della legalità. Tutto questo, con il sistema politico e i mass media incapaci di veicolare un messaggio coerente e propositivo. In un’ottica di respiro comunitario ed europeo, in cui la dimensione umana si sovrappone a quella sociopolitica e istituzionale, sono significative le parole di Andrzej Stasiuk: “La vera sfida europea è la continuità degli zingari in quella forma che essi stessi sceglieranno. È qui che il nostro essere europei giunge a compimento”.

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