Intercettazioni telefoniche e ambientali
FAVOREVOLE O CONTRARIO?
La questione riguardante le modalità di utilizzo delle intercettazioni telefoniche come strumento investigativo assume, negli ultimi anni, un ruolo centrale nel dibattito politico, giuridico, etico e morale del nostro paese.
Il primo argomento è legato all'aspetto giuridico e all'informazione pubblica, ossia, se le intercettazioni siano o meno uno strumento talmente importante per le indagini da poter invadere il diritto alla privacy (art. 15 della Costituzione).
L'altro argomento riguarda i costi: l'elevata spesa per le intercettazioni è un problema concreto, risolvibile solo attraverso tagli indiscriminati ai fondi, o piuttosto un falso problema gestibile attraverso una corretta amministrazione?
IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:
Le intercettazioni telefoniche come strumento investigativo hanno assunto un ruolo centrale nel dibattito politico, giuridico, etico e morale del nostro paese. Le intercettazioni sono uno strumento così importante per le indagini da poter invadere il diritto alla privacy? L'elevata spesa per le intercettazioni è un problema concreto o è facilmente gestibile attraverso un’amministrazione oculata?
Secondo i dati dell'Istituto Demoskopika, tra il 2009-2013 in Calabria si è arrivati a spendere circa 208 milioni di euro per le intercettazioni, con una riduzione di 19 milioni rispetto al 2009. Questo a dimostrare che il costo più o meno elevato delle intercettazioni dipende, in realtà, dalla singola gestione dei distretti.
Le intercettazioni hanno costi troppo alti. Per lo Studio Eurispes, le intercettazioni sono cresciute dal 2006 del 22,6%. Nel 2010 il governo ha speso 284 milioni di euro, in calo rispetto al 2009, ma in aumento del 6,8% tra il 2008 e il 2010. Si dovrebbe, quindi, tagliare i fondi per le intercettazioni oppure definire un costo-standard, per uniformare le spese dei diversi distretti giudiziari.
Le intercettazioni sono uno strumento fondamentale nelle inchieste giudiziarie. Esse non danneggiano la privacy, poiché la maggior parte dei personaggi intercettati sono noti e perché solo una selezione dei contenuti intercettati viene pubblicata. Le intercettazioni non devono incontrare alcun ostacolo dal punto di vista normativo e anche libertà di informazione e di stampa vanno tutelate.
Anche se l'art. 21 della Costituzione tutela la libertà di stampa, non si dovrà violare l'art. 15 della stessa, sul diritto alla privacy. Se le intercettazioni non hanno valore giuridico violano il diritto alla privacy. Inoltre, può danneggiare l’immagine altrui, come nel caso della trascrizione telefonica, che non tiene conto del tono di voce ed è una selezione di chi ascolta, per cui opinabile.
L'elevata spesa per le intercettazioni è un falso problema: ciò non dipende dai costi tecnici dello strumento, ma dalle singole amministrazioni dei distretti
Leggendo i risultati dell'Istituto Demoskopika, che ha analizzato i dati del Ministero della Giustizia nel quinquennio 2009-2013 nella nota tecnica L'orecchio teso della giustizia. Intercettazioni e costi in Calabria (i cui risultati vengono riportati nell'articolo Ridotta la spesa per intercettazioni, pubblicato su “Gazzetta del Sud” del 22 ottobre 2015), nel quinquennio indicato, in Calabria si è arrivati a spendere circa 208 milioni di euro per effettuare le intercettazioni, con una riduzione di 19 milioni rispetto al 2009. Questo a dimostrare che il costo più o meno elevato delle intercettazioni dipende, in realtà, dalla singola gestione dei distretti.
Ragionando in termini di risparmio, senza imporre la prestazione gratuita alle società telefoniche nell’ambito della concessione ricevuta, si può ridurre il costo reale dell’intercettazione attraverso una radicale riorganizzazione del servizio e la creazione di un sistema nazionale, con un unico software, procedure uniformi e pagamenti accentrati.
La Magistratura continua a spendere troppi soldi, a spese dei contribuenti, per le intercettazioni telefoniche.
Secondo lo Studio Eurispes sulle Intercettazioni, pubblicato il 7 agosto 2012 dall'istituto di ricerca Eurispes sul proprio sito, il numero di intercettazioni annue in Italia è di 181 milioni, e il fenomeno è cresciuto dal 2006 del 22,6%. In termini di costi, nel 2010 il governo ha speso circa 284 milioni di euro, cifra che, sebbene in calo rispetto al 2009 (206 milioni di euro circa) ha registrato un aumento del 6,8% tra il 2008 e il 2010.
Tra le possibili soluzioni, quella di tagliare indiscriminatamente i fondi destinati alle intercettazioni oppure la definizione di un costo-standard, che consentirebbe una maggiore uniformità tra le spese dei diversi distretti giudiziari e un conseguente risparmio di risorse pubbliche.
Le intercettazioni sono uno strumento importantissimo di indagine e vanno salvaguardate nell’interesse della giustizia e dell'informazione pubblica
Le intercettazioni telefoniche e ambientali rappresentano uno strumento fondamentale nelle inchieste giudiziarie, come dimostrano i molti casi di criminalità organizzata ed estorsione risolti e/o sventati grazie a esse.
Tale strumento non danneggia in alcun modo la privacy, in primo luogo perché la maggior parte dei personaggi intercettati sono personaggi noti (e proprio la notorietà comporta un'automatica e giusta diminuzione della privacy) e in secondo luogo perché solo una selezione dei contenuti intercettati viene pubblicata in ambito giudiziario e tramite i mezzi stampa.
A tal fine, non solo le intercettazioni non devono incontrare alcun ostacolo dal punto di vista normativo, ma risulta fondamentale anche la trasparenza nell'informare il cittadino e l'opinione pubblica sul contenuto intercettato. Anche la libertà di informazione e di stampa vanno quindi tutelate.
Anche se l'articolo 21 della Costituzione protegge la libertà di stampa, non si dovrà in alcun modo scavalcare l'articolo 15 della stessa, in cui viene espresso il diritto alla privacy. Se il contenuto delle intercettazioni non ha valore giuridico, infatti, l'intercettazione viola il diritto alla privacy, e in particolare alla riservatezza delle comunicazioni e può inoltre recare danno alla reputazione o all’immagine altrui, come nel caso della trascrizione telefonica, che non dà alcuna garanzia di autenticità sia perché non tiene conto del tono di voce del soggetto intercettato sia perché la selezione ad opera di chi ascolta e di chi riporta il contenuto è opinabile.